L’ORRIBILE VERITA’

193887 minTutti   Amore e FamigliaDivorzio

Se la screwball comedy degli anni ’30 era espressione di un ritmo sostenuto, equivoci esilaranti e dialoghi sofisticati questo film del 1937 ne è un ottimo esempio ma sa raccontare anche importanti verità sulle fondamenta su cui si basa l’amore coniugale. Su Chili

Jerry e Lucy sono una coppia dell’alta borghesia newyorkese (lui e lei non hanno necessità di lavorare) che ama condurre un’intensa vita sociale. Una tendenza che si rivela pericolosa per i loro rapporti. Nascono sospetti reciproci di infedeltà e alla fine decidono di divorziare. Il giudice sentenzia che dopo 90 giorni il loro matrimonio potrà venir considerato sciolto. I due continuano a frequentarsi (il pretesto è il loro simpatico cagnolino, rimasto in casa di Lucy) e ciò li spinge a ostacolarsi a vicenda nel consolidamento dei loro rapporti con i presunti nuovi fidanzati (per lei: Dan, un petroliere dell’Oklahoma, per lui: Barbara, una sofisticata e altezzosa ereditiera). Sono incontri/scontri che di fatto esprimono gelosie reciproche perché si sentono ancora legati l’uno all’altra…


Valori Educativi



Due coniugi, che conducono una vita troppo spensierata, finiscono per programmare il divorzio ma la separazione li aiuta a scoprire che il loro legame si fonda su solide radici.

Pubblico

Tutti

Giudizio Artistico



Espressione perfetta della Screwball Comedy, questo divertente film ha un ritmo impeccabile e ottimi attori. Oscar 1938 alla regia

Cast & Crew

Our Review

L’orribile verità (The Awful Truth) del 1937 è considerata una delle più riuscite screwball comedy: quel genere di film commedia americana che ebbe successo negli anni ’30 fino agli inizi degli anni ’40 e che fu caratterizzato da un  ritmo veloce e da un umorismo affinato per confermare che alla fine, a dispetto di tutto, ognuno riesce  a trovare la propria anima gemella. E’ quanto accade in questo film del regista Leo McCarey (Le campane di santa Maria, Un amore splendido) dove due coniugi hanno perso la fiducia reciproca (“Non esiste un matrimonio felice se si sospetta l’uno dell’altro”: conferma lei) e le situazioni comiche, le sequenze slapstick (inseguimenti rocamboleschi, cadute rovinose) sono costruite proprio intorno ai tentativi di entrambi di interferire nella ricerca di un nuovo amore da parte dell’altro. A ciò va aggiunta una peculiarità del regista McCarey: quella di costruire situazioni comiche con animali (anche in Le campane di santa Maria c’era un pestifero gattino) e questa volta il loro Fox Terrier chiamato Mr. Smith tesse situazioni comiche degne di un clown professionista. Se l’entertainment è assicurato,  la storia avanza con ritmo sostenuto verso il lieto fine senza aver l’aria di prendersi troppo sul serio. Famosa è la sequenza nella quale Lucy telefona al suo avvocato per informarlo che intende divorziare; lui cerca di farla riflettere :” il matrimonio è una bella cosa; quando sarai sposata da quanto lo sono io l’apprezzerai sicuramente” (ma intanto risponde in modo scostante e infastidito alla moglie che lo vuole a tavola per cena).
Ma il film trova spazio anche per una riflessione più seria sui rapporti di coppia. La vita mondana che i due protagonisti conducono comporta troppe situazioni promiscue, serate passate con altre persone e lui e lei, finiscono per perdere la fiducia reciproca. Di fronte ai novanta giorni che mancano alla separazione e ai primi rispettivi tentativi di trovare un nuovo partner, la prima reazione è puramente istintiva: la gelosia. Tornano alla mente, a entrambi, i primi, spesso buffi momenti nei quali si sono trovati a vivere assieme e comprendono che si tratta di un patrimonio esclusivamente loro, che non può venir violato. Nella fase successiva avviene qualcosa di più profondo: Jerry difende l’onore di Lucy di fronte  spiacevoli dicerie e lei sente verso di lui qualcosa di più di una riconoscenza: comprende di essere ancora innamorata. Per inciso, è interessante questo segno dei tempi: è stata lei, di comune accordo, a chiedere il divorzio, perché il tradimento dell’uomo veniva considerato accettabile: il tradimento da parte di lei avrebbe comportato una grave perdita della sua reputazione. Alla fine, questo tempo di allontanamento ha fatto maturare entrambi e quando si ritrovano a dormire in camere contigue nella casa di campagna della zia Betsy (niente paura: siamo in pieno codice Hays) riescono finalmente a parlarsi con il cuore  in mano. “Sei molto confuso, non è vero?” dice Lucy. “Tu no? Ora sono diverso. Sono stato un idiota ma ora non lo sono più. Dato che sono diverso, non credi che le cose possano essere ancora eguali?”.

Il film vinse meritatamente il premio Oscar 1938 per la miglior regia (oltre ad altre a cinque candidature) ma da lodare anche tutti i protagonisti e la sceneggiatura che risulta insolitamente arricchita, per un film popolare,  di cultura classica. Si fanno i Borgia, lo stoicismo e viene citato (tradotto): sic transit gloria mundi.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Etichetta
Paese  USA
Tematiche (generale)
Tematiche-dettaglio
Tipologia
Titolo Originale The Awful Truth
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