IL COMPLOTTO CONTRO L’AMERICA (prima stagione)

20206 puntate di 60\\\' su Sky14+  

Newark, New Jersey, estate del 1940. I Levin sono una tranquilla famiglia medio-borghese: il padre Herman è un assicuratore apprezzato nel suo lavoro, la moglie Bess è casalinga e accudisce i due figli: Sandy che ha una vocazione per il disegno e il più piccolo Philip che ama collezionare francobolli. Entrambi i genitori sono di origine ebraica e sono preoccupati perché si è candidato alle prossime elezioni presidenziali Lindbergh, il trasvolatore atlantico che propone il non intervento U.S.A. e simpatizza per la Germania di Hitler che sta mettendo a ferro e fuoco l’Europa, perseguitando gli ebrei. Bess ha una sorella, Evelyn, che si è fidanzata con il rabbino Lionel Bengelsdorf. Ciò getta i Levin in grande sconcerto: il rabbino ha deciso di sostenere la campagna di Lindbergh, minimizzando il rischio che venga scatenata una campagna antisemita…

Nelle presidenziali del 1940, il presidente Roosewelt è contrastato da Charles Lindbergh che propone la neutralità degli Stati Uniti e un atteggiamento filonazista.  Un serial distopico ben realizzato ma lento nello sviluppo. Su SKY


Valori Educativi



Grande senso della famiglia, in base al quale nessun membro va lasciato solo e va protetto qualunque cosa abbia fatto. Una buona intesa, dettata da grande affetto, fra marito e moglie.

Pubblico

14+

Qualche situazione carica di tensione

Giudizio Artistico



Il serial mostra grande attenzione alle coreografie che realizzano una perfetta ricostruzione degli anni ’40, bravi gli attori (in particolar modo John Turturro) ma il racconto è lento a prendere il decollo e la storia appare diluita, sicuramente in previsione di una seconda sagione.

Cast & Crew

Our Review

La vita della famiglia Levin si svolge come all’interno di cerchi concentrici. Nel primo  resta inclusa tutta la famiglia, non solo i genitori con i figli ma anche i fratelli e i nipoti  (Herman cerca di prendersi cura del nipote Alvin, orfano già in tenera età, ma l’impresa non è facile perché è un ragazzo con una natura violenta). A questo primo livello gli affetti e la solidarietà sono massimi (“E’ pur sempre un membro della famiglia”: dice Herman, quando deve tirar fuori Alvin dai guai in cui si è cacciato).

Nel cerchio più esterno ci sono i vari quartieri della città e in questo caso occorre muoversi con prudenza perché in alcune zone c’è un forte antisemitismo. Infine a livello nazionale, c’è un presidente filo-nazista i cui atteggiamenti antisemiti sono maldestramente celati e ciò  autorizza i singoli cittadini a comportarsi con tracotanza se non con ostilità nei loro confronti.

Ovviamente Charles Lindbergh, nella realtà, non si candidò mai alla presidenza anche se fu fautore della neutralità degli Stati Uniti ma questo racconto distopico, ricavato dall’omonimo libro di Philip Roth, può vantare un credito di elevata verosimiglianza non tanto nelle vicende politiche quanto nel modo con cui partecipiamo alle ansie di una famiglia di origine ebraica che reagisce di fronte a una progressiva discriminazione. Se il padre insiste caparbiamente nel combattere civilmente per i propri diritti credendo nella stabilità della democrazia americama, Bess pensa sia opportuno emigrare in Canada; il figlio Sandy crede nelle novità che la presidenza Lindbergh ha portato mentre il piccolo Philip, che fa tante domande ricevendo risposte elusive, comprende solo che i tempi sono cupi e si rinchiude in se’stesso. Solo il nipote Alvin fa una scelta più radicale: emigra in Canada per combattere contro i nazisti.

Nel serial, nonostante si facciano frequenti riferimenti alla Germania nazista, non si parla di totalitarismo negli Stati Uniti. Nel totalitarismo esiste un tutto, un uno, impersonato dallo Stato, mentre   l’individuo non ha diritti nè dignità proprie ma è puramente funzionale a questo tutto. Siamo lontani da The man in The High Castle dove si ipotizza che tedeschi e giapponesi abbiano conquistato gli Stati uniti, o da The Handmaid’s Tale dove in un mondo pesantemente inquinato e con un alto tasso di sterilità, le poche donne feconde debbono soggiacere ai voleri di una classe dominante; in questo serial  parliamo invece dell’America di sempre: un crogiolo di razze e di nazionalità diverse dove, nel contesto di una democrazia instabile e di fronte al tentativo sempre incerto di determinare l’american way of life,  si muovono forti correnti disgregatrici che decidono chi sia un vero americano e chi no. Il film si concentra sulle vessazioni subite da componenti della comunità ebraica ma sappiamo che è di dimensioni ben maggiori, come continuiamo a constatare ancora oggi, la forte discriminazione che sussiste nei confronti degli afroamericani, come tantissimi film e serial continuano a ricordarci (da Il buio oltre la siepe a 12 anni schiavo).  Vengono anche citate le azioni violente degli aderenti al  Ku Klux Klan che, come cita il protagonista del film:“odiano i negri, gli ebrei e i cattolici”. In seguito, ai tempi del dopoguerra, non possiamo dimenticare le persecuzioni a cui furono soggetti i  sospetti simpatizzanti del comunismo organizzate dal senatore Joseph McCarthy (Good night e good luck)  e neanche i 110.000 americani giapponesi internati nei cosidetti campi di reinsediamento durante la seconda guerra mondiale ( Il club delle babysitter, Midway).

In un contesto così incerto il baricentro del racconto (grazie anche alla magnifica interpretazione di John Turturro) cade sulla figura del rabbino Lionel Bengelsdorf che si è assunto il delicato compito di conciliare il filonazismo di Lindbergh con la salvaguardia degli ebrei d’America. C’è molta modernità espressa in questo personaggio, perché è oggi, come allora che la costruzione del consenso popolare viene raggiunta con toni concilianti, con discorsi manipolatori ma sopratutto con la costruzione di opinioni politically correct in forza delle quali si può imbastire una autorizzata  denigrazione verso chi la pensa diversamente.

Complessivamente il serial mostra grande attenzione alle coreografie che realizzano una perfetta ricostruzione degli anni ’40: bravi gli attori (in particolare John Turturro) ma il racconto è lento a prendere il decollo e la storia appare diluita, sicuramente in previsione di una seconda sagione.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale The Plot Against America (S1)
Paese USA
Etichetta
Tematiche (generale)
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