Guerra
Di fronte alla ribellione del re di Argo, che si rifiuta di adorare gli dei olimpi e si paragona a loro, Zeus, su suggerimento del fratello Ade, decide di scatenare contro gli uomini il Kraken, il terribile mostro usato per sconfiggere i Titani. L’unico modo di scongiurare il disastro sarebbe offrire in sacrificio la principessa Andromeda. L’unico a poter salvare la città e la principessa è Perseo, semidio figlio di Zeus, che parte con un gruppo di coraggiosi compagni in una missione disperata…
Il film di Alejandro Amenàbar tratta di un luogo e di un'epoca estremamente interessanti. Nel IV secolo la mezzaluna di costa che da Alessandria d'Egitto si porta fino a Efeso, Pergamo, Antiochia, Costantinopoli, racchiudeva, con l'eccezione di Roma, le città più popolose del mondo allora conosciuto, ricche di storia, cultura e di arte.
Alessandria d'Egitto, 391 d.C. Mentre la filosofa e astronoma Ipatia cerca di comprendere il mistero dei movimenti degli astri, i pagani che si raccolgono intorno al tempio di Serapide decidono di prendere le armi per vendicare le offese subite dal loro dio da parte dei cristiani, scatenando la reazione di questi ultimi. L'imperatore Teodosio impone la pace con il suo esercito ma consente la distruzione dei templi pagani. Nel 414 d. C., quando è vescovo della città Cirillo, analoghe rappresaglie e contro rappresaglie scoppiano fra cristiani ed ebrei portando alla espulsione di questi ultimi. L'anno dopo, quando il prefetto della città Oreste cerca di contrastare l'influenza del vescovo Cirillo, sarà Ipatia con la sua morte a subirne le conseguenza, per una forma di rappresaglia di alcuni monaci fanatici verso il suo ostinato paganesimo e l'influenza che essa esercitava sul prefetto.
Nella libreria di Alessandria d'Egitto Tolomeo, luogotenente di Alessandro, ormai vecchio, inizia a dettare la vita del condottiero macedone. Racconta di vittorie gloriose, di avventurose spedizioni fino ai confini dell'India ma anche delle ribellioni dei suoi generali, delle trame di sua madre Olimpia, dell'ingombrante ricordo di suo padre Filippo, molto amato dal suo popolo.
Germania, 1989. Il muro di Berlino sta per crollare ma le truppe americane di stanza a Stoccarda non lo sanno. Non lo sa Ray Elwood che ammazza la noia del servizio militare con piccoli furti dai magazzini militari e raffinando droga da rivendere. Fino al giorno in cui si trova di fronte ad un affare più grosso di lui: la vendita di armi nel mercato dell'est. Ma c'è un sergente che lo sorveglia...
Stalingrado 1942. Giovani provenienti dalle più diverse province russe, appena discesi dalle tradotte, vengono mandati allo sbaraglio con un solo fucile ogni due di loro, corpi umani contro la micidiale macchina bellica tedesca.
Chi conosce il regista Ridley Scott come autore di film di visionaria fantasia come Blade Runner o il l Gladiatore, resterà sorpreso dal questo "Black Hawk Down". Si tratta di un quasi-documentario nel quale viene ricostruita, minuto per minuto, una sfortunata azione di guerra compiuta dai Ranger e dalla Delta Force americani nell'ottobre del 1993 durante la guerra in Somalia. Il tentativo di catturare due luogotenenti di Aidid, il signore della guerra loro nemico, finì con l'abbattimento di due elicotteri (i Black Hawk appunto) e l'uccisione di 19 soldati americani rimasti intrappolati tra le anguste stade di Mogadiscio. Ancora una volta Ridley Scott dimostra tutta la sua bravura di narratore di storie di azione: il coivolgimento dello spettatore è totale ed il realismo è notevole (se il cinema dove vedrete il film non mantiene sufficientemente basso il livello del suono, rischierete di rimanere assordati dalle esplosioni e dai colpi di mitragliatrice).
È difficile che la storia del capitano Algren – che richiama quella del sergente John Dunbar (Kevin Costner) in Balla coi lupi – non susciti la nostra empatia. È sempre emozionante vedere un eroe disilluso riscoprire il proprio senso dell’onore. E non è facile sottrarsi alla retorica epica ben applicata dalla convincente interpretazione di Tom Cruise e fedelmente rispettata dalla regia limpida e precisa di Edward Zwick.
La bandiera americana sventola su di un cimitero di guerra. Un vecchio signore, che ha combattuto come soldato semplice nell'ultima guerra (il soldato Ryan del titolo, impersonato da Matt Damon), accompagnato da una folta schiera di familiari, si inginocchia commosso davanti ad una croce bianca, quello del capitano J. Miller (Tom Hanks), che si è sacrificato per salvarlo.
Ci sono stati il bello e atipico (anche se duro) Tigerland di Joel Schumacher (ambientato in un durissimo campo d’addestramento per le reclute destinate al Vietnam, capace di giocare con serietà con le convenzioni del genere) e lo strombazzato Black Hawk Down di Ridley Scott (molto più scontato nella sua “morale” anche se virtuosistico nella regia), e buona ultima arriva la seconda fatica alla regia di Randall Wallace, sceneggiatore del premio Oscar Braveheart e già regista de La maschera di ferro, oltre che sceneggiatore di Pearl Harbor (una pellicola che tuttavia considera meno sua, dal momento che regista e produttore hanno ampiamente modificato, e a sua detta impoverito, la storia che aveva scritto).