THE AVIATOR
Howard Hughes, miliardario a 18 anni grazie all'eredità paterna, nel periodo degli anni '25-'50 realizza il film più costoso del suo tempo, progetta e costruisce l'aereo più veloce e quello in legno più grande mai costruito (il famoso "Spruce Goose"); proprietario della TWA, fu pioniere nei voli civili transoceanici e si fece accompagnare dalle donne del cinema più belle del momento. Ma le sue fobie lo isolarono progressivamente , fino alla reclusione totale per 10 anni in una stanza d'albergo e alla morte, avvenuta nel '76.
Valori Educativi
Un uomo impegnato nell’affermazione di se stesso, che vede intorno a se solo alleati o avversari, collaboratori fedeli o traditori
Pubblico
14+Per la descrizione di una vita affettiva disordinata. Rapida allusione ad un incontro amoroso.
Giudizio Artistico
3 ore di grande spettacolo, 30 anni di storia americana controllati artisticamente molto bene da Scorsese. Bravi Leonardo Di Caprio e Kate Blanchett. E’ mancato il passaggio dal documentario di lusso all’analisi delle motivazioni intime del protagonista
Cast & Crew
Produzione
Sandy Climan
Leonardo Di Caprio
Charles Evans Jr
Graham King eMichael Mann per Warne Bros
Miramax Film
Regia
Martin Scorsese
Sceneggiatura
John Logan
Our Review
Howard Hughes accarezza il profilo della carlinga dell' aereo che ha commissionato ai suoi tecnici. E' una carezza lenta, quasi appassionata: l'aereo dovrà battere il nuovo record di velocità e Howard non vuole che si formi la minima resistenza all'aria. Quella carezza tradisce la vera essenza del nostro eroe, almeno come l'hanno vista Martin Scorsese e John Logan: un tecnico autodidatta, che si esalta solo quando si trova in alto nel cielo ai comandi dei prototipi da lui concepiti per superare nuovi record. Anche il modo con cui affronta il cinema è più tecnofilo che artistico: gli interessa l'azione, lo spettacolo e ancora una volta la tecnica (le riprese aeree, il sonoro, allora ai suoi inizi). Certo, ci sono delle donne nella sua vita, anzi ce ne sono molte e tutte provenienti del fastoso mondo del cinema; sembra però che anche in questo caso lui stia cercando la più bella, stia misurando se stesso. Tutti noi, da ragazzini, abbiamo sognato di diventare da grande degli aviatori e, da adolescenti, ci siamo innamorati di qualche diva del cinema: Howard, ricco già a 18 anni (aveva ereditato l'azienda paterna) si impegnò con caparbietà a realizzare i suoi, spesso sfiorando la bancarotta (un film durato 3 anni e diventato il più costoso all'epoca; l'aereo più grande mai realizzato incapace di volare,…) ma sempre deciso ad essere coerente con le sue visioni in un' America in turbolenta espansione (quella del periodo '25-'50), dove tutto era possibile.
Il film ci offre molto in termini di spettacolo: le tante riprese aeree che culminano in uno spettacolare incidente ripreso al rallentatore, forse la miglior scena del genere mai realizzata. Una ricostruzione accurata dei luoghi mitici della Hollywood anni '30 e '40 e degli arredi dell'epoca (gli uffici della Pan Am, all'ultimo piano dell'Empire State Buiding, i molti interni di sontuose ville sulle colline di Hollywood). Lo scenografo italiano Dante Ferretti ben meriterà l'Oscar che sicuramente gli verrà assegnato. C'è infine Martin Scorsese, qui al culmine della sua carriera non di autore creativo, ma di regista professionista: la sua mano si fa sentire (aiutato anche questa volta dall'editor Thelma Schoonmaker) sopratutto nel montaggio: gli eventi si susseguono incalzanti ed ogni scena, anche la più "tranquilla", è costruita con una sua tensione interna, una forma di ansiosa instabilità .
Occorre però dire che il film, lungo quasi 3 ore, alla fine non appassiona. E' come se non scattasse il meccanismo di identificazione con il protagonista e con la sua storia. Manca sicuramente l'aggancio ad una romantica storia d'amore: è ben sviluppato il rapporto di Howard (Di Caprio) con Katharine Hepburn (la brava Kate Blanchett) ma si tratta di una breve parentesi fra i molteplici interessi del protagonista. Lo spettatore resta in bilico fra una certa indifferenza per la storia di un ragazzo ricco che diventa ancora più ricco e l'interesse per il mito tragico ed universale del genio umano che è capace di raggiungere le vette della della gloria ed alla fama per poi ricadere in terra trascinato dalle sue fragilità. Occorre dire che lo stesso Scorsese non spinge questa interpretazione e quando Hughes resta sempre più imprigionato nella sua germofobia, evita i toni cupi di un dramma gotico.
Scorsese evita anche i proclami ideologici che avrebbero facilmente potuto galvanizzare la platea americana in un film destinato al grande pubblico come questo. C'è un capitolo del film che descrive il contrasto fra Hughes (proprietario della TWA) e Juan Trippe della PAN AM che con l'aiuto di un senatore compiacente sta cercando di ottenere dal governo il monopolio delle rotte intercontinentali; nell'appassionata arringa di Hughes di fronte alla commissione d'inchiesta organizzata dai suoi avversari, sarebbe stato facile inserire un richiamo ai sacri principi della libera iniziativa contro lo strapotere dei monopoli. Hughes cerca invece soprattutto di difendere se stesso e la propria compagnia.
C'è da dire che questo tipo di osservazioni (una perfetta ricostruzione che non appassiona) provengono più dalle critiche italiane ed in genere europee; per gli americani il processo di identificazione è più immediato. Hughes resta il simbolo dell'America protesa verso il futuro, riconoscente verso i suoi figli più audaci anche quando sono caduti. In questa prospettiva il rammarico è un altro: Sorsese resta alla superficie dei fatti, anzi solo di quelli più vistosi (i veloci aeroplani, le belle donne) ma non riesce a spiegarci le ragioni più profonde del fascino di una leggenda che in U.S.A. dura ancora oggi.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | THE AVIATOR |
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Paese | USA/Giappone |
Etichetta | Non classificato |
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