LA GRANDE BELLEZZA
Jep Gambardella ha 65 anni; vinse il premio Bancarella molti anni fa ed ora si accontenta di fare il giornalista per la pagina letteraria di una rivista romana. E’ ben addentro nel bel mondo e partecipa stancamente ai vari eventi mondani della capitale. Più volte viene invitato a tornare a scrivere ma lui non riesce a recuperare l’entusiasmo di un tempo. La notizia che una ragazza, sua fiamma di gioventù è morta, gli fa ancor più percepire che il bel tempo è passato…
Ripubblichiamo questa recensione per contribuire alla discussione in atto sul significato e il valore del film. Jep, giornalista e scrittore per una sola volta, è ben introdotto nelle notti romane: un’opera malinconica ma troppo ambiziosa, che manca del senso della misura
Valori Educativi
Rappresentazione di un mondo in decadenza che si autocompiace della sua dissoluzione: un’amicizia disinteressata di vecchia data è l’unica nota di calore che si riesce a intravedere
Pubblico
18+Frequenti scene di nudo femminili e uno maschile
Giudizio Artistico
Bella la fotografia di una Roma antica e melanconica, bellissima la colonna sonora, bravo Toni Servillo ma il film è troppo ambizioso e il tanto materiale messo sul fuoco fa perdere il controllo e si smarrisce la visione d’insieme
Cast & Crew
Produzione
Indigo Film
IN COPRODUZIONE CON BABE FILMS
Pathé Pictures
FRANCE 2 CINÉMA,
Regia
Paolo Sorrentino
Sceneggiatura
Paolo Sorrentino
Our Review
Le diversità maggiori si trovano nell’atteggiamento di fondo: Fellini aveva un suo senso morale che ci faceva percepire il degrado dell’ambiente che andava raccontando: Sorrentino è più semplicemente un cinico: vede la decadenza, ne coglie la malinconia ma non cè riscatto: c’è solo un lento cammino verso la morte.
Ci sono molte battute polemiche verso Roma ma non è simpatico prendersela con i cadaveri: Fellini ci raccontava una Roma pulsante, al centro della cinematografia mondiale; ora il cinema romano boccheggia e la capitale non può neanche essere considerata come il centro della cultura nazionale. Può essere vista al più come luogo politico e Sorrentino si affretta a presentarci un faccendiere che viene portato via in manette dal suo bell’appartamento con la vista sul Colosseo.
Fellini ritorna di prepotenza nel finale: La dolce vita si concludeva con una sequenza-verità: Marcello all'alba, dopo una notte di bagordi, con lo sguardo alterato dal troppo alcool, vede da lontano sulla spiaggia la giovane Paola: non riesce a sentire quello che dice ma intravede il suo volto sorridente che gli offre fiducia e speranza per una vita diversa. Ma gli amici di scorribanda lo invitano a raggingerli: Marcello si allontana per ritornare a quel mondo da cui non riesce a fuggire.
Jep all’imbrunire ha un ricordo: un suo amore giovanile, una serata estiva al chiaro di luna sugli scogli: lei accetta di farsi baciare e gli sorride. Jep si sta ancora domandando perché poi lei decise di lasciarlo. E’ molto probabilmente questa la grande bellezza che non si è più ripresentata.
Il film è una esposizione non organizzata di continue suggestioni, molto improntate alla malinconia, ma Sorrentino non mostra questa volta di avere il senso della misura: il film risulta troppo lungo, troppi personaggi si accavallano; sgradevole la caricatura di Madre Teresa di Calcutta, ridotta a una vecchia, decrepita e malferma: proprio lei che ha dimostrato di avere una energia smisurata nell’affrontare situazioni impossibili.
Molto bello il colore e bellissima la colonna sonora: forse anche Il vecchio frac di Domenico Modugno sarebbe stato particolarmente appropriato.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | La grande bellezza |
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Paese | ITALIA |
Etichetta | Non classificato |
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