GRAZIE RAGAZZI

2023117 min14+ Da una storia veraCarcere

Remake del film Un triomphe di Emmanuel Courcol del 2020, tratto dal documentario Les Prisonniers de Beckett di Michka Saäl del 2005 (in cui si narra l'esperienza nelle carceri dell'attore svedese Jan Jönson). Il film si rifà a fatti realmente accaduti in Svezia nel 1985 sui quali già nel 1999 era stato prodotto il lungometraggio Breaking out di Daniel Lind Lagerlöf. Disponibile su Netflix, YouTube, Google play film, Apple tv.

Antonio è un attore di teatro fallito: vive nella provincia romana, in un appartamento che costeggia il binario della ferrovia e l’aeroporto di Ciampino ed in cui è quasi impossibile riuscire a dormire. Per vivere è costretto a fare da doppiatore ai film porno. Un suo ex compagno di teatro gli offre un’opportunità di lavoro per guadagnare qualcosa confidando nel desiderio mai sopito di dedicarsi al teatro: lavorare con i carcerati di Velletri. Si tratta di un laboratorio teatrale di pochissime ore. L’esperienza, però, colpisce sia i carcerati coinvolti che lo stesso Antonio che propone alla direttrice del carcere, inizialmente contraria, a mettere in scena qualcosa di molto più impegnativo: Aspettando Godot di Samuel Beckett, un’opera del Teatro dell’assurdo. Superate le diffidenze iniziali riesce a mettere in scena, con successo, l’opera e viene inviato in diversi teatri in giro per l’Italia. Solo che, la gioia degli applausi riscossi ad ogni messa in scena è poi smorzata al rientro in carcere dei detenuti che, se per un attimo avevano dimenticato la loro triste situazione, sono catapultati in un inferno in cui si sentono trattati come bestie. Purtroppo, nonostante Antonio cerchi di far cambiare il modo in cui sono trattati, la situazione resta sempre la stessa, per la durezza delle guardie carcerarie. Il loro Tour va avanti fino a quando sono invitati a mettere in scena la loro opera in uno dei più importanti teatri italiani: il teatro Argentina di Roma. Ma non tutto andrà come previsto…


Valori Educativi



L’attenzione alle persone in difficoltà: il protagonista si dedica al suo progetto in modo gratuito. Lo spirito di squadra tra i detenuti. Il teatro e la bellezza in esso comunicate come possibilità di riscatto umano.

Pubblico

14+

All’inizio si odono gemiti che alludono ad un rapporto sessuale. Linguaggio scurrile. Nudità maschili. Allusioni a rapporti coniugali. Uno dei detenuti minaccia (si intuisce) uno dei partecipanti per prendere il posto nell’opera teatrale

Giudizio Artistico



Le quasi due ore, considerata la trama, rendono il film troppo lungo.

Cast & Crew

Our Review

Grazie ragazzi - teatro in carcere

Il film di Riccardo Milani  (Un mondo a parte, Corro date, Benvenuto Presidente, Mamma o Papà?) che ha vinto, nel 2023, il Ciak d’oro come miglior film commedia sul tema del teatro in carcere è un’opera con un messaggio sociale. Considerata la condizione di disperazione in cui i detenuti vivono (per come sono trattati e per l’essere sempre in attesa che accada qualcosa) si sente la mancanza di ogni riferimento al trascendentale o al soprannaturale. Sembra che di spirituale ci sia solo l’invocazione di qualche santo nel momento in cui lo stupore si manifesta per la bellezza a loro mostrata.

Il film è inutilmente danneggiato, nei minuti iniziali, dall’audio a schermo nero, in cui si sente la voce del protagonista Antonio (Antonio Albanese) nello svolgimento del per niente dignitoso lavoro di doppiatore di film porno: non è da biasimare chi avverte un certo imbarazzo per una scena d’apertura che lascia intendere qualcosa di molto volgare che, fortunatamente, non appare direttamente a schermo.

L’attenzione alle questioni sociali e ai luoghi disagiati, Antonio Albanese – da sempre innamorato del teatro come strada maestra di comunicazione e formazione dell’umano – l’aveva già mostrata nella simpatica e riuscita doppia commedia con Paola Cortellesi: Come un gatto in tangenziale (in quei due film mostra l’attenzione a quartieri disagiati di una Roma troppo distratta). Qui, invece, in questo teatro in carcere si mette in scena un’opera del teatro dell’assurdo, cercando, attraverso la bellezza dell’arte teatrale, di dare uno scopo a persone che non sembrano avere alcuna speranza. Eppure, come lo stesso Antonio dice: «I detenuti sanno cosa vuol dire aspettare, non fanno altro» rivolgendosi alla scettica direttrice del carcere (Sonia Bergamasco) l’opera proposta appare perfetta.

C’è, forse, un’immagine troppo edulcorata della detenzione in contrapposizione alla figura di secondini che sono presentati come aguzzini spietati e senza cuore nel difficile compito di gestire persone non sempre disponibili e accomodanti.

Grazie ragazzi - teatro in carcere

Il film è occasione per denunciare il dramma di coloro che fin troppe volte non sono trattati da essere umani e che nell’esser considerati bestie, si sentono di dover comportarsi di conseguenza: all’ennesima umiliazione che subiscono nel vedersi sequestrati fiori e peluche ricevuti al termine dello spettacolo, decidono di ubriacarsi con le bottiglie loro donate per evitarne il sequestro. Quanto segue alla loro condizione di ubriachi porta lo spettatore a pensare che davvero si corre il rischio di trasformarsi in quello in cui si è accusati nel momento in cui non si possiede una coriacea struttura caratteriale in grado di tener testa a tanta pressione.

Il film, considerata la trama è un po’ lungo: l’impressione, arrivati poco dopo la metà, è che stia per finire, quando, invece, ti accorgi che c’è ancora tanta pellicola da far girare. Ti aspetti allora un colpo di scena sensazionale che non arriva o, se c’è, è troppo blando per giustificare tutto quel tempo.

In soldoni, è un richiamo all’umanità spesso calpestata, dentro e fuori le mura di un carcere e che, solo quando è riconosciuta, custodita e curata permette anche al peggiore dei criminali di versare lacrime alla vista di un figlio che si non vede da anni. In fondo, il teatro è un’occasione di riscatto e il film, trattando la drammaticità della condizione carceraria, gioca, sul tipo di opera messa in scena: l’assurdità di una condizione detentiva che paradossalmente dovrebbe aiutare e che, invece, finisce per annientare.

Autore: Enzo Vitale

Details of Movie

Paese ITALIA
Tipologia
Tematiche (generale)
Tematiche-dettaglio
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