I TRE MOSCHETTIERI – D’ARTAGNAN
I tre moschettieri – D’Artagnan si configura come un blockbuster europeo che sfrutta nel miglior modo possibile il proprio materiale d’origine per dar vita ad un film di cappa e spada ben eseguito e ben recitato. (già programmata la seconda putata). In Sala
Il giovane guascone Charles D’Artagnan si dirige a Parigi col sogno di diventare un moschettiere del re; una volta giunto nella capitale, D’Artagnan inizierà sin da subito a dimostrare il proprio valore, mettendosi in luce presso la famiglia reale e unendosi al gruppo dei Tre Moschettieri, la cui fama si era già sparsa per tutta la Francia.
Valori Educativi
Forte legame di amicizia fra i quattro moschettieri. Un crocefisso viene usato come un’arma per colpire un uomo
Pubblico
14+Scene di combattimento senza dettagli cruenti, un crocefisso usato come arma, cenni al comportamento “fluido” di Porthos.
Giudizio Artistico
Ottima ricostruzione della Parigi del ‘600, pienamente rispettato l’alto dinamismo del racconto così come richiesto da un blockbuster di puro intrattenimento
Cast & Crew
François Civil
Vincent Cassel
Romain Duris
Pio Marmaï
Eva Green
Regia
Martin Bourboulon
Our Review
La storia dei tre moschettieri, topos letterario di grande importanza, ha da secoli affascinato generazioni di lettori e influenzato innumerevoli cineasti che si sono cimentati nella realizzazione di svariate trasposizioni cinematografiche.
Dai primi anni Dieci del Novecento fino agli anni Duemila, si contano infatti più di venti pellicole che hanno tratto ispirazione dal romanzo di Alexandre Dumas.
Tra gli adattamenti più importanti, che sono entrati di diritto nell’immaginario collettivo, sicuramente si possono citare I tre moschettieri di Stephen Herek (1993), La maschera di ferro di Randall Wallace (1998) e I tre moschettieri di Paul W. S. Anderson (2011), i quali presentano caratteristiche differenti l’uno con l’altro e soprattutto con il lungometraggio uscito nel 2023.
I tre moschettieri del 1993, presenta una struttura molto semplice, che omette molti personaggi secondari in favore di una trama esclusivamente incentrata sui quattro moschettieri e sul loro antagonismo con il cardinale Richelieu. In nome dell’avventura e dei combattimenti viene dunque sacrificata una sceneggiatura che avrebbe potuto approfondire maggiormente il rapporto di amicizia tra i moschettieri nonché l’ambiente parigino in cui vivono.
Con la Maschera di ferro invece viene compiuto un importante passo avanti. Innanzitutto il regista sceglie di ispirarsi al capitolo conclusivo della saga dei tre moschettieri ovvero “Il visconte di Bragelonne”, ambientato molti anni dopo l’arrivo di D’Artagnan a Parigi e svolto in un periodo in cui sono ormai lontani i tempi in cui i moschettieri si coprivano di gloria. Ciò che viene ben messo in evidenza è come il rapporto tra i personaggi sia cambiato col sopraggiungere dell’età adulta e soprattutto come il legame di amicizia che li ha uniti e contraddistinti sia mutato nel corso degli anni.
Allo spessore psicologico proposto dalla pellicola di Randall Wallace, si contrappone il film del 2011 di Anderson il quale, pur scegliendo di trasporre su schermo la classica vicenda dei moschettieri, conferisce alla storia un’atmosfera da commedia americana, divertente, ricca di combattimenti, imboscate, sparatorie, esplosioni ma ben lontana dai toni drammatici (ed europei) di Alexandre Dumas.
Nel 2023 tocca a Martin Bourboulon realizzare una nuova trasposizione dell’opera e raccogliere dunque una importante eredità.
A differenza dei propri predecessori, Bourboulon rispetta in modo molto fedele il testo di Dumas, conducendo lo spettatore in una Francia del 1600 (ben ricostruita) che sta vivendo un periodo turbolento: lo scontro tra cattolici e protestanti (evento che però rimane perlopiù in secondo piano in quanto la scelta della produzione è quella di dar più respiro alle vicende dei personaggi piuttosto che alla vicenda storica in sé); è in questo contesto che il giovane D’Artagnan si muove attraverso una Parigi inquieta e oscura, con lo scopo di coronare il proprio sogno di diventare un moschettiere. Naturalmente ci riuscirà grazie all’incontro con Athos, Porthos e Aramis. Ed è proprio dall’incontro con i tre moschettieri che emergono i valori più importanti che contraddistinguono la pellicola.
Innanzitutto viene messo in evidenza sin dalle prime scene come il rapporto di amicizia tra Athos, Porthos e Aramis sia molto forte in quanto insieme hanno vissuto e condiviso tante difficoltà, imprese e numerosi momenti di gioia. Quando poi si aggiungerà D’artagnan, il trio si dimostrerà sin da subito disposto ad integrare il nuovo arrivato nel gruppo, rendendolo partecipe del legame speciale esistente tra i tre.
Altro valore che contraddistingue il film, è il rapporto tra D’Artagnan e Athos; quest’ultimo infatti vede nel giovane una persona onesta, sincera e assennata, carica di sogni e di progetti per il futuro. Per tale motivo, il moschettiere tratterà il ragazzo come fosse un figlio, dandogli spesso dei consigli quando lo vede in difficoltà e dimostrando dunque sincero affetto paterno.
Nella caratterizzazione dei personaggi, tuttavia, va segnalato un particolare negativo. In una brevissima scena del film infatti, si vede Aramis, il più religioso del gruppo, colpire con una croce un uomo per torturarlo. Sebbene si configuri come una metafora della giustizia divina che colpisce l’uomo, sarebbe forse stato più interessante approfondire la fede e la religiosità del personaggio (e di riflesso del gruppo) piuttosto che lanciarsi in una rappresentazione (pur di pochi secondi) di violenza grafica. Del resto, data la scelta del regista di non sviluppare il delicato periodo di tensione religiosa vigente nella Francia dell’epoca, non sorprende che la “fede” dei moschettieri sia trattata come una questione esclusivamente politica (più volte infatti si parlerà di fedeltà dovuta al sovrano Luigi XIII e alla Nazione) e mai (se si esclude la scena del crocifisso) religiosa.
Per quanto concerne l’aspetto tecnico, una caratteristica notevole e fuor di dubbio apprezzabile nell’esecuzione del film, risulta essere la scelta registica di adoperare numerosi piani sequenza e scene di combattimento che vedono coinvolti i protagonisti, con lo scopo di far entrare a stretto contatto lo spettatore con i vari personaggi e facendo sì che chi guarda non perda neanche una sfumatura delle loro interpretazione.
La cura per le scenografie e per i costumi inoltre, rende la rappresentazione della Francia del XVII secolo fortemente realistica e fedele alle ambientazioni evocate da Dumas nel suo romanzo.
Nel cast spiccano in particolar modo le figure di Eva Green (Milady), Vincent Cassel (Athos) e François Civil (D’Artagnan), che conducono la narrazione; la struttura del film ruota infatti attorno l’ingenuità di D’Artagnan introduce lo spettatore ad un mondo nuovo, fatto di avventure, amori e sotterfugi, mentre Athos col suo coraggio, si dimostra un nobile eroe da cui ognuno deve prendere esempio e dunque il moschettiere per eccellenza. Infine, la bellissima e affascinante Milady con la sua astuzia e abilità, altri non è che la rappresentazione degli intrighi che si celano dietro la corte di Francia.
In conclusione, I tre moschettieri – D’Artagnan è un film d’avventura che possiede una propria epica, nonché carico di azione, ed in grado di bilanciarsi perfettamente tra un’atmosfera romanzesca e storica. Notevole è fuor di dubbio l’importante equilibrio tra scene d’azione e momenti di introspezione, che fanno sì che il film possa definirsi un prodotto completo e mai superficiale.
Grazie al rispetto (quasi) totale del testo del romanzo originale ed alla capacità di Bourboulon di adattarlo al cinema contemporaneo, il prodotto finale risulta essere un blockbuster avvincente, ben diretto e ben recitato che spinge ad aspettare, con grande attesa, il secondo capitolo della storia (I tre moschettieri – Milady) che uscirà a dicembre.
Autore: Davide Amenta
Details of Movie
Autore | Davide Amenta |
---|---|
Etichetta | Non classificato |
Paese | FRANCIA |
Pubblico | 14+ |
Tipologia | Film |
Titolo Originale | Les Trois Mousquetaires: D'Artagnan |
Tematiche-dettaglio | Cappa e spada |
MARIA
Recensione ben scritta, particolareggiata e appassionata. La descrizione degli ambienti e dei personaggi è talmente convincente, da invitare il lettore alla visione del film. Bravissimo Davide Amenta
Recensione ben scritta, particolareggiata e appassionata. La descrizione degli ambienti e dei personaggi è talmente convincente, da invitare il lettore alla visione del film. Bravissimo Davide Amenta