LA GRANDE GUERRA

1959135 min10+ Guerra, solidarietà

La Grande Guerra vista attraverso gli occhi di due “imboscati” che non tardano a manifestare solidarietà umana. Il regista Mario Monicelli, gli attori Vittorio Gassmann e Alberto Sordi raccolgono tre David di Donatello nel 1959. Su Youtube

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Oreste Jacovacci, romano, e Giovanni Busacca, milanese, sono arruolati nell’esercito italiano come soldati e dopo un periodo di addestramento, inviati al fronte. Ciò che li unisce, nonostante i caratteri siano così diversi, sono i loro continui tentativi di “imbucarsi”, evitando di esser coinvolti in battaglie o in lavori pericolosi. Al loro battaglione, dopo la sanguinosa conquista di un ponte, viene concessa una settimana di riposo. Con l’occasione Giovanni riesce a rivedere Costantina, una prostituta con la quale aveva stabilito una affettuosa intesa. Un giorno sia Oreste che Giovanni  vengono inviati al magazzino del paese vicino per prendere del fino spinato. Per prudenza decidono di passare la notte in una stalla, ripromettendosi di rientrare al campo il giorno successivo. Al loro risveglio si accorgono che il paese è stato conquistato dagli austro-ungarici. Catturati, viene loro intimato di fornire informazioni sulle posizioni delle truppe italiane, pena la fucilazione…


Valori Educativi



Soldati, sottufficiali, ufficiali, impegnati nella Grande Guerra, danno il meglio di sé nel coltivare la solidarietà e l’aiuto reciproco. Un incontro con una prostiruta

Pubblico

10+

Le sequenze con tanti morti potrebbero impressionare i più piccoli

Giudizio Artistico



Monicelli guida con mano sicura questo affresco di varia umanità. Eccezionale prestazione dei protagonisti e dei comprimari. Tre David di Donatello nel 1959

Cast & Crew

Our Review

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Il soldato Bordin è sempre pronto a sostituire un suo commilitone ogni volta che questi riceve un incarico pericoloso. In cambio chiede delle monete. Bordin ha cinque figli e quei soldi in più gli fanno comodo. Il tenente raggiunge la sua compagnia e dichiara che gli occorrono due soldati per organizzare una fucilazione. Mentre il resto dei soldati riprende la marcia, si vede in lontananza il condannato che cade a terra colpito dalle fucilate. Un capitano viene continuamente importunato da un soldato analfabeta che gli chiede la cortesia di leggere l’ultima lettera che ha ricevuto dalla sua morosa. Dopo una cocente sconfitta che ha procurato la morte di tanti commilitoni, un soldato esclama: “Dov’è Cristo?”. Il cappellano militare risponde: “Cristo è qui con noi. Se è vero che ha 33 anni, è del 1894”.

Il film ha vinto nel 1959 il Leone d’oro al Festival di Venezia e poi, nel 1960, ha collezionato tre David di Donatello: come miglior regia a Mario Monicelli e come miglior attore protagonista sia a Vittorio Gassman che ad Alberto Sordi.

La Grande Guerra  è soprattutto un capolavoro di umanità e di realismo.

Niente retorica della guerra ma anche niente retorica pacifista. Semplicemente esseri umani proiettati non per loro scelta in un’avventura pericolosa e che si occupano di porre in atto due cose: solidarietà fra di loro e obbedienza a chi, in quel particolare contesto, comprende meglio di loro cosa occorra fare e perché. Ma anche un’opera di perfetto realismo nelle scene di battaglia, nelle affollate camerate e cura nella caratterizzazione regionale dei personaggi. Ampio ricorso a proverbi, luoghi comuni, modi di dire e altri elementi di saggezza popolare senza trascurare la passione per la diva del muto Francesca Bertini.

In questo contesto si stagliano i personaggi di Vittorio Gassmann e di Alberto Sordi, a un anno di distanza da I soliti ignoti (1958), sempre di Monicelli, che aveva inaugurato il genere della commedia all’italiana e ci aveva presentato un Vittorio Gassman per la prima volta in un ruolo comico.  Alberto Sordi invece aveva appena prestato la sua maschera tragicomica  a  film di denuncia (Il moralista e i magliari sono dello stesso 1959) così come di puro intrattenimento (Vacanze d’inverno e Costa azzurra, sempre del 1959).
Ma questa volta Alberto Sordi non indossa nessuna maschera, né da commedia né da tragedia e tantomeno  si atteggia  a protagonista : è espressione di un essere umano un po’ sornione con i suoi difetti ma anche con i suoi pregi,  che non si trova a suo agio fra le bombe e i morti.   Per questo motivo è proprio con La Grande Guerra che si conquista il suo terzo nastro d’argento dopo I Vitelloni e Lo scapolo.
Appena un anno dopo, il sodalizio Monicelli- Sordi, con Tutti a casa, affronta il damma dell’altra guerra italiana, in particolare la tragedia del settembre del ’43. Nuovo David di Donatello ad Albertone  come miglior protagonista.

Autore

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Etichetta
Paese ITALIA
Tipologia
Valori Educativi 7
Tematiche (generale)
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