UN ALTRO FERRAGOSTO

Dopo il successo di Ferie d’agosto di 28 anni fa le famiglie Molino e Santucci si ritrovano a trascorrere il Ferragosto a Ventotene, simboli di due modi di vivere l‘Italia di oggi. Virzì si conferma ottimo nel satireggiare costumi e debolezze italiane ma appare barocco nello sviluppo del racconto. In sala

28 anni dopo averli visti trascorrere un’estate a Ventotene in Ferie d’agosto (1996), i coniugi Molino tornano nella stessa isola ma ora Sandro (Silvio Orlando), un tempo noto giornalista dell’Unità, è mal ridotto fisicamente anche se continua a scrivere articoli sul suo blog aiutato, in queste nuove tecnologie, dal nipotino. Sandro sta preparando in particolare una lettera alla Ursula von der Leyen perché l’Europa si ricordi che Ventotene è stato un centro di confino per intellettuali e politici dissidenti del regime fascista.  La moglie Cecilia (Laura Morante) è rimasta una donna insicura e sempre in cerca di un grande amore. Sarà proprio Roberto (Gigio Alberti), che è rimasto il single incallito che abbiamo conosciuto nel primo film, a darle l’illusione, con un bacio, che forse c’è ancora speranza per una grande passione. I Molino sono stati invitati a Ventotene dal loro figlio Altiero (Andrea Carpenzano), ora diventato un affermato imprenditore digitale, interessato a riallacciare i rapporti con il padre dopo anni di incomprensioni, facendosi accompagnare da  Noah (Lorenzo Saugo) il suo compagno fotomodello.  Giunge a Ventotene anche la famiglia Mazzalupi (con la quale c’erano stati in passato gravi motivi di screzio). Sono venuti per celebrare le nozze di Sabrina (Anna Ferraioli Ravel), ora un’affermata content creator, con Cesare (Vinicio Marchioni), un atletico ex paracadutista, orientato a destra, ora  al suo secondo matrimonio. Per le nozze è arrivata anche la zia Marisa (Sabrina Ferilli) sposata con Pierluigi Nardi Mascilli (Cristian De Sica), un ingegnere palazzinaro con qualche problema finanziario. Come era già accaduto 28 anni fa, le due famiglie si fronteggiano avviando un animato conflitto verbale: questa volta il contendere è la presunta strattonata che avrebbe  dato Cesare all’efebico Noah, compagno di Altiero, perché sospettato di atteggiamenti pedofili nei confronti di suo figlio…

 


Valori Educativi



Se Paolo Virzì centra l’obiettivo di satireggiare certi comportamenti correnti della società italiana, mostra personaggi senza spina dorsale, prigionieri dei loro difetti, inseriti in un contesto che non offre alcuna speranza

Pubblico

14+

Turpiloquio continuo, presenza di un suicidio; un ragazzo sovrappeso viene preso in giro, scene di affettuosità omosessuale

Giudizio Artistico



Paolo Virzì conferma la sua capacità di creare commedie all’italiana cariche di satira mordente ma questa volta non mostra sempre la capacità di dosare personaggi e racconto trasbordando in asserzioni retoriche non giustificate

Cast & Crew

Regia

Sceneggiatura

Paolo Virzì

Sceneggiatura

Carlo Virzì

Sceneggiatura

Francesco Bruni

Sceneggiatura

Our Review

Ferie d’Agosto (1996) fu un indubbio successo di pubblico e di critica (vinse il David di Donatello). Era stato ammirato il suo affondo satirico sulla società italiana (a quel tempo la contrapposizione era fra tra un berlusconismo fatto di gagliardia, pubblicità, grossolanità e una sinistra intellettuale, ideologica e inconcludente) e  in questo contesto si sviluppavano le vite private dei protagonisti, alla ricerca di amore, di affetto familiare, il tutto avvolto dal dolente pessimismo di Paolo Virzì, che resta tuttora uno dei più validi rappreentanti della commedia all’italiana (Caterina va in città, Ovosodo, Tutta la vita davanti, La prima cosa bella, Tutti i santi giorni, Il capitale umano).

È stata una buona idea ripresentarsi ai giovani d’oggi per riproporre, attualizzandole, le stesse tematiche (sono state anche inserite rapidissime sequenze del precedente film) ma occorre subito dire che questo Un altro Ferragosto ha una struttura autonoma e può esser visto anche senza conoscere il precedente lavoro.

Per chi invece ha visto Ferie d’agosto si trova di nuovo di fronte a una società divisa fra destra e sinistra. In questo caso una destra grossolana e opportunista, rappresentata da Cesare, il prossimo sposo di Sabrina mentre la sinistra ideologica trova la sua decadente espressione nel fragile Sandro, che ormai vive solo di ricordi del passato e insegue ancora ideali sociali, trascurando gli affetti familiari.  Nel netto contrasto, ormai “storico”, fra i Molino e i Mazzalupi, si inserisce un navigatore imparziale, il personaggio di Pierluigi Nardi Masciulli (un’ottima prestazione di Christian De Sica che in questo film ricorda molto suo padre) che si professa apolitico e cerca di superare ogni contrasto con la cortesia e la buona educazione.

Ma ciò che balza subito agli occhi è un altro aspetto su cui si concentra la satira del regista. In questa versione del 2024, uomini e donne vivono tutti nell’etere: gravitano intorno al mondo virtuale che offre Internet. Il giovane Altiero Molino ha conquistato il successo ideando una propria app di messaggistica; Sabrina, la promessa sposa, è una influencer affermata che promuove il tema della body positivity. In un momento in cui ha un bisticcio con Cesare, questi le rinfaccia che quando l’aveva conosciuta aveva solo 97 follower ed è merito suo se ora è diventata famosa. Una fama che ora è diventata un’ottima occasione per entrare anche in politica e in effetti Sabrina viene spinta a osare per creare un nuovo “immaginario italiano” dal suo opportunista prossimo marito.

i matrimoni non si organizzano più grazie a solerti iniziative delle due famiglie interessate ma attraverso delle società di Wedding Planner e ciò che conta è che si siano raggiunti, mettendo le interviste dei prossimi sposi in rete, un milione di visualizzazioni. “Io ciò i giga limitati e non mi si attacca il roaming: se mi date per favore la vostra password, giusto il tempo di una diretta in streaming”; “il wedding planner mi ha mandato il rendering dell’allestimento” sono due frasi di Cesare, segno eloquente che nostro linguaggio si è trasformato.

A un certo punto Marisa e Pierluigi si impossessano del cellulare di Cesare. Cercano accanitamente la password per entrare perché sicuramente in quel cellulare che si identifica con  l’anima più segreta del proprietario, come come accade per ciascuno di noi

Se la satira sociale è chiara, più articolate sono le storie individuali, dove all’interno di situazioni familiari spesso complicate (molti di loro sono al secondo matrimonio) ognuno di loro ha una ferita nel cuore. Non si tratta di veri e propri personaggi ma di caricature costruite sulle tante debolezze di noi italiani.

Se Altiero Spinelli e Sandro Pertini al tempo del confino di Ventotene, ammoniscono in sogno Sandro  (“Come puoi preoccuparti dei problemi del mondo se non ti prendi cura dei tuoi affetti?”,  il figlio Altiero, proprio ora che il padre è morente, è cosciente del fatto che non si sono capiti e che si sono fatti del male reciproco. “Sono “disperata” esclama una protagomista; “sono un fallimento” esclama un altro. C’è anche chi si suicida e viene inserito verso la fine il monologo di Daniela (Emanuela Fanelli) un personaggio secondario: “tutto è inutile e la gente fa schifo; Gesù Cristo ci odia e nessuno vuol bene a nessuno”. Quest’ultimo inserto appare obiettivamente sproporzionato e tradisce la voglia di Virzì di trasbordare dalla trama portante per abbandonarsi a giudizi globali sui nostri destini.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Paese ITALIA
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