ROMANZO POPOLARE
Nella realtà operaia dell’hinterland milanese degli anni ‘70, si consuma un tradimento passionale. Una fotografia ironica ma verosimile dei tempi che stanno cambiando. Su Prime Video
Giulio è un operaio metalmeccanico. Ama il suo lavoro (“la fabbrica si distingue dal fumo, come una bandiera: quando un operaio vede il fumo della sua fabbrica è come un bambino davanti al panettone”), è membro del sindacato e in quell’ambiente si è fatto molti amici con i quali va a vedere le partite del Milan. In una delle sue trasferte di lavoro, si è recato nell’avellinese dove ha fatto da padrino al battesimo di Vincenzina, la figlia di un suo collega operaio. 16 anni dopo è Vincenzina a venire a Milano con suo padre. Giulio ne resta affascinato e a 51 anni, sposa la ragazza. Iniziano a godere di un certo benessere (un appartamento in un caseggiato popolare con il frigo e la TV e perfino una Fiat 750). Entra nel giro degli amici di Giulio Giovanni Pizzuto, un giovane poliziotto meridionale come sua moglie. Giulio inizia a sentirsi insicuro e in effetti, un giorno che torna a casa anzitempo, origliando, scopre che i due giovani stanno conversando con toni carichi di passione anche se lei cerca di respingerlo. Ma siamo negli anni ’70: Giulio cerca di essere comprensivo e chiede a Vincenzina di dirgli tutta la verità. Lei accetta ma si tratta di una verità molto dolorosa…
Valori Educativi
La tenuta della famiglia messa a dura prova dal vento degli anni 70 e della ricerca di una nuova identità per la donna, sono problemi senza ancora soluzioni soddisfacenti
Pubblico
10+La presenza di passioni e gelosie incontrollate, le nudità parziali di Ornella Muti escludono la visione ai più piccoli
Giudizio Artistico
Il film riesce a trovare una giusta dimensione fra commedia, dramma, con i tre protagonisti tutti nella parte. David di Donatello 1975 per la migliore sceneggiatura. Nastro d’argento miglior attore protagonista (Ugo Tognazzi) Miglior attore rivelazione (Michele Placido)
Cast & Crew
Regia
Mario Monicelli
Our Review
“Siamo negli anni 70: mi meraviglio di te che da trent’anni siamo a Milano e ti abbiamo dato un’educazione da settentrionale. Le figlie debbono essere libere di fare le proprie scelte” E’ il discorso ineccepibile che Giulio fa al suo compagno di lotte sindacali, che deve accettare il fatto che sua figlia lasci la casa per stare con il fidanzato.
La rivoluzione degli anni ’70 è il tema portante di questo film di Monicelli, campione d’incassi nella stazione 1974-1975 e David di Donatello 1975 per la miglior sceneggiatura: un’Italia in profonda trasformazione (nuove fabbriche, nuovi quartieri popolari, la nascita della società dei consumi con frigo televisione e utilitaria FIAT; autostrade che uniscono tutta l’Italia (anche quelle semideserte che sono dirette verso un Sud, come si fa notare nel film); migrazione ininterrotta dal Sud al Nord. Ma anche un vento nuovo nei rapporti familiari (il divozio viene confermato dopo il fallimento del referendum abrogativo) ed emergono le nuove generazioni, quelle dei Beatles e della minigonna di Mary Quant che rivendicano la propria identità e la propria autonomia. Come si deve comportare un uomo all’altezza dei tempi? E’ la domanda che si pone Giulio di fronte al confessato tradimento di Vincenzina travolta (senza troppe resistenze) dalla passione irruenta che Giovanni ha mostrato per lei. Giulio vuole essere un uomo al passo con i tempi e se Vincenzina si mostrerà sinceramente pentita, è disposato a perdonarla. Il punto è che, anni ’70 o no, si tratta di un problema di corna. Lo notava anche Vittorio Gassman nel film Il divorzio: d’accordo la libertà in amore, d’accordo la possibilità di divorziare e ricostruirsi una nuova famiglia, pazienza se qualche volta l’uomo tradisce per la sua esuberanza virile ma se è la donna a tradire, in questo caso si tratta pur sempre di vergognosissime corna. E’ quello che accade a Giulio: pazienza la debolezza giovanile di Vincenzina, si può perdonare ma se il fatto diventa pubblico, allora si perde l’onore. Negli anni ’70, questa è la morale della storia, la rivoluzione c’è sicuramente ma è quella che riguarda soprattutto la donna: Vincenzina smette di fare la casalinga, diventa operaia e poi caporeparto e anche sindacalista. Ha altri due uomini ma appena vede che iniziano a diventare possessivi, decide di lasciarli. Giovanni. Al contrario, Giovanni si è sposato e ha due figli: “Mia moglie è una brava ragazza: cucina, fa la spesa, tiene la casa come uno specchio, è dolce e obbediente come deve essere una vera moglie. Come si può vedere la rivoluzione dei rapporti uomo-donna è iniziata con gli anni ’70, ma il principio di una pari dignità, del diritto di lavorare per entrambi, combinato con un amore di dedizione reciproco posto a pilastro della famiglia, sembra una conquista ancora difficile.
I tre personaggi sono stati perfettamente caratterizzati: Ugo Tognazzi, per il quale è stato inventato un linguaggio tipicamente sindacalista con metafore calcistiche (ne sono stati creatori Beppe Viola ed Enzo Jannacci) a cui si contrappone un esordiente e passionale Michele Placido, con un marcato accento meridionale e infine una Ornella Muti sensuale e apparentemente fragile, esattamente come richiesto dalla parte.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Etichetta | Non classificato |
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Paese | ITALIA |
Tematiche (generale) | Amore e Famiglia |
Tipologia | Film |
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