ZODIAC

2005156 min14+  

A 12 anni dal duro Seven David Fincher torna a dare la caccia ad un serial killer. Ma se allora due detective dai caratteri opposti percorrevano quasi involontariamente il percorso tracciato per loro da un assassino fanatico e disposto a tutto pur di completare il suo delirante disegno, qui il regista si ispira a un fatto di cronaca che ha segnato la sua infanzia (era bambino quando Zodiac minacciava di impallinare gli studenti in discesa dallo scuolabus) per raccontare, più che il virtuosismo negativo di una mente criminale, le intuizioni, la fatica e le frustrazioni degli uomini che si impegnarono nella sua caccia.

Valori Educativi



La frustrazione dei cacciatori investe in parte anche lo spettatore che faticherà a rinunciare a una conclusione positiva del mistero

Pubblico

14+

Alcune scene di violenza, uso di droga

Giudizio Artistico



La pellicola paga lo scotto di una progressione atipica, con numerosi salti temporali e frequenti slittamenti del punto di vista che l’ottima regia di Fincher e le performance degli attori riescono a compensare solo parzialmente.

Cast & Crew

Our Review

Così mentre una magistrale ricostruzione d’ambienti ci fa cavalcare l’ultimo scorcio di anni ’60 per proiettarci in anni ’70 meno fracassoni di quanto siamo abituati a ricordare, l’assassino inafferrabile (anche perché, contrariamente alle convenzioni del genere, sembra impossibile individuare uno schema) si prende gioco di una polizia di cui vediamo tutte le ingenuità, le imprecisioni, le debolezze (e anche le ambizioni, naturalmente).

Altrettanto importante, anche per il ruolo attribuitale dall’ego smisurato di Zodiac, è la stampa, rappresentata in modo diametralmente opposto dal gaudente Avery (destinato a rovinarsi con alcool e droga) e dal timido Greysmith (che pure pagherà la sua ossessione con la separazione dalla seconda moglie).

Ciò che accomuna i due mondi, che occupano a turno il primo piano (pregiudicando l’intento dichiarato di mantenere il punto di vista di Greysmith), è la volontà di smascherare Zodiac, tanto più inquietante per la sua imprevedibilità. Questa ricerca, svolta con metodi diversi, ma alla lunga con la stessa incontrollabile ossessione, segna la vita dei vari personaggi in modo coerente con la loro natura: mentre il detective Armstrong lascia l’indagine e la Omicidi, Avery si rovina con la droga; più simili Toschi e Greysmith, che mettono a rischio le loro famiglie e forse anche le loro vite. Non manca un accenno al fatto che Zodiac, uscito dalle indagini scottanti delle autorità, migra ben presto sul grande schermo (fu l’ispirazione di Ispettore Callaghan il caso Scorpio è tuo).

Detto questo, la pellicola paga lo scotto di una progressione atipica, con numerosi salti temporali (per ricostruire gli intervalli tra i crimini e poi oltre, le indagini mai ufficialmente chiuse) e frequenti slittamenti del punto di vista che l’ottima regia di Fincher e le performance degli attori riescono a compensare solo parzialmente.

L’inafferrabilità di un male che continua a cambiare obiettivo, l’impotenza di chi deve rimanere nella legalità anche quando la verità sembra evidente: gli ingredienti cucinati da Fincher sono affascinanti, ma la frustrazione dei cacciatori investe in parte anche lo spettatore, che faticherà, per amor di cronaca, a rinunciare all’inattaccabile soluzione del mistero a cui tanti film lo hanno abituato.

Autore: Luisa Cotta Ramosino

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