DON MATTEO 14
Nell’apparenza tranquilla di una cittadina della provincia umbra, un sacerdote riesce, grazie a competenze e naturale inclinazione, a risolvere casi di cronaca che turbano il quieto vivere del luogo, fra conflitti familiari, amori nascenti e gag tra amici. Don Matteo è la sere tv più longeva della televisione italiana. Disponibile su RAI Play e in onda su RaiUno.
Don Massimo è da poco arrivato a Spoleto per sostituire l’amato parroco locale, don Matteo. Condivide la canonica con altri che formano la sua famiglia: un sacrestano, la perpetua e la giovane ed esuberante sorella. Coltiva, poi, una profonda amicizia con il maresciallo Cecchini della sezione locale dei carabinieri, che inizialmente lo aveva accolto con un pochino di resistenza (avendo preso il posto del suo storico amico don Matteo). Con il maresciallo trascorre tanto tempo giocando a scacchi e, tra una chiacchiera e l’altra, viene a conoscenza dei particolari delle indagini dei Carabinieri che si ritrovano spesso a misurarsi con casi di cronaca nera. Per una sua naturale inclinazione e per il suo passato nell’Arma, don Massimo, dotato anche di un profondo spirito di osservazione, riesce ad aiutare il maresciallo, nonostante il capitano dei carabinieri sia infastidito dalla presenza costante del religioso. A tutto questo si aggiunge la quotidianità degli altri protagonisti che si trovano implicati in storie d’amore e continui malintesi, che movimentano e arricchiscono la vita di tutti.
Valori Educativi
Il senso di famiglia. L’aiuto vicendevole e nei confronti delle persone in difficoltà. L’amicizia. I valori familiari nella loro complessità. La fede e la misericordia verso chi sbaglia offrendo una possibilità di redenzione
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Un format collaudato nel tempo (la più lunga serie televisiva italiana) che continua a piacere e a riscuotere successo
Cast & Crew
Our Review
“Squadra vincente non si cambia!”: questo il proverbio popolare. Ma si dice pure, nella logica dialettica degli opposti, che serva sempre “l’eccezione che confermi la regola”. Ed è quello che sta accadendo con la serie Don Matteo in cui, oltre ad essere cambiato, nel corso della precedente serie, il protagonista che dava nome al tutto (Terence Hill), ci si ritrova anche con volti del tutto nuovi che, almeno fino adesso, sembrano essere all’altezza dei precedenti (la coppia Maria Chiara Giannetta – Maurizio Lastrico eccellente nei ruoli del capitano e del pubblico ministero, oltre ad aver fatto fantasticare i fans in un loro coinvolgimento anche nella vita reale).
Si respira aria fresca – non solo per i panorami umbri che fanno da naturale sfondo scenografico – ma soprattutto nel clima familiare che vivono (e trasmettono) i personaggi della serie capace di non scadere mai in una favola sdolcinata. Non mancano drammi in termini di cronaca – coinvolgendo il novello Don Massimo che ben ha sostituito il famoso Don Matteo nelle indagini permettendogli di mettere a frutto la primaria inclinazione (ha un passato da carabiniere); ma anche quelli del quotidiano tra amici, familiari e conoscenti in un mix di sotterfugi, malintesi ed equivoci spesso causati dal fin troppo invadente maresciallo Cecchini (Nino Frassica).
Rispetto a Don Matteo, neanche troppo velatamente ispirato al già famoso padre Brown di chestertoniana memoria, qui, il nuovo parroco, don Massimo è un ex carabiniere che ben conosce le tecniche di investigazione, oltre – e come poteva mancare! – ad esser dotato di innate qualità che lo aiutano nell’aiutare. A questo aggiungiamo una considerazione ulteriore: il nuovo parroco di Spoleto sembra non essere circondato da un’aurea di santità quale era quella di cui appariva rivestito don Matteo. Si da più spazio ai tratti umani di don Massimo, lo si vede più spesso fermo in preghiera rispetto al suo predecessore e, inoltre, è meno ideale, con un passato che gli ha, letteralmente, “invaso” la canonica: la frizzante e dinamica sorella minore con la quale deve ricostruire un passato di dinamiche familiari non facili.
A questo poi, aggiungiamo l’immancabile triangolo amoroso che sembra stuzzicare i telespettatori sebbene, senza scadere mai in volgarità che intorbidirebbero “l’aria fresca” della scenografia, si ritrovi, già accennato, anche in questa quattordicesima serie tra personaggi che, almeno all’apparenza, appaiono infinitamente distanti: le puntate successive ci diranno…
Ovviamente, resta viva la domanda “cosa accadrà” – meglio sarebbe, “cosa combinerà?” – il nostro maresciallo Cecchini che, pur apparendo integerrimo nelle vesti della Benemerita al compiere il prezioso servizio per il bene comune, non manca mai di mettersi e mettere nei guai gli altri contribuendo a rendere la serie tv piacevole. Sarebbe, comunque, riduttivo riconoscere il successo del maresciallo più famoso delle serie tv italiane solo alla sua ben dosata simpatia frammista a momenti di evidente goffaggine. Al maresciallo viene, infatti, riconosciuta – come chiaramente attestato dal suo nuovo amico, il sacerdote Don Massimo – una profonda umanità che gli permette di intromettersi in tutto e con tutti perché dotato di un cuore pienamente generoso e buono.
Probabilmente sono le caratteristiche di bontà pienamente umana che accomunano i vari e cangianti personaggi della serie a renderla così longeva. In fondo, diciamocelo: a chi è che non piace posare lo sguardo su qualcosa di buono, di bello, di vero e, allo stesso tempo, di simpatico? Ed è quello che, di fatto, oramai da più di 20 anni, la RAI sta offrendo agli italiani con questa serie tv.
Forse ci possiamo attendere, quasi dandole per scontate, alcune conseguenze, magari anche sperate, nelle prossime puntate. Certo è che, il piacere di guardare don Matteo il giovedì sera, è serbato da milioni di italiani: ne è controprova il fatto che, quando per qualche ragione è rimandata la messa in onda, non sono pochi a lamentare un’assenza, per i più, familiare.
Ultimo ma non ultimo. In questa serie, nelle prime puntate (e anche nel continuo), c’è la presenza del piccolo e dolcissimo bimbo disabile Bartolomeo “Bart” Bonacina. Mancava calore sul set? Evidentemente no! Ma questa scelta scalda ulteriormente i cuori nel mostrare, tra l’altro, come si possano abbattere barriere, seppur invisibili, nei confronti della diversità.
Autore: Enzo Vitale
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