UNA DOPPIA VERITA’

93 min14+  

Mike Lassiter è il giovane figlio di un affermato avvocato americano trovato morto dalla moglie, ucciso da un colpo di pugnale in casa propria. Il ragazzo, ancora adolescente, viene accusato di parricidio e processato in primo grado. Lo difende l’avvocato Richard Ramsey , amico di vecchia data del padre, con cui però Mike si rifiuta di parlare. A seguito di un’apparente confessione da parte del ragazzo, il caso presentato ai membri della giuria popolare sembra di facile risoluzione, ma Ramsey, per affetto della madre e del figlio non è intenzionato a cedere

Un legal thriller che tiene sulle corde lo spettatore nell’aspettativa di un colpo di scena finale (che arriva ma che delude), una storia triste su quanto sia facile nascondere la verità


Valori Educativi



Il valore della verità è posto tutto in una semplicistica contrapposizione tra menzogna e realtà dei fatti e il film evidenzia quanto sia facile nascondere la verità, sia per le menzogne di chi dovrebbe testimoniare che per la cecità di chi dovrebbe giudicare

Pubblico

14+

Non adatto ai bambini per la descrizione di orribili delitti

Giudizio Artistico



Una storia assai semplice nella sostanza ma abilmente raccontata e ricostruita

Cast & Crew

Our Review

I rimandi cinematografici a cui porta Una doppia verità sono plurimi, da The witness – Il testimone al caso Thomas Crawford, solo per citarne un paio, ma questo film somiglia più ad una puntata estesa di una serie di un legal drama. La narrazione si sviluppa sovrapponendo e alternando il piano del tempo del racconto, ovvero quello del processo, con quello della memoria dell’imputato, Mike Lassiter(Gabriel Basso), un ragazzo di quasi diciassette anni accusato dell’omicidio del padre. Tutto è raccontato attraverso la voce dell’avvocato Richard Ramsey (Keanu Reeves), amico di famiglia dei genitori del ragazzo che si trova nella difficile posizione di dover difendere Mike dall’accusa di omicidio di primo grado senza che questi gli rivolga mai la parola. Renée Zellweger è Loreta Lassiter, madre dell’imputato e moglie della vittima, il famoso avvocato Boone Lassiter (Jim Belushi), una donna fragile e vessata dal marito quando era in vita.

In termini filosofici l’espressione “doppia verità” si riferisce ad una questione per cui sarebbero possibili due distinte verità, una razionale e l’altra di fede o religiosa, fra loro in contraddizione, ma contemporaneamente valide ciascuna nel proprio ambito. Una dottrina superata dal concetto secondo cui ciò che la ragione, a causa dei suoi limiti, non riesce a comprendere in modo adeguato, trova invece nella fede una ragionevole e adeguata spiegazione. Tuttavia non è questo il caso del film. Qui infatti la contrapposizione è posta in modo assai più semplice tra verità e menzogna.

In una delle prime scene del film l’avvocato Ramsey spiega bene alla sua assistente che è necessario partire presupposto che tutti, per i più disparati motivi, mentono, anche e soprattutto di fronte ad una giuria e sotto giuramento. Come in ogni giallo legale, anche in Una doppia verità si dà allo spettatore la sensazione di aver compreso, sin da subito, la verità dei fatti, salvo poi scoprire solo alla fine il reale intreccio della vicenda.

Tutta la storia, per quanto dura, se analizzata in se stessa è alquanto semplice. Tuttavia, come in un gioco da tavolo, l’aspetto avvincente consiste nello sforzo richiesto allo spettatore nel dover riformulare il proprio verdetto man mano che si aggiungono nuovi elementi alla storia, proprio come se egli stesso fosse uno dei membri della giuria in tribunale.

Tuttavia in Una doppia verità la cecità della giustizia di fronte all’abilità degli avvocati di manipolare la realtà, sia quella passata che quella presente, è disarmante, così come lo è anche la scarsa attendibilità dei testimoni poco affidabili e dei personaggi quasi tutti alquanto ambigui. Tanto che, per quanto appassionante, il film lascia un po’ delusi rispetto alle aspettative di scoprire la tanto agognata verità sulle persone, si intuisce essere ben più complessa e sfaccettata di quanto non sia presentata.

Autore: Vania Amitrano

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