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UNA BIRRA AL FRONTE

2022126 min14+   ,

Basato su un’incredibile storia vera, il regista Peter Farrelly (Green Book), dopo il razzismo, affronta un altro tema divisivo per gli Stati Uniti: la guerra in Vietnam. Ancora una volta una vera amicizia è la medicina che consente di superare gli orrori vissuti dai soldati americani durante il conflitto. Su Apple TV

 

Nel 1967, il giovane newyorkese John Donohue, fervente sostenitore della guerra del Vietnam, decide di recarsi in zona di guerra per regalare delle birre ai suoi amici più stretti che si trovano in combattimento. Il suo scopo è quello di dimostrare, simbolicamente, che in patria c’è ancora qualcuno che pensa ai giovani americani coinvolti nel conflitto ed al sacrificio che stanno compiendo in nome del loro paese. Ha così inizio per John un lungo viaggio che gli darà modo di scoprire cosa sia veramente la guerra e come quest’ultima abbia cambiato interiormente i suoi amici.


Valori Educativi



Il protagonista si impegna nel difficile compito di trasmettere un gesto semplice ma chiaro di solidarietà nei confronti dei propri amici impegnati al fronte

Pubblico

14+

Intense e sanguinose scene di guerra. Turpiloquio

Giudizio Artistico



Il film riesce a fare onore a una insolita se non pazzesca espressione di amicizia realmente avvenuta, con qualche scivolata sul didascalico e sul sermone

Cast & Crew

Zac Efron

John "Chickie"

Bill Murray

il colonnello

Sceneggiatura

Peter Farrelly

Sceneggiatura

Pete Jones

Sceneggiatura

Our Review

La guerra nel Vietnam ha coinvolto in modo diretto gli Stati Uniti d’America che si ritirarono sconfitti dal sud est asiatico dopo dieci anni (1965 – 1975) di combattimenti. .

Nonostante le critiche espresse nei confronti di questa guerra, il sacrificio dei giovani soldati americani nel conflitto è sempre stato esaltato, sia in campo letterario che cinematografico. Tra i titoli più importanti che si sono occupati di narrare le sofferenze e le difficoltà patite nelle giungle vietnamite, è giusto ricordare film come Il cacciatore, Platoon, Vittime di guerra e Forrest Gump, usciti tra gli anni Settanta e gli anni Novanta.

Nel 2022, quando il genere “Viet-Movies” è ormai caduto in declino, Apple TV decide di proporre coraggiosamente una storia ambientata durante quel conflitto: Una birra al fronte, che si discosta nettamente dai suoi predecessori.

Ciò che innanzitutto colpisce è la scelta del protagonista, John Donohue (Zac Efron), un ragazzo qualsiasi che a differenza di molti dei suoi concittadini, è a favore del coinvolgimento americano in Indocina e si stupisce del fatto che diversi suoi coetanei protestino nei confronti del governo.

Stanco di questa situazione, John coraggiosamente decide di partire lui stesso per il Vietnam, con lo scopo di infondere coraggio ai propri compagni di infanzia, regalando loro simbolicamente delle birre provenienti dal loro bar preferito di New York, il Doc Fiddler’s Pub, gestito da un simpatico Bill Murray che interpreta un ex colonnello dell’esercito ormai in pensione nonché veterano della seconda guerra mondiale, che esterna messaggi carichi di tronfio patriottismo ad ogni cliente che entra nel bar.

A differenza degli altri film di guerra ambientati in questo periodo, in cui prevale un’atmosfera di pessimismo dove il protagonista è spesso rappresentato come un individuo disilluso che ha smarrito le motivazioni del proprio combattere, in Una birra al fronte, John è in grado di trasmettere allo spettatore la forza di un’amicizia che può prevalere su tutto, anche sulla guerra. Ovviamente la birra ha solo un valore simbolico e gli amici di John, detto Chickie, si indispettiscono quando lo vedono tirar fuori da uno zaino una lattina di birra per offrirla a loro, quando intorno a loro scoppiano le granate e bisogna soprattutto cercare di salvare la pelle. “Hai un gran cuore Chickie; è il tuo cervello che mi preoccupa”: gli risponde uno degli amici. Ovviamente non è la birra che conta ma il regalo è un altro: è l’arrivo di un amico che ha fatto un lungo viaggio, un amico che ti conosce, con il quale non c’è un rapporto formale ma si è semplicemente se stessi. La situazione si ribalta: ora è l’amico-soldato che deve cercare di salvare l’amico senza armi e con quella stupida camicetta a quadri. Anche i parenti dei combattenti che sono rimasti a casa alla fine apprezzeranno il suo gesto.

Il regista Peter Farrelly aveva già diretto Green Book che era risultato un road movie per gli Stati Uniti che disvelava, a poco a poco, la gravità del razzismo; ora con questo film ricavato da una storia vera, vediamo il protagonista  spostarsi da una parte all’altra del Vietnam, per scoprire cosa sia veramente la guerra.

Il film, anziché scegliere una logica antimilitarista, decide di costruire una storia in cui si mette in evidenza che i giovani soldati che combattono in Vietnam, non hanno fatto altro che rispondere alla chiamata del proprio paese. Forse il coinvolgimento in Vietnam è giusto, o forse no, questo il film non lo dice, scegliendo di non schierarsi politicamente, pur evidenziando le atrocità della guerra, e lasciando allo spettatore la ricerca della verità, verità che viene ricercata anche dal fotografo di guerra Arthur Coates (interpretato da un impeccabile Russel Crowe) che John incontrerà una volta arrivato a Saigon.

Coates, a differenza di John, vuole scoprire cosa si cela realmente dietro una delle più difficili imprese condotte dagli Stati Uniti. Forse ci riuscirà (e con lui lo spettatore) o forse no.

Anche la componente religiosa ha il suo peso in questo film: una delle mamme consegna a Chickie, prime della sua partenza, un rosario perché lo porti al figlio; lo stesso Chickie ricorda di esser cresciuto con una solida fede e ora si comporta come un “giusto” che cerca di comprendere se la guerra sia sempre un male o possa essere giustificata come aveva creduto alla partenza. “Questa non è più una guerra ma uno sterminio di massa”: esclama Chickie al fotografo, ora che ha scoperto le tante vittime civili innocenti. “No – è la risposta- la guerra è questa: una gigantesca scena del crimine”.

Ad un tono leggero, in cui l’amicizia e le relazioni umane prevalgono sulle scene di combattimento, il regista Peter Farrelly accosta uno stile molto ironico, grazie al quale è in grado di spezzare l’atmosfera di tensione che non abbandona mai gli amici-soldati impegnati nei combattimenti.

Una colonna sonora in stile anni Sessanta, una certa cura per le scenografie ed una regia ben eseguita, fungono da elementi preziosi, utili alla riuscita del film.

Nonostante la maggior parte della critica non abbia apprezzato la scelta di uno stile che si alterna tra il comico e il drammatico per trattare un argomento delicato come quello della guerra del Vietnam, il film raggiunge comunque il proprio obbiettivo: quello di raccontare l’incredibile storia di John Donohue e della sua azzardata ma coraggiosa impresa condotta in nome dell’amicizia.

Autore

Autore: Davide Amenta

Details of Movie

Etichetta
Paese  USA
Tipologia
Titolo Originale The Greatest Beer Run Ever
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Users Reviews

  1. Maria Argentano

    Recensione bella, ricca, stimolante e mai ovvia , induce il lettore, oltre che a guardare il film, a riflettere e interrogarsi su temi che purtroppo, mai come adesso, si vestono di attualità. Bello il continuo riferimento al valore salvifico e catartico dell’Amicizia.

    10,0 rating

    Recensione bella, ricca, stimolante e mai ovvia , induce il lettore, oltre che a guardare il film, a riflettere e interrogarsi su temi che purtroppo, mai come adesso, si vestono di attualità. Bello il continuo riferimento al valore salvifico e catartico dell’Amicizia.

  2. Francesco

    Recensione ben fatta, per un film (tra l’altro visto di recente) che tratta l’amicizia in un contesto arduo come quello della guerra, in maniera, a mio avviso, non banale. Ciò che mi è piaciuto è la spensieratezza del protagonista nell’andare oltre i giudizi che la gente dà al suo gente, sicuramente folle, ma dal forte significato morale. Parliamo di un film da vedersi da tranquillamente in una sera in cui si desideri guardare qualcosa che sia non eccessivamente impegnativo, ma comunque tratti una tematica importante, in modo diverso da altri film sullo stesso tema, come dici bene anche te nella recensione.

    10,0 rating

    Recensione ben fatta, per un film (tra l’altro visto di recente) che tratta l’amicizia in un contesto arduo come quello della guerra, in maniera, a mio avviso, non banale. Ciò che mi è piaciuto è la spensieratezza del protagonista nell’andare oltre i giudizi che la gente dà al suo gente, sicuramente folle, ma dal forte significato morale. Parliamo di un film da vedersi da tranquillamente in una sera in cui si desideri guardare qualcosa che sia non eccessivamente impegnativo, ma comunque tratti una tematica importante, in modo diverso da altri film sullo stesso tema, come dici bene anche te nella recensione.