VIVERE NON E’ UN GIOCO DA RAGAZZI

20236 episodi di 50 min14+ Adolescenti, High SchoolDroga

In un liceo di Bologna, comportamenti troppo disinvolti di alcuni ragazzi riguardo l’assunzione di stupefacenti e la morte di uno di loro per una “pasta” tagliata male, innescano le reazioni di genitori, insegnanti e riflessioni degli stessi ragazzi. Il  serial scorre velocemente attraverso varie sottotrame con il chiaro intento di denunciare la troppa leggerezza con cui viene affrontato questo problema ma risulta disinvolto in altri aspetti, come l’esercizio della sessualità. Su RaiPlay

Lele frequenta un noto liceo classico della  Bologna bene. La sua famiglia ha entrate modeste (il padre Marco  è un elettricista, la madre Anna è una barista) ma Lele si merita dei sacrifici perché eccelle a scuola soprattutto nelle materie letterarie. Vari compagni di classe sono suoi amici fra i quali Pigi, figlio di un affermato avvocato al quale confida la sua pena: è innamorato di Serena, con poche speranze. Lei è la più contesa della classe ed è abituata a un tenore di vita elevato (ogni giorno una macchina con autista la porta a scuola mentre la madre si è candidata a sindaco di Bologna). Quella sera si trovano tutti in un locale notturno e Serena accetta le attenzioni di Lele ma gli chiede, per completare la serata, due “paste” per lei. Lele non è esperto di “erba” ma riesce a trovare i canali giusti, anzi offre una delle pasticche all’amico Mirko. Dopo aver trascorso la notte con Serena, Lele torna a casa ma riceve per telefono una terribile notizia: Mirko è morto per aver preso una pasticca tagliata male. Lele non sa darsi pace ma preferisce il silenzio e accetta il patto che gli propongono i suoi compagni di classe: quando saranno interrogati dai genitori e dai professori , negheranno tutti di aver mai preso erba. Ma intanto il vicequestore Saguatti ha iniziato a indagare…


Valori Educativi



il serial sottolinea i danni che provoca il consumo di stupefacenti, esalta il valore degli affetti familiari e dell’amicizia fra adolescenti ma ha una visione antropologica ristretta interpretando molti problemi alla luce della sola psicologia, senza esaltare le grandi potenzialità dell’animo umano

Pubblico

14+

Uso ripetuto di stupefacenti. Ragazze adolescenti che si prostituiscono nei locali notturni (viene detto ma non mostrato). Comportamenti sessuali disinvolti da parte di alcuni protagonisti. RaiPlay conferma il suo atteggiamento tracotante: se le altre piattaforme in streaming si preoccupano di avvertire quale sia il pubblico più adatto per la visione, RaiPlay non ritiene sia un tema importante la protezione dei minori

Giudizio Artistico



Il serial innesca un efficace meccanismo di entertainment che invita a seguire le tante sottotrame ma alla fine alcune si perdono per strada e se è vero che il tema portante è la droga, i tanti casi presentati di dipendenza dalla droga, in particolare fra gli adulti, costituiscono un’insistenza che appare eccessiva

Cast & Crew

Our Review

La visione del primo episodio potrebbe portare fuori pista e farci concludere: eccoci davanti a un altro teen-disastro che si accoda ai tanti che abbiamo visto (tutto era iniziato qualche anno fa con Tredici e Euphoria) . Ampio uso di allucinogeni (MD), esercizio disinvolto della sessualità secondo la regola del 15-17 (a 15 anni la prima volta, a 17 la proto-convivenza), ragazze adolescenti che nei locali si prostituiscono. Manca solo il revenge-porn e il bullismo. Dalla seconda puntata in poi il serial acquista una sua propria fisionomia. Il racconto si pone in equilibrio fra storie di adulti (i genitori, gli insegnanti, il vicequestore) e storie di ragazzi. Bisogna riconoscere che in questo modo l’entertainment è assicurato: ci sono tanti personaggi e tante storie fra loro intrecciate che chi guarda il serial cerca subito di passare all’episodio successivo per scoprire come vanno a finire  

A dire il vero non è la prima volta (e in particolare proprio su RaiPlay) che un teen drama viene affrontato nella prospettiva genitori-figli. Mi riferisco a Un professore, di Alessandro Petraglia. In quel caso le storie dei  genitori erano  importanti ma non nel modo che ci si potrebbe aspettare: non ci trovavamo di fronte a  genitori ponderati e solidali che insieme cercavano il meglio per il loro figlio ma a uomini e donne soli che avevano commesso tanti errori quanti ne stavano commettendo i figli e il risultato era solo uno: avevano  perso qualsiasi forma di autorità, ogni loro consiglio si perdeva nel vuoto e alla fine non restava loro che concedere ai figli la massima libertà.

In questo Vivere non è un gioco da ragazzi ci troviamo in un contesto diverso: genitori e insegnanti vengono rispettati anche quando gli adulti hanno commesso non pochi errori e l’intento educativo della serie è palese.
A scuola vengono organizzati dei corsi di informazione sulle droghe e più volte viene sottolineato che le autorità responsabili non danno sufficienti indicazioni di allarme su come sia facile costruire “paste” con ingredienti facilmente reperibili. Le incomprensioni genitori e figli o fra coniugi  vengono affrontate e alla fine risolte perché è più importante recuperare gli affetti reciproci e aiutarsi a vicenda che coltivare rancori che si sono costituiti in passato. I ragazzi scoprono che bisogna avere il coraggio di dire la verità, perché la verità libera e unisce.
Non manca una stoccata ad  un uso incontrollato dei nuovi media. “I ragazzi non reggono lo stress”: dichiara la sorellina di Lele. “Dove hai sentito questa frase?”: domanda la madre.  “Vedo Friends” risponde la bimba. “Ma hai nove anni! Non va bene!”: esclama la madre.  Quando la figlia le ribatte che se non vede la serie resta emarginata, la mamma commenta sconsolata: “che mondo difficile abbiamo fatto!”.

Possiamo quindi concludere che grazie alle buone intenzioni mostrate, il giudizio sulla serie, in termini di valori, sia senz’altro positivo? Occorre fare due osservazioni.

Per quel che riguarda l’esercizio della sessualità fra adolescenti, il serial conferma una tendenza ormai consolidata: i genitori hanno smesso di occuparsi di educazione all’affettività e si limitano a “venire informati” quando si è costituita una relazione più duratura (è il caso di Serena verso la sua mamma). Come i bambini e le bambine che prima vanno sulle biciclettine a quattro ruote e poi, crescendo, viene il momento che si sentono sicuri su quella a due ruote, allo stesso modo l’esercizio della sessualità viene inteso come un naturale stadio della crescita e sembra che per questi genitori presenti nei serial non sia più necessario sottolineare il salto qualitativo che si determina in un impegno che coinvolge in modo profondo la persona nella sua totalità.

Inoltre Il racconto mostra una visione antropologica che  è stata vista in altri serial adolescenziali e che esprime una chiara tendenza: l’essere umano va compreso come una meccanismo (certamente molto sofisticato, ma pur sempre un meccanismo) che va  interpretato, in un modo univoco, solo attraverso la psicologia. Avevamo già visto lo stesso tipo di atteggiamento nella fortunata serie Non ho mai..: la protagonista che doveva affrontare alcuni snodi tipici della sua adolescenza (incertezze sul suo futuro, incertezze sul suo essere innamorata,..) risolveva il tutto attraverso incontri periodici  con una psicologa.
L’approccio in questo serial non è molto diverso. Serena ha dei problemi a relazionarsi con i ragazzi? La risposta della madre è pronta e quasi automatica: le organizza una serie di incontri con una psicologa, una sessuologa e infine un ginecologa. Il bravo Bigi scopre che suo padre ha ogni settimana un appuntamento serale con donne prezzolate? Il padre, ormai scoperto, confessa di essere sesso-dipendente. Ma non si farebbe prima a dire che è un bugiardo e che tradisce la moglie?. Dove sono andate a finire  le profonde crisi di coscienza, le riflessioni  che vengono fatte alla luce di riferimenti più ampi, che riguardano ciò che è giusto e onesto, l’aiuto di un vero amico che sa dirti la verità, anche se dolorosa, l’appoggio di una fede che trascende il tuo caso particolare alla luce di criteri universali sul bene e sul male?
E infine la droga: i ragazzi vengono informati sui danni che il suo consumo  provoca nell’organismo (nel serial anche tanti adulti risultano essere stati dipendenti dalla droga, come il papà di Serena). Ma la droga non va presa semplicemente perché fa male ma piuttosto  perché bisogna trovare un senso più profondo al nostro esistere, senza false scorciatoie.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Etichetta
Paese ITALIA
Tipologia
Tematiche (generale)
Tematiche-dettaglio
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Users Reviews

  1. Nevada Jonty

    Come si fa? Come riesci ad alzarti dal letto con rinnovato vigore e continuare tutto questo? Questo è ciò che fa un attore https://cineblog.tube/horror/ cinematografico.

    6,0 rating

    Come si fa? Come riesci ad alzarti dal letto con rinnovato vigore e continuare tutto questo? Questo è ciò che fa un attore https://cineblog.tube/horror/ cinematografico.