TI VA DI BALLARE?
Il film è ispirato alla storia vera di Pierre Dulaine, famoso ballerino da sala di Manhattan, che decide di dedicare parte del suo tempo ai ragazzi di una scuola disagiata: inventò il metodo Dulain. È convinto che l’introduzione del ballo nelle scuole possa essere un modo per aiutare i soggetti più in difficoltà e inclini alla violenza a riscattarsi. All’inizio i ragazzi non sono collaborativi, ma sono contagiati dal suo entusiasmo e dal suo impegno quando miscela lo stile classico con il più moderno hip-hop… Disponibile su Chili.
Il film è ispirato alla storia vera di Pierre Dulaine, maestro di ballo da sala che decide di dedicarsi all’insegnamento in una scuola di New York frequentata da ragazzi problematici. A far scattare in lui questo desiderio è l’assistere allo sfogo di rabbia di uno di questi studenti, Rock, mentre vandalizza l’auto della preside della scuola. Il giorno dopo si presenta nella scuola, alla preside, di cui deve vincere il forte pregiudizio iniziale, affinché lei decida di concedergli la possibilità di introdurre una classe di ballo per i ragazzi della scuola. Ovviamente per riuscire escogiterà di tutto riuscendo a conquistare l’attenzione e il rispetto dei ragazzi quando mostra loro come si balla il tango assieme alla seducente Morgan. Da lì inizia ad entrare nella confidenza dei ragazzi e con loro si impegnerà nella preparazione di una gara di ballo…
Liz Friedlander
Dianne Houston
Valori Educativi
Dignità, rispetto, educazione, altruismo, gratuità, spirito di squadra, dedizione al proprio lavoro
Pubblico
10+Qualche scena mostra la sensualità del ballo. Rare espressioni allusive al sesso
Giudizio Artistico
Si tratta prevalentemente di un film musicale: si apre e si chiude con il ballo. La sceneggiatura non è particolarmente avvincente, ma il messaggio che passa è chiaro. Perfettamente nella parte Antonio Banderas.
Cast & Crew
Regia
Liz Friedlander
Sceneggiatura
Dianne Houston
Our Review
Centro del film sembra essere la musica hip-hop che accompagna le immagini iniziali. Protagonisti principali un gruppo di adolescenti alle prese con tutta la loro vanità e, in mezzo a loro, c’è lui, Pierre Dulain (Antonio Banderas), maestro di ballo da sala, belloccio, che con il suo charme e la sua maestria non passa inosservato.
«Io vorrei essere d’aiuto» chiarisce il signor Dulain alla pragmatica e indaffarata preside della scuola di periferia che gli chiede il motivo della sua offerta. Ma il compito non è affatto facile. Perché i primi a non credere alla sua offerta sono la stessa preside con i suoi collaboratori che lo deridono cercando addirittura di dissuaderlo: «Quei ragazzi non vorranno quello che gli stai offrendo».
E qui il nocciolo del rapporto maestro-allievo nella risposta dell’esperto ballerino: «Glielo hai chiesto?». Sì, qui il punto: la capacità di ascoltare degli insegnanti che da un lato pretendono di essere seguiti e dall’altra, però, sono i primi a non ascoltare quanto hanno dentro i ragazzi. Cosa che invece farà Dulain consapevole dell’importanza del dialogo e dell’ascolto mostrando che la chiave di volta sta nel rispetto reciproco. Ascolta, innanzitutto, accogliendo ciò che piace ai ragazzi, senza pregiudizio. Fa proprio il loro mondo, il loro modo di fare e mostra che non conta la forma, ma l’anima, l’impegno, in ciò che si fa e quindi anche nel ballo.
Ma cosa fa il signor Dulain? È lui stesso a spiegare, a metà del film, all’associazione genitori, il senso delle sue lezioni: «Vedete? Se lei mi permette di guidare [parla mentre sta conducendo nel ballo la stessa preside], ha fiducia in me. Ma, ancora più di questo, ha fiducia in sé stessa. Ora: se la vostra figlia sedicenne è forte, è sicura ed ha fiducia in sé stessa, come può permettere che un’idiota qualsiasi le manchi di rispetto? E se vostro figlio impara a toccare una ragazza con rispetto, come tratterà le donne per tutta la sua vita? […] Ecco quello che faccio qui, in questa scuola: insegno danza e con essa una serie di regole che insegnano ai vostri ragazzi il rispetto, il lavoro di squadra e la dignità. E questo contribuirà a dar loro una visione del futuro che potrebbero avere».
Ai ragazzi, Dulain, deve insegnare tutto: le buone maniere, dire “grazie”, mostrar loro cosa significhi gratuità che, insieme alla gratitudine, sono due facce della stessa medaglia e non devono mancare nella vita di alcuno.
Ovviamente non basta che lui non abbia pregiudizi; deve, infatti, vincere la resistenza dei ragazzi e lo fa in una scena carica di sensualità in cui, mostrando come si balla il tango con la sua più brava allieva, Morgan, riesce a conquistarli alla sua “missione”.
Oltre ai ragazzi, i continui intermezzi rappresentati dai veloci scambi di pareri tra Dulain e la pragmatica preside, mostrano lo sforzo di far capire come, nella vita, non si possa vivere senza la bellezza. «Vorrei insegnare ai suoi ragazzi il ballo» dice alla preside, e dopo una derisione iniziale, rimarca, o meglio, ricorda alla preside che quei ragazzi sono «i suoi ragazzi… il suo scopo…». Troppo preso nel fare il proprio dovere, infatti, il corpo docente, sembra aver dimenticato per “chi” sta lavorando e, peggio ancora, la ragione per cui lo sta facendo: i ragazzi.
In altre parole, la danza, nella difficoltà di essere imparata, perché ci vuole metodo e dedizione, sacrificio e perseveranza, diventa metafora per cercare la bellezza della vita anche per esistenze sovraccaricate di sofferenze e dolore, dove ogni luce sembra esser stata offuscata. Una bellezza necessaria ad evitare di ridurre la vita al solo «combattere per mettere assieme pranzo e cena».
Dulain decide di offrirsi, liberamente, perché vuol far capire che nella vita non tutti riescono ad ottenere ciò che vogliono proprio perché non si impegnano seriamente. Questo lo dice chiaramente a Rock che lo contatta, nel cuore della notte, dopo esser finito al posto di polizia, perché aveva capito che di Dulain si poteva fidare e che lui sarebbe andato ad aiutarlo.
Il modo di fare di Dulain, carico di buone maniere e di un’attenzione che mai viene a mancare nei confronti degli indisciplinati studenti, aiuta a capire che il rispetto per gli altri è fondamentale nella vita e che vivere senza significa richiudersi in mondo dove non c’è spazio per i colori ma tutto è buio mentre nella vita c’è sempre un po’ di spazio per sognare e trovar pace. E in questo modo, mettendo al centro la propria e altrui dignità, ogni sacrificio ha senso perché aiuta a dar valore anche a quelle vite che mai saranno rifiuti, ma sempre possibilità.
Autore: Enzo Vitale
Details of Movie
Etichetta | FamilyOro |
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Paese | USA |
Tematiche (generale) | Adolescenti Educazione |
Tematiche-dettaglio | Carcere |
Tipologia | Film |
Titolo Originale | Take the Lead |
Piera
Non conosco il film ma da quanto leggo non penso possa entusiasmarmi più di tanto. Non escludo comunque che la visione possa farmi ricredere, ma altri hanno sicuramente la precedenza.
Non conosco il film ma da quanto leggo non penso possa entusiasmarmi più di tanto. Non escludo comunque che la visione possa farmi ricredere, ma altri hanno sicuramente la precedenza.
Mariastella
La recensione stuzzica la voglia di guardare il film.
La recensione stuzzica la voglia di guardare il film.
Mariastella
Bello il film, bella e molto accattivante la recensione. Grazie
Bello il film, bella e molto accattivante la recensione. Grazie
Mariastella Vanella
Molto bello il film, molto bella la recensione
Molto bello il film, molto bella la recensione
Mariastella Vanella
Un film ben recensito ha certamente una marcia in più. Questa è sicuramente una frecensione che stuzzicherà la voglia di guardarlo
Un film ben recensito ha certamente una marcia in più. Questa è sicuramente una frecensione che stuzzicherà la voglia di guardarlo