PIU’ DI CHIUNQUE ALTRO
Sei documentari in forma di interviste per raccontare le ambizioni e le problematiche di ragazzi e ragazze appartenenti alla generazione Z. Un lavoro non certo esaustivo ma che cerca di evidenziare nuove professioni (soprattutto nel mondo digitale) e nuove sensibilità. Discutibile la puntata nella quale una ragazza cerca di assumere le sembianze di un uomo tramite somministrazione di testosterone. Su RaiPlay
1 Frontiere : una ragazza e due ragazzi sono sensibili al crescente problema dell’inquinamento globale
2 Videoludico: i videogiochi per riempire la propria esistenza quando sussistono problemi di lavoro o quando si hanno problemi personali nel relazionarsi agli altri
3 Testimoni: nuove frontiere della formazione grazie a nuove tecnologie digitali, a scuola e all’università
4 Plurale Il tema della libertà sessuale viene affrontato da Elena che lavora di sera in un locale che propone, tramite spettacoli, la cultura LGBTQIA+ e da Enea che sta facendo una cura di testosterone per trasformarsi da donna a uomo
5 Performare: due sorelle gemelle realizzano sé stesse, con l’aiuto dei propri genitori, l’una nella danza, l’altra nella pittura e la scultura
6 Fratture: tre ragazze trovano, nell’aderire a un laboratorio teatrale, il modo per realizzare se stesse e sostenersi a vicenda, riuscendo così a superare situazioni di insicurezza presenti nel loro passato
Valori Educativi
Le aspirazioni di ragazzi e ragazze della generazione Z. Non si tratta sempre di casi che possiamo considerare espressione di comportamenti diffusi ma alcuni possono venir considerati molto particolari, forse inseriti per destare l’interesse del pubblico. L’episodio 4 presenta situazioni ambigue riguardo all’identità sessuale
Pubblico
14+Alcune tematiche trattate richiedono una capacità di giudizio già formata. Raiplay continua a non fornire alcuna protezione per i minori
Giudizio Artistico
Quasi tutte le puntate raggiungono l’obiettivo di porre in evidenza la personalità dei ragazzi e delle ragazze intervistati. Meno efficaci alcune (in particolare la sesta)
Cast & Crew
Regia
Flavia Montini
Sceneggiatura
Sibilla Barbieri
Flavia Montini
Vittorio Parpaglioni Barbieri
Our Review
Questo documentario, disponibile su RaiPlay, si pone l’obiettivo (sicuramente ambizioso) di disegnare un ritratto della generazione Z e lo fa lasciando parlare direttamente ragazzi e ragazze di quella fascia di età coprendo, in ognuna delle sei puntate di 30 minuti, tematiche che gli autori hanno scelto perché giudicate significative per questa generazione, puntate nelle quali i ragazzi raccontano le loro aspirazioni, le loro realizzazioni, le loro insicurezze e come hanno cercato di superarle.
La generazione Z è quella che costituita dai nati nei tardi anni ’90 e fino al 2010 (quindi dai 13 ai 28 anni a oggi: di fatto nelle interviste vengono presentati ragazzi che hanno almeno 18 anni). Si tratta della prima generazione con una peculiarità molto ben definita: è la prima ad essersi sviluppata potendo godere dell’accesso ad Internet sin dall’infanzia.
Sono già tanti i serial che sono stati realizzati intorno a questa fascia di età e dell’influenza che nella loro vita esercitano i social media soprattutto per quel che riguarda gli adolescenti (Rumors, Vivere non è un gioco da ragazzi, Crush, 5 minuti prima, Tutto chiede salvezza, La bambola di pezza, Nudes,..). In sostanza ognuno è tenuto a far nascere in rete il proprio avatar, la miglior rappresentazione di se stesso (anche con foto adeguate) e se non si è presenti in rete è come se si non esistesse (Rumors, in particolare, sottolinea questo aspetto).
Più di qualunque altro ha un diverso target:si sposta qualche anno più avanti e intervista ragazzi e ragazze che hanno già trovato un loro impegno lavorativo o comunque una propria vocazione da sviluppare. Da questo punto di vista, anche se vengono evidenziati contesti innovativi, dove il mondo virtuale di Internet risulta prevalente, il nodo che questi ragazzi cercano di sciogliere è senza tempo e vale per loro come per chi li ha preceduti e per chi li seguirà: hanno scoperto qual è la loro vocazione nel mondo? Sono riusciti a realizzarla? Stanno impegnandosi solo per soddisfare se stessi o essere di beneficio anche al proprio prossimo?
In questa prospettiva darei la palma a Giorgio, 25 anni (episodio 1) di Taranto: laureato in filosofia, ha seguito un corso di specializzazione per il sostegno perché crede nell’inclusione e nell’aiuto reciproco. Ha un animo sensibile (“il tramonto di Taranto è il più bello che ci sia”) ma anche realisticamente preoccupato per l’inquinamento della sua città che potrà difficilmente esser risolto.
Interessanti anche le storie di Arianna e Lorena (episodio 5), due sorelle gemelle molto diverse fra loro ma che hanno trovato entrambe la loro strada. Arianna è diventata ballerina al teatro dell’Opera di Roma: fino ai diciotto anni si è dovuta impegnare a completare gli studi e andare a scuola di danza. Ora è soddisfatta perché è diventata quello che ha sempre voluto essere. Anche la sorella, più ribelle, si è sforzata di completare gli studi ma anche di seguire la sua vocazione: diventare pittrice e scultrice. Dietro queste due ragazze, anche se compaiono di sfuggita in alcune foto, è palese il merito dei loro genitori. Un padre e una madre che non solo hanno dato la libertà di seguire le loro vocazioni ma hanno fatto loro comprendere che i loro “sogni” andavano perseguiti con grande impegno e determinazione. Si intravede una famiglia benestante (le ragazze sono potute andare anche all’estero per la loro formazione) e con una buona preparazione culturale.
Alcuni episodi ci proiettano all’interno del nuovo mondo digitale: Verdiana, professoressa di liceo e Benedetta, docente universitaria (episodio 3) ci mostrano l’efficacia di nuovi metodi didattici che fanno ampio uso del digitale e non possiamo che apprezzare le loro iniziative ma molto più problematiche sono le storie presenti nell’episodio 2. Federica e Giulio passano tutta la giornata davanti a un computer interagendo a distanza con i loro fan. Federica è una influencer per videogiochi mentre Giulio è un content creator . Non possiamo che restare perplessi di fronte a una vita priva di relazioni umane dirette. La puntata spiega anche la genesi di queste scelte-rifugio: Giulio ha avuto problemi a relazionarsi con gli altri, non è riuscito a completare gli studi ma lavorando davanti a un computer ha ritrovato in parte il suo equilibrio. Federica, durante il periodo del Covid, si era trovata senza lavoro e ha finito per seguire una sua privata passione, quella dei videogiochi. È evidente che non si stanno proponendo nuovi lavori per le nuove generazioni ma di impegni a tempo, finché si ha l’età e lo spirito per interagire con altri giovani che coltivano gli stessi hobbies.
Veniamo all’episodio intitolato Plurale (episodio 4) che ha bisogno di particolare attenzione.
Si parla di Enea, una ragazza che da un anno sta prendendo testosterone per cambiare sesso. Ogni mese mette in rete una sua autointervista per mostrare i mutamenti che subisce progressivamente il proprio corpo. In una di queste sue apparizioni in rete ha anche intervistato la madre e il padre che sono risultati consenzienti riguardo a questa trasformazione. Come giudicare quanto ci viene presentato?
Per fortuna non stiamo parlando di interventi chirurgici per modificare i propri organi sessuali. La situazione sarebbe stata sicuramente grave perché si sarebbe trattato di mutilare organi sani e si sarebbe violata l’integrità della persona. L’impiego di ormoni può avere significato in caso di intersessualità: cioè di situazioni dove il sesso risulta incerto fin dalla nascita. In questo caso la cura ormonale può aiutare a determinare meglio la sessualità della persona. In casi invece dove è la psiche della persona, ormai responsabile, che desidera apparire con un sesso diverso dal suo originario, l’uso di ormoni genera solo modifiche sessuali secondarie: si crea così solo un inganno che danneggia l’identità personale e le relazioni interpersonali. Dalla puntata non si comprende in quale delle due ipotesi si posizioni Enea. È sempre difficile comprendere queste situazioni di sofferenza per chi non è coinvolto in modo diretto o mediato ma non ci resta che sperare in due cose: che la persona coinvolta abbia il coraggio di accettare ciò che è realmente e che le persone che hanno rapporti con lei sappiano rispettarla per quello che è, nella sua dignità. Sappiamo che si tratta di due obiettivi difficili.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Paese | ITALIA |
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Tipologia | Documentario |
Tematiche (generale) | Lavoro e Societa' Young Adult |
Sarah N
Un uomo saggio vive con il suo ingegno e il suo portafoglio. Come un attore https://streamingcommunity.vc di cinema, per esempio.
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