Non classificato
"They that go down to the sea on the ships": è la dedica apposta sul piedistallo della statua innalzata nella piazza principale di Gloucester, di fronte all'Oceano Atlantico, in memoria dei pescatori morti in mare. Questa statua appare nelle prime scene di questo film ma è anche presente nell'ultima sequenza di "Capitani coraggiosi" il bel film del '37 di Victor Flaming. In effetti gli abitanti di questo paesino del Massachussets sono gli eredi di una gloriosa ma spesso tragica tradizione, che risale alla prima metà del '600: quella di andar per mare dedicandosi alla pesca d'altura.
Erin Brockovich, una giovane donna sulla trentina, ex regina di bellezza, ha tre 3 figli avuti da due sfortunati matrimoni e nessun lavoro. Essa combatte tenacemente per ottenere un qualunque lavoretto che le consenta di ripianare un po’ dei debiti che inesorabilmente le si stanno accumulando ma è come se non riuscisse a crollarsi di dosso la sfortuna con cui è stata segnata finora, per nulla aiutata dai suoi modi schietti ma brutali e dal suo look volgarotto ed appariscente. Ottenuto finalmente un impiego da archivista segretaria da Ed Masry, anziano avvocato prossimo alla pensione, ella dimostra, sotto quelle curve, di avere anche un cervello. Essa rimane perplessa dalla insolita presenza di tanti certificati medici in un dossier di acquisto di immobili. Avuto il permesso da Ed per indagare più a fondo, ella scopre che la locale società di energia elettrica aveva mentito sul reale pericolo provocato dai suoi scarichi chimici nelle falde acquifere della zona, sconvolgendo l’esistenza e la salute di quasi 600 persone. La causa è troppo grossa per il piccolo studio legale di Ed Marsy. Alla fine Ed e Erin si decidono per la grande avventura: mentre l’avvocato si preoccupa di tutti gli aspetti legali, Erin svolge un ruolo fondamentale che solo lei può affrontare: quello di raccogliere tutte le testimonianze possibili per intentare la causa. Ora lei, sotto quelle curve, ha anche un cuore: sa ascoltare, prova pietà sincera per tutte le vittime dell’inquinamento, sa aprire i cuori alla confidenza.
Waterford, un paesino disperso nella provincia americana del Vermont, viene invaso da una troupe cinematografica disposta a tutto pur di realizzare il prossimo grande successo del box office. Il mondo dello spettacolo, cinico, scanzonato e spregiudicato incontra così quello della provincia old England, benpensante e contegnoso. I due universi si mescolano, si urtano, si riconoscono l’uno nell’altro. Potrebbe sembrare l’ennesimo film sul cinema. Una frusta ripetizione del contrasto fra i costumi disinvolti degli artisti girovaghi e quelli perbenisti dei paesani di provincia. Ma stiamo parlando di un film scritto da David Mamet, autore di opere come Il caso Winslow, La formula, Gli Intoccabili e Premio Pulitzer 1994 per la piéce Glengarry Glen Ross (adattata per il grande schermo nel film Americani). Così gli esilaranti contrappunti fra il mondo dello spettacolo e il mondo della provincia diventano una nuova occasione per ritornare sul tema centrale della poetica del drammaturgo americano: la verità. Quanto sia arduo rinvenirla, invitante dissimularla, difficile confessarla.
Già nel suo primo film di successo (Singles, del 1992) Cameron Crowe aveva reso omaggio al mondo della musica e degli artisti, quelli della Seattle anni ‘80-’90. Poi, con Jerry Maguire (1996) ava scelto di raccontare l’ambiente dello sport e della promozione ad esso legata, sempre mantenendo il suo tocco leggero ed al contempo profondo.
Il film inizia facendoci vedere,con rapide pennellate, la formazione umana di Placido: da ragazzo, pastorello di montagna, assiste all'arresto di suo padre accusato di collusione mafiosa; da giovane durante la guerra, approda ad un impegno diretto nella resistenza. Tornato a casa (il paese di Corleone) Rizzotto si impegna nell' attività politica e diventa segretario della Camera del Lavoro.
Ci troviamo fra le case a schiera di un quartiere popolare di Salford, in Inghilterra. Facciamo fin dall’inizio conoscenza con un’allegra e numerosa famiglia di sette figli, tutti ormai adolescenti o già maggiorenni (tranne il piccolo Sajid che si ostina ad andare in giro sempre con un’eschimo indosso, giorno e notte). Vivono ancora tutti in famiglia perché debbono completare gli studi o perché lavorano nel negozio del padre, una friggitoria del quartiere.
Il piccolo paese di St. Clouds, nel Maine, pare sia noto soprattutto per il suo orfanotrofio.Bussano infatti alla sua porta coppie provenienti da varie parti dello stato per cercare un bimbo da adottare od anche donne che desiderano abortire (siamo nel ’43 e l’aborto è illegale). In effetti il dottor Larch, che dirige l’istituto, è uno strano tipo: è pieno di cure e paterne attenzioni verso i ragazzi che nessuno vuole ma al contempo non esita a sopprimere l’esistenza di quelli che stanno per venire alla luce quando una donna viene da lui perché priva di ogni conforto e di sostegno umano.
Mea Sharim, quartiere degli ultraortodossi, Gerusalemme. Le vicende di due sorelle, Rivka e Malka, all'interno della minuscola comunità che ruota intorno a una sinagoga. Rivka è sposata con il figlio del rabbino, un matrimonio d'amore ma senza figli.
Siamo nella Londra Elisabettiana. William Shakespeare (J. Fiennes) soffre di un blocco di ispirazione che risolve trovando la sua musa in Viola (Gwynet Patrol), una ragazza molto romantica che sogna di poter fare del teatro nonostante che a quell'epoca il mestiere di attrice fosse interdetto. La loro storia d'amore ispira a William nientemeno che "Romeo e Giulietta" in parte specchio veritiero della loro vicenda sentimentale anche nel triste finale perché Viola sposa secondo le regole di allora, un partito imposto dai genitori ed i due amanti si debbono lasciare. Viola parte per mare e William sta già pensando alla "dodicesima notte"…
Dublino, 1967: la scena si apre con Agnes Browne, madre di sette figli tra i 14 e i 2 anni, che va a denunciare la morte del marito, appena avvenuta, e comincia le pratiche per ottenere il sussidio familiare: poche sterline alla settimana, che però sono molte rispetto al ristrettissimo budget familiare, costituito soltanto dai proventi del suo banchetto di frutta e verdura al mercato.
In un'epoca futura non meglio specificata, Neo Keanu Reeves), un tranquillo programmatore di un azienda di software, viene contattato da due terroristi: Morpheus (L. Fishburne) e Trinity (Carrie-Anne Mos) che vogliono reclutarlo nelle loro file. La posta in gioco è molto alta: gli esseri umani sono da tempo ridotti in schiavitù, sia pur una schiavitù dorata in quanto essi vivono un mondo virtuale, Matrix appunto, generato da un colossale computer al quale sono collegate le loro terminazioni nervose. La battaglia è impari in quanto i "poliziotti di regime" essendo generati a computer, possono risuscitare infinite volte ma in compenso Neo risulta essere il "l'eletto" inviato a salvare l'umanità e dotato di poteri straordinari.
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Manuela ha un magnifico rapporto di affetto, confidenza ed amicizia con suo figlio diciassettenne Esteban. La tragedia è però dietro l'angolo: dopo che madre e figlio, che vivono a Madrid, sono andati a teatro di per vedere la loro attrice preferita Huma Rojo, Esteban nel correre verso la macchina dell'attrice viene investito e muore poco dopo. Manuela decide di tornare a Barcellona, da dove era partita 17 anni prima proprio per sfuggire al padre di quel figlio che allora stava aspettando.
New York negli anni ‘90. Melvin Udall è un affermato scrittore di romanzi rosa. Ama chiudersi in casa a doppia mandata per scrivere in pace ed esce solo per andare a mangiare nella locanda sotto casa usando posate di plastica ogni volta nuove, per evitare di contrarre germi. La sua vita da misogino è aggravata da suo atteggiamento irritante nei confronti dei vicini. Il suo dirimpettaio, un pittore che ha un certo successo, ha inclinazioni omosessuali e Melvin non manca di apostrofarlo né perde occasione per lanciare battute salaci all'indirizzo del suo gallerista di colore. Solo la cameriera Carol sembra sopportarlo e lui ha piacere di esser servito da lei ma un giorno Melvin fa una battuta inopportuna nei confronti di suo figlio (il bambino soffre di una pesante forma di asma) e Carol minaccia di non servirlo più. Melvin abbozza un goffa richiesta di perdono...
Chi conosce il regista Ridley Scott come autore di film di visionaria fantasia come Blade Runner o il l Gladiatore, resterà sorpreso dal questo "Black Hawk Down". Si tratta di un quasi-documentario nel quale viene ricostruita, minuto per minuto, una sfortunata azione di guerra compiuta dai Ranger e dalla Delta Force americani nell'ottobre del 1993 durante la guerra in Somalia. Il tentativo di catturare due luogotenenti di Aidid, il signore della guerra loro nemico, finì con l'abbattimento di due elicotteri (i Black Hawk appunto) e l'uccisione di 19 soldati americani rimasti intrappolati tra le anguste stade di Mogadiscio. Ancora una volta Ridley Scott dimostra tutta la sua bravura di narratore di storie di azione: il coivolgimento dello spettatore è totale ed il realismo è notevole (se il cinema dove vedrete il film non mantiene sufficientemente basso il livello del suono, rischierete di rimanere assordati dalle esplosioni e dai colpi di mitragliatrice).
El Mariachi è una leggenda vivente in Messico, il più veloce e infallibile pistolero, che lotta contro i cartelli della droga e i militari corrotti.