UN MONDO A PARTE

2024113 min10+ Educazione dei GiovaniInfanzia ed Elementari

Un insegnante di scuola elementare trasferito in un centro montano si impegna a mantenere aperta la scuola nonostante l’esiguo numero di alunni. Una commedia semplice e lineare, forse un po' troppo leggera, che ci parla di solidarietà nelle piccole comunità. In sala

Michele (Antonio Albanese), un insegnate di scuola elementare nella periferia romana, riesce ad ottenere il trasferimento in un paesino di circa 400 abitanti situato sugli Appennini all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo. Armato dei migliori sentimenti e delle più alte motivazioni (dalla tutela dell’ambiente alla salvaguardia dei piccoli borghi), si trasferisce nella ridente località di Rupe (nome di fantasia di Opi) e prende servizio in una pluriclasse di sette bambini. La vicepreside Agnese (Virginia Raffaele), se inizialmente coltiva diverse perplessità nei suoi confronti, conoscendolo, inizia a stimarlo. Sorge, però, un problema: la scuola Cesidio Gentile detto Judico (Poeta Pastore) è a rischio chiusura perché gli alunni iscritti sono troppo pochi. Ecco che, mobilitando un po’ tutte le figure più importanti del paesino, si danno un gran da fare per scongiurare quella eventualità: il rischio, infatti, è che per la mancanza della scuola Rupe si spopoli.


Valori Educativi



L’ impegno solidale degli insegnanti per salvare la scuola di un piccolo centro diventa un segno di speranza per il futuro delle piccole comunità montane. Dispiace che troppi temi importanti del mondo d’oggi siano stati trattati con ironica leggerezza e in particolare un atteggiamento un po’ troppo disinvolto di fronte al tema della disabiità.

Pubblico

10+

Un paio di scene di rapporti intimi senza nudità

Giudizio Artistico



Tecnica
Ottime interpretazioni di Antonio Albanese e della Virginia Raffaele per una storia semplice e ben confezionata ma con un sovraccarico di tematiche che vengono appena accennate

Cast & Crew

Our Review

Una commedia “impegnata” quella che esce dalla macchina da presa di Riccardo Milani. Un’elegante contaminazione tra Benvenuti al sud, Benvenuti al nord e Io speriamo che me la cavo. Alcune piccole varianti rispetto ai modelli: non c’è un trasferimento dal nord al sud (o viceversa) ma dalla grande città al paesino sperduto di montagna. Non si tratta di una scuola che deve fare i conti con dei ragazzi particolarmente difficili, ma semplicemente con un numero esiguo di bambini. Comunque, una storia semplice e ben confezionata. La narrazione è lineare e molto piacevole: un buon numero di battute di spirito, un’esposizione ordinata degli eventi (i pochi flashback presenti hanno una pura funzione esplicativa, quasi degli “spiegoni”) aiuta a non perdere il filo, alcuni imprevisti e ostacoli contribuiscono decisamente a rendere un po’ sostenuto il ritmo di una pellicola che correrebbe il rischio di risultare un po’ scontata o forse anche noiosa.

Sui contenuti si può dire qualche cosa in più. Già ad uno sguardo superficiale, ci si rende conto che vengono inserite diverse tematiche di attualità: il rapporto tra l’uomo e il creato (con una neanche troppo velata critica alla concezione della natura selvaggia sempre buona e dell’essere umano visto sempre come cattivo), lo svuotamento dei piccoli borghi, il lavoro dei campi sempre meno considerato e praticato, l’omosessualità (che ormai non può mancare), la guerra in Ucraina e la gestione dei rifugiati, il calo della natalità, l’umorismo un po’ troppo disinvolto di fronte al tema della disabiità… solo per citarne alcuni. Un grande problema, però, affligge il film in quest’ambito: che ogni questione viene solamente tratteggiata, senza un minimo di approfondimento e con l’intento, forse, di compiacere un po’ le nuove generazioni strizzando loro l’occhio con argomenti su cui sono sensibili.

Se poi ci si sofferma sul tratto didascalico di certi discorsi e immagini, ci si rende conto che è un po’ troppo accentuato. Anche l’inserimento di un paio di scene di rapporti intimi (pur senza indugiare in nudità) risulta un po’ superfluo nell’economia della narrazione.

Al di là di tutto ciò, non mancano delle scelte di produzione davvero indovinate.

Prima di tutto la coppia di protagonisti: l’affiatamento dimostrato da Albanese e la Raffaele e le loro ottime interpretazioni, fanno sperare di poterli vedere ancora insieme sul grande schermo. Anche i personaggi da loro interpretati sono ben delineati e conoscono una bella maturazione lungo tutto l’arco narrativo: i pregiudizi vengono scardinati dalla conoscenza reciproca dei protagonisti, l’ingegno e la fantasia riescono a far raggiungere un traguardo insperato.

Non solo, ma anche il resto del cast è davvero brillante: cosa da sottolineare perché il regista ha voluto coinvolgere e dirigere (per la maggior parte) attori non professionisti, dei paesani dei luoghi dove è stato girato il film. Così, anche gli stessi titoli di coda assumono un valore diverso: veder scorrere i volti accompagnati dai nomi e dalle professioni esercitate nella vita di tutti i giorni assume una coloritura molto più familiare.

Non può mancare, infine, una menzione della fotografia: i paesaggi, verdi o innevati che siano, sono una gioia per gli occhi, con alcune sequenze quasi da documentario.

Il fatto che il film appartenga al genere della commedia anticipa fin da subito il lieto fine, quale possa essere, quali ostacoli facciano capolino e come vengano superati non è poi così scontato.

Autore: Francesco Marini

Details of Movie

Paese ITALIA
Tematiche (generale)
Tematiche-dettaglio
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