Quello che si stabilisce tra Tony Blair, che grazie al suo New Labour è stato appena eletto Primo Ministro in Gran Bretagna dopo decenni di dominio Tory, e Bill Clinton, democratico Usa che ha battuto i Repubblicani convincendo un elettorato indeciso, è una “relazione speciale” almeno quanto quella che lega tradizionalmente Regno Unito e Stati Uniti. La simpatia umana, oltre alla vicinanza politica (anche se Clinton intuisce nel brillante inglese qualcosa di estraneo dall’orizzonte del progressismo di centro-sinistra a cui entrambi dovrebbero appartenere), fa dei due uomini politici veri e propri leader mondiali in anni di grandi sfide. Quando lo scandalo Lewinsky rischia di portare Clinton all’impeachment Blair impegna il suo capitale politico per sostenerlo. Qualche tempo dopo, però, chiede in cambio il suo sostegno per la campagna in Kossovo e di fronte alle esitazioni dell’americano non esita a forzare la mano…

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