GANGS OF NEW YORK

New York down town, 1848. Due bande rivali si fronteggiano: da una parte i nativi, cioè quelli nati in America e dall'altra gli immigrati irlandesi per decidere chi dovrà diventare il signore sovrano del loro quartiere in una battaglia all'ultimo sangue. Le armi sono medioevali: coltelli, mazze, asce da macellaio.

Valori Educativi



Cinica visione di una New York costruita sulla violenza, il tradimento, il razzismo gli interessi personali. Vince il più spietato e gli onesti non hanno speranza di sopravvivere

Pubblico

14+

Violenza ai massimi livelli e molto dettagliata: coltelli rigirati nelle piaghe, colpi a tradimento, torture, cadaveri seviziati, il sangue scorre a fiumi

Giudizio Artistico



Ottimi gli attori, eccezionale il montaggio ed il ritmo della storia

Cast & Crew

Our Review

La legge è invece preistorica: che vincerà si sarà conquistato la supremazia su un popolo di ladri, prostitute, giocatori d'azzardo che vive intorno a quadrivio di Five Points, vicino al porto. Il capo della banda degli irlandesi muore accoltellato da Bill, il capo dei nativi e il figlio dodicenne (Amsterdam) mandato in un riformatorio.

Quindici anni dopo, Amsterdam torna a Five Points e, non riconosciuto, si pone al servizio di Bill il "Macellaio" attendendo il momento propizio per la vendetta. Nel frattempo è scoppiata la guerra civile ed i lavoratori di New York, che guadagnano con l'esportazione del cotone del Sud, mal sopportano di trovarsi dalla parte degli Unionisti. La leva obbligatoria per estrazione sarà la scintilla che farà scoppiare la rivolta dell' 11 Luglio 1863 e la seconda battaglia fra le bande di Five Points, questa volta on Amsterdam al posto di suo padre ucciso, si sovrapporrà agli scontri fra i rivoltosi e l'esercito chiamato a ristabilire l'ordine.

Scorsese e' cosciente di aver costruito un film sgradevole. La legge del più forte predomina dall' inizio alla fine del film mentre quella legale si applica quando possibile. Non ci sono nobili animi, ma razzisti pronti a linciare il primo negro che capita a tiro nei giorni della rivolta. Non ci sono patrioti, ma folle inferocite pronte ad assaltare gli uffici di leva. Non ci sono prodi soldati ma truppe che sparano ad alzo zero sulla folla. La democrazia e' amministrata da polititi che si alleano con i caporioni di quartiere e perfino le squadre dei pompieri, in concorrenza fra loro, lasciano che le case brucino pur di non consentire ai concorrenti di entrare in azione.

Scorsese non tradisce la sua ambizione di voler rappresentare la fonte, l'energia primitiva che ha contribuito a costruire la nazione americana, di aver voluto realizzare un secondo "Birth of a Nation" di Griffith o un' epopea tipo quella di John Ford sul Far West, ma lo fa con un atteggiamento di completo revisionismo.
Mentre per John Ford gli Stati Uniti d'America si sono costruiti riscattandosi dal caos e dalla violenza grazie ad un manipolo di eroi che hanno portato giustizia ed ordine, per Scorsese non ci sono buoni o cattivi, ma un magma incandescente primitivo, una conflittualità selettiva che si è poi consolidata sulle sue vittorie ed ha generato la grande e potente nazione di oggi. Simbolicamente il film inizia nelle caverne quasi preistoriche dove i guerrieri irlandesi si preparano al combattimento e finisce con lo skylight della New York moderna, comprese le torri gemelle ancora in piedi, presagio del prossimo ciclo di violenza.

La bravura di M. Scorsese e'indiscutibile. Il racconto non ha un attimo di pausa, anzi si approfondisce e si dilata progressivamente nello spazio e nel tempo, dall'angusto FivePoint della battaglia iniziale, all'intera New York quando scoppia la sommossa fino ad arrivare alla New York dei giorni nostri. Nè fa mistero di voler riecheggiare il cinema italiano, suo grande amore: prima di tutto Sergio Leone (come non poteva esserlo, revisionista anche lui, ma del film Western) ma anche Fellini traspare nell"inquadratura iniziale di un fatiscente multipiano in legno dove una moltitudine indistinta di straccioni sembra coinvolta in una grandiosa orgia, in modo molto simile alla "Roma" di Fellini.

E' doveroso commentare la mancanza di un divieto per minori da parte della commissione di censura italiana. La violenza scorre inesausta per tutto il film: coltelli che vengono rigirati nella piaga, feriti che vengono finiti con una mazzata sul cranio, cadaveri che vengono bruciati e seviziati, guerrieri che camminano nel lago di sangue prodotto dai feriti.
Film come "Salvate il soldato Rayan" di Spielgerg era stato giustamente vietato ai miori di 14 anni. Si trattava di un film d'autore di pari livello di quello di Scorsese ma la violenza era almeno limitata alla esposizione di ferite da arma da fuoco. Nel film di Scorsese c'e' molto di più: c'e' odio, vendetta, voglia di colpire. Non c'e' alcuna giustificazione alla decisione della giuria.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Gangs of New York
Paese USA
Etichetta
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