IL RITO

2011112 min14+  

Michael, un addetto alle pompe funebri, decide di entrare in seminario. Per quattro anni riceve una buona educazione anche se non riesce a percepire nessuna vocazione. Su suggerimento dei suoi superiori, Michael si ritrova a Roma, in Vaticano, per frequentare un corso sulla difficile arte dell’esorcismo. Il seminarista, ovviamente, non crede agli esorcismi. E soprattutto non crede agli “indemoniati”. Durante il soggiorno romano Michael conosce padre Lucas (Anthony Hopkins), un anziano sacerdote esorcista di lungo corso. Da quel momento le sue idee sulle reali forze del maligno (e sulla sua vocazione religiosa) cambiano radicalmente....

Riproporre il tema dell’esorcismo sugli schermi vuole dire, nella mente dei più, attendersi un film horror. Al contrario, “Il rito”, basato sul resoconto del giornalista Matt Baglio che ha seguito da vicino la vita di un sacerdote-esorcista americano riesce a fornire una rappresentazione equilibrata, lontana dalle esigenze di macelleria usuali all’horror contemporaneo americano ma anche dall’assurdità degli eventi che minano la credibilità metafisica e teologica dell’esorcismo


Valori Educativi



” lo scherzo peggiore che il diavolo ha giocato all’uomo è di averlo convinto che non esiste. Il film riesce a fornire una rappresentazione equilibrata, lontana dalle esigenze di macelleria usali all’horror contemporaneo americano ma anche dall’assurdità degli eventi che minano la credibilità metafisica e teologica dell’esorcismo

Pubblico

14+

Alcune scene di possessione potrebbero impressionare i più piccoli

Giudizio Artistico



Film di media fattura, con un Colin O’Donoghue non molto espressivo

Cast & Crew

Our Review

Il diavolo, e il suo antagonista terreno, l’esorcista, ormai sullo schermo hanno una rappresentazione davvero complessa. La storia prese avvio nel 1968 con Rosemary’s Baby di Roman Polanski. Poco dopo arrivò la vera pietra angolare, perfetto modello di riferimento: L’esorcista di William Friedkin. Era il 1973, e da quel momento l’esorcista diventava un personaggio molto fortunato dello schermo. Ma richiamava anche dotte e attualissime riflessioni teologiche, come quella dell’eccentrico gesuita  Michel de Certeau (pubblicate qualche anno fa con il titolo “La lanterna del diavolo”, Medusa 2002). Senza dimenticare le farsesche rivisitazioni della commedia italiana, che mise in scena con prontezza L’esorciccio (1975), con Ciccio Ingrassia. Se Franco Franchi aveva fatto il verso a Marlon Brando in Ultimo tango a Zagarol (1973), lo stesso poteva fare Ciccio Ingrassia con il sacerdote Lankaster Merrin (Max Von Sydow) de L’esorcista. Ad un anno di distanza da L’ultimo esorcismo di Daniel Stamm, esce Il rito dello svedese Mikael Hafström.
L’apertura del film ci mostra la paziente attività di un giovane addetto alle pompe funebri. Michael Kovak lavora nell’azienda di famiglia, insieme a suo padre. Dopo aver composto e vestito la salma di una donna, Michael si lava le mani, si chiude la porta alle spalle, e dal luogo del lavoro si trova in casa, con la cena calda sul tavolo di cucina. Siamo in una piccola landa della provincia americana. Per i giovani c’è poco da fare. Il futuro bisogna cercarselo fuori da quelle quattro case. Così Michael decide di entrare in seminario. Per quattro anni riceverà una buona educazione, gratuita, anche se la vocazione, per il momento, non è obbligatoria. Si vedrà in seguito. Il tempo passa. Ora Michael deve decidersi: ordinazione sacerdotale o rinuncia? Michael non ha dubbi: deve lasciare. Ma gli eventi prendono un’altra piega. Michael si ritrova a Roma, in Vaticano, per frequentare un corso sulla difficile arte dell’esorcismo.
Pochi mesi nella Città Eterna e, in conclusione, la scelta decisiva. Il seminarista, ovviamente, non crede agli esorcismi. E soprattutto non crede agli “indemoniati”. Li considera malati psichici. Non hanno bisogno dell’intervento di un religioso, ma di supporto medico specializzato nei disturbi della mente. Durante il soggiorno romano Michael conosce padre Lucas (Anthony Hopkins), un anziano sacerdote che vive in un paesino fuori la città, esorcista di lungo corso: un solitario dal pessimo carattere, che peraltro usa metodi poco ortodossi. Da quel momento le sue idee sulle reali forze del maligno (e sulla sua vocazione religiosa) cambiano radicalmente. “Il rito” si regge, come si reggeva il thriller diabolico I soliti sospetti (1995) di Bryan Singer, su un assunto: lo scherzo peggiore che il diavolo ha giocato all’uomo è di averlo convinto che non esiste. Invece il diavolo esiste e si impossessa di vittime innocenti. Quindi l’esorcista non è una figura prossima alla stregoneria o all’imbroglio mentale. Nell’immaginario collettivo contemporaneo, costruito dal potere persuasivo dei media (specialmente dal cinema) l’esorcismo si è configurato quale variante dell’horror, legata al soprannaturale inteso in senso secolare e irrazionale. Ma, è bene ricordarlo, Gesù stesso lottava con i demoni, scacciandoli, e insegnando ai discepoli di imitarlo, nella convinzione che il male alla conclusione della lotta sarebbe risultato perdente. Con grande facilità, in opere cinematografiche di questo genere, si rischia di scivolare su due errori opposti: il sovraccarico di effetti propri del film dell’orrore che minano la credibilità metafisica e teologica dell’esorcismo; l’assurdità degli eventi.
Il rito, basandosi sul resoconto – verificato di persona – del giornalista americano Matt Baglio, che ha seguito da vicino la vita di un sacerdote-esorcista americano (prontamente editato da Sperling & Kupfer), riesce alla fine a fornire una rappresentazione equilibrata, lontana dalle esigenze di macelleria usali all’horror contemporaneo americano. Il male da combattere è sin troppo insidioso, poiché duplice: carnale e mentale. Innanzitutto il demonio che si è insinuato nel corpo umano ha la spinta onnipotente del Principe delle Tenebre. Per vincerlo ci vuole forza, determinazione, ostinazione. Forza, determinazione e ostinazione che debbono essere anche mentali. L’esorcista, in fin dei conti, è un ministro di Dio che risponde ad una dottrina precisa. Il sentire contemporaneo preferisce più affidarsi alla non credibilità che alla credibilità. Questa accusa fortunatamente non si può rivolgere a “Il rito”.      

Autore: Claudio Siniscalchi

Details of Movie

Titolo Originale THE RITE
Paese USA
Etichetta
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