Un anno dopo aver perso il padre in un incidente automobilistico, il diciasettenne Kale non si è ancora del tutto ripreso e quando un insegnante di spagnolo cita in modo un po’ troppo disinvolto il defunto genitore il ragazzo gli molla un cazzotto e per questo si ritrova agli arresti domiciliari per tre mesi. Per evitare che lasci il perimetro del giardinetto di casa Kale ha un marchingegno fissato alla caviglia e collegato con la polizia. Così bloccato si ritrova, binocolo alla mano, ad osservare il vicinato. Che comprende, per sua fortuna, una graziosa coetanea, ma pure un potenziale serial killer con un inquietante garage.

Il carattere, i muscoli e la pelle dura contano di più che saper usare il computer. È il messaggio dello spettacolare action con cui, al quarto episodio, si conclude la fortunata serie di Die Hard.
Il navigato detective John McClane (Willis) è richiamato in partita per impedire a un ex dirigente dell'FBI (Olyphant) di manomettere la rete informatica che gestisce tutto il sistema della Nazione, dalla segnaletica stradale ai gasdotti. Gli Usa rischiano di tornare di colpo all'Età della pietra.

Malcom Crowe è un terapista specializzato in psicologia infantile. Nella scena iniziale lo troviamo in casa con la sua giovane moglie, intento a godersi un momento di svago dopo aver ricevuto, per i suoi meriti professionali, un premio dalla città di Philadelphia.. La serata è però turbata dall’intrusione violenta di un giovane psicopatico che dopo esser stato inutilmente in cura da Malcom per alcuni anni, ora è deciso a vendicarsi di lui considerandolo responsabile della sua impossibile guarigione.

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