LA BAMBOLA DI PEZZA

La Rai continua nel suo lodevole intento di realizzare racconti che evidenzino i pericoli in cui possono incorrere gli adolescenti a causa di un uso senza controlli della rete e dei cellulari. In Nudes aveva evidenziato il rischio del revenge Porn. Nella serie Un Professore era stato affrontato il tema del hikikimori. Ora con questo corto è il momento del grooming (un lento processo attraverso il quale il predatore digitale sviluppa una relazione intima e duratura con la giovane vittima.). Su Raiplay non sono neanche stati trascurati i pre-adoescenti e con Jams (ragazzi e ragazze di 11 anni) era stato affrontato con delicatezza il tema delle molestie sessuali sui minori.

Questo corto, presentato alla 79^a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ci racconta di Mia che attraversa le varie fasi dell’”aggancio” nei suoi confronti di un (apparente) simpatico ragazzo di 17 anni. Il tutto viene commentato da Amelia, la psicologa, che cerca di dare struttura a ciò che sta accadendo distinguendo fra le fasi di Il rompere il ghiaccio, La scoperta, Le farfalle nello stomaco, L’isolamento, La resa. Quel cellulare da cui ci si aspetta in qualsiasi momento, di giorno e di notte di venir chiamate da Tommaso, ha qualcosa di ipnotico e il film mostra bene il progressivo distacco di Mia dalla realtà  dagli amici e dalle amiche più care: non va più alle feste da loro organizzate e tutto ruota intorno a quel qualcuno che non è ancora ben definito ma è stato costruito con la fantasia a copertura perfetta di tutti i suoi desideri non realizzati.

Il seguito diventa facilmente prevedibile: lei che accetta di spogliarsi a distanza “pregandolo di cancellare il video dal suo telefonino  subito dopo averlo visto”. E poi l’incontro dal vivo dove si scopre che Tommaso è molto più grande di quello dichiarato si manifesta per quello che è: un  “cyber predatore sessuale” .

La ridotta durata del corto (23 min) faciliterà senz’altro la sua visione anche se inevitabilmente restano non conclusi alcuni aspetti, come i rapporti fra Mia e i suoi compagni di scuola, appena accennati e la voce di commento di Amelia (Claudia Gerini) che danno al film una connotazione didascalica che forse non era necessaria.

Secondo il dossier “L’abuso sessuale online in danno dei minori”, a cura del Il Centro Nazionale per il contrasto alla pedopornografia online del Servizio di Polizia Postale di Roma assieme a Save the Children, hanno portato a termine un’indagine secondo la quale la fascia di età più colpita da questo fenomeno è quella di età compresa tra i 10 e i 13 anni, che nel 2021 ha costituito  quasi il 60% di tutti i minori italiani approcciati sul web dai groomer.