QUALCUNO VERRA’

Qualcuno verrà è un melodramma, quindi un racconto altamente drammatico con presenza di numerosi colpi di scena e personaggi in forte chiaroscuro.  Se Douglas Sirk è stato il maggiore esponente di questo filone, Qualcuno Verrà (5 candidature agli Oscar 1959) è probabilmente la migliore prova registica di Vincent Minnelli e Frank Sinatra, Dean Martin e Shirley MacLaine confermano in pieno i loro talenti. Alla fine il film avrà la capacità di superare gli schemi del genere per approdare a dei significati che superano i limiti  del tempo nel quale è stato realizzato. Non è tanto la storia in sé a dare valore al film (un incrocio, un po’ contorto fra il passato di David, il gioco d’azzardo, le ambizioni letterarie, i rapporti fra i genitori e figlie) quanto la bellezza dei dialoghi che delineano a tutto tondo i protagonisti.
Il contrasto, che innesca il dramma, è evidente fin dalle prime sequenze. David arriva nella sua cittadina natale, ora che la guerra è finita, cosciente delle sue debolezze (beve e gioca), ma sa anche che sta cercando qualcosa di forte e puro che sconfigga la sua solitudine (la voglia di scrivere romanzi rivela il suo impegno a riflettere sul vero senso da dare alla propria vita).   Atterra invece in un contesto provinciale dagli orizzonti limitati. Ne è la prova la sua proposta di matrimonio verso Gwen: lei non è in grado di guardarlo per quello che è e per quel che potrebbe diventare se lo amasse veramente ma è bloccata dal suo passato turbolento e dalle persone che frequenta. Si tratta di un muro che si ammanta anche di ipocrisie, come  nel caso del contrasto con suo fratello Frank ma che per una volta David riesce a scavalcare, aiutando sua nipote Diana a costruire il futuro che lei desidera per se stessa. “Tu mi fai sentire uno della famiglia: è una cosa nuova e mi piace”: le dice David mentre lei sale su un pullman diretto a New York, dove ha trovato un posto per il lavoro che desidera esercitare. In questo contesto Ginnie è la nota fuori dalle righe, proprio per la forza e  la purezza dei suoi sentimenti. E’ una prostituta di semplici origini, poco istruita, ma  proprio per questo  sa essere se stessa senza filtri: è innamorata di David e ciò le basta.   David riconosce che quell’amore infrange le sue barriere di difesa: proprio lui, che confessa di aver fallito con se stesso, scopre di avere  ora un compito preciso:  ricambiare il suo amore proteggendola e aiutandola. Quel primo nocciolo di altruismo che aveva percepito quando aveva aiutato la nipote Diana, ora può crescere verso un impegno più profondo. Non riveliamo altro riguardo alla trama ma quando i protagonisti si ritrovano riuniti al cimitero per le esequie di chi non c’è più, il sacerdote declama il Salmo 22: “il Signore è il mio pastore e non manco di nulla…“. Sembra proprio che quel percorso di crescita umana compiuto da David abbia un suggello finale nella fede. Lo stesso titolo in inglese del film:  Some Came Running è ricavato da Marco 10,17.