WONDER WOMAN

141 min10+  

Diana cresce nell’isola segreta di Themiscira come principessa delle Amazzoni, donne guerriere votate a proteggere il genere umano dal terribile Ares dio della guerra e seminatore di violenza e dolore. Poi un giorno sull’isola giunge Steve Trevor, un ufficiale americano in fuga dai tedeschi. È il 1918 e la grande guerra insanguina l’Europa. Diana capisce che Ares è tornato e decide di seguire Steve nel mondo che ancora non conosce ma che vuole salvare…

Fra tanti eroi maschili dell’universo Marvel, Wonder Woman mostra un volto femminile guerriero sì, ma non guerrafondaio, votato alla protezione e alla salvezza


Valori Educativi



L’eroina mostra uno sguardo privo di cinismo sulla realtà, che sfida anche l’insensata violenza delle trincee del fronte occidentale e ribadisce la fiducia nella capacità di bene della natura umana contro il cupo pessimismo del suo avversario

Pubblico

10+

Scene di violenza nei limiti del genere, un paio di allusioni a sfondo sessuale.

Giudizio Artistico



Non a caso i produttori hanno voluto mettere a capo dell’operazione Patty Jenkins, una regista donna e forse è proprio a questo sguardo alternativo dobbiamo questa versione meno sexy e più fiera e regale anche se la storia soffre di un inizio un po’ lento e non ha per la verità degli antagonisti davvero interessanti

Cast & Crew

Our Review

Wonder Woman era forse una delle cose migliori dell’ultimo capitolo dell’universo di supereroi della DC Comics, Batman contro Superman, che per il resto non brillava. Qui ritorna come assoluta protagonista in una storia che racconta l’inizio della sua missione e che promette di diventare un tassello importante di quel mondo.

Si tratta del primo vero blockbuster con una supereroina protagonista (meglio dimenticare i modesti Elektra e Catwoman) in un genere prevalentemente maschile (anche se qualche personaggio femminile interessante c’è già stato, specie tra gli X Men, e la Vedova Nera è un membro importante degli Avengers). Non a caso i produttori hanno voluto mettere a capo dell’operazione una regista donna, e forse è proprio a questo sguardo alternativo dobbiamo questa versione meno sexy e più fiera e regale dell’eroina che combatte con una miniarmatura dai colori della bandiera americana.

La contrapposizione tra un maschile bestialmente guerrafondaio e un femminile guerriero sì, ma votato alla protezione e alla salvezza (in modo forse un po’ ingenuo e kitsch Diana afferma di lottare in nome dell’amore contro la volontà di potenza di Ares) piuttosto che alla violenza e alla prevaricazione, è un tema fondamentale della pellicola.

Non che la storia della principessa amazzone guerriera cresciuta in un’isola di sole donne demonizzi in assoluto l’elemento maschile; anzi, la dinamica tra la protagonista e Steve Trevor ha la comicità e l’atmosfera di certe commedie d’altri tempi, con una lei intelligentissima ma totalmente ignara dei meccanismi “mondani” e un lui civilizzato ma sfidato a riconoscerla come pari.

La storia si svolge alla fine della Prima Guerra Mondiale: nei fumetti originali era la seconda ma saggiamente i produttori hanno spostato lo scenario evitando così il confronto (per altro inevitabile con le avventure di Captain America, un altro supereroe dal cuore puro con cui Diana ha molto in comune .

Innanzitutto lo sguardo privo di cinismo sulla realtà (una vera novità specie nell’universo superomistico della Warner, che ha finora privilegiato i toni cupi anche su un campione del bene come Superman), che sfida anche l’insensata violenza delle trincee del fronte occidentale e ribadisce la fiducia nella capacità di bene della natura umana contro il cupo pessimismo del suo avversario.

Sempre nei limiti dell’intrattenimento mainstream, infatti, il film sfrutta il contesto storico  per tentare un discorso un po’ più complesso sulla natura della guerra e su quella dell’origine della violenza umana (libero arbitrio, natura irredimibile o influenza sovrannaturale?).

La storia soffre di un inizio un po’ lento e non ha per la verità degli antagonisti davvero interessanti (il solito generale guerrafondaio e una scienziata che sperimenta con i gas letali, elemento, purtroppo assai attuale), mentre sul finale il solito scontro con macchine e carri armati gettati per aria ormai sembra il dazio da pagare al genere.

Ciononostante, anche grazie all’interpretazione luminosa di Gal Gadot, convincente sia nei momenti d’azione che in quelli di alleggerimento comico, anche se si rimane lontani dai migliori capitoli della Marvel, il film si lascia vedere e lascia sperare in un cambio di rotta anche per il futuro di Batman, Superman e C.

Autore: Laura Cotta Ramosino

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