TUTTI PAZZI PER ROSE

2012111 min18+  

Rose sembra destinata a una vita senza soprese nel paesino della Bassa Normandia in cui vive: fare la commessa nel negozio di suo padre e sposarsi con il figlio del meccanico, Ma Rose vuole emanciparsi e riesce ad essere assunta come segretaria. Il suo capo ufficio è alquanto ambizioso: comprende che la ragazza è particolarmente dotata nella dattilografia e decide di allenarla perché possa diventare una campionessa di questa nuova disciplina…

Alla fine degli anni ’50 una ragazza caparbia conquista il successo (ma anche l’amore) con le gare di dattilografia. Una simpatica commedia secondo lo stile Doris Day.


Valori Educativi



Il film è una storia d’amore nel senso più completo di sacrificio di sé a favore di chi si ama, quando è necessario.

Pubblico

18+ Una scena sensuale di rapporto amoroso sbilanciata rispetto al resto del contesto

Giudizio Artistico



Grande cura nella ricostruzione della vita anni ’50 con una storia romantica alquanto prevedibile ma comunque gradevole

Cast & Crew

Our Review

Ai francesi piace rievocare l’epoca fra la fine degli anni ‘50 e l’inizio anni ’60. Quel momento di transizione fra un mondo ordinato, retto da solide realtà chiuse in se stesse, la famiglia autorevole, le piccole e tranquille cittadine di provincia, il futuro prevedibile dei giovani per una vita già programmata ma anche, le suggestioni che provengono dagli altri mondi che entrano in casa dai televisori, le prime spinte individualiste che vanno ad erodere l’equilibrio conquistato dopo un fine guerra ancora recente.

Come era già successo in Il piccolo Nicholas e i suoi genitori anche in questo Tutti pazzi per Rose, è la vivacità dei colori ciò che caratterizza quel tempo felice e se il primo si compiaceva di mostrarci le aiuole ben curate delle casette a schiera con i primi frigoriferi e i primi televisori, in questo film dell’esordiente Régis Roinsard con esperienza in video clip pubblicitari, ciò che prevale è l’estrema cura nei vestiti e nelle acconciature femminili dell’epoca, a cui fanno eco le copertine delle riviste alla moda, ancora realizzate con foto in bianco e nero ricolorate.

Non sappiamo se la giovane Rose, figlia di un droghiere di un paesino della Bassa Normandia, a cui è stato già prospettato come marito il figlo del meccanico,  abbia maturato il suo desiderio di emancipazione dalle riviste o dalla televisione: è certo che per lei l’unico mestiere che le consentiva all’epoca di sottrarsi a una vita di provincia era quello di segretaria.

Rose riesce a farsi accettare dal signor Louis, titolare di una società di assicurazioni, che intravede in lei una potenziale campionessa per le gare di dattilografia.
Inizia così a delinearsi, in parallelo con il suo rigoroso allenamento pseudo-sportivo per classificarsi alle gare prima regionali e poi nazionali,  la storia romantica fra i due protagonisti ma in questo caso il film cambia i suoi riferimenti: ora rimanda alle commedie americane alla Doris Day (richiamate da subito con lo stile vintage dei titoli di testa), archetipo insuperato di donna indipendente che riesce a preservare un angolo del suo cuore per una bella storia d’amore.

La cosa più stabiliante di questo film è che nonostante l’autore si sia comportato come quei ragazzi di liceo che per scrivere un tema iniziano a prendere brani ricavati da composizioni già fatte (la storia dell’ uomo ricco che prepara una ragazza a raggiungere il successo è imprestato di sana pianta da My Fair Lady) mantiene una sua innegabile originalità.

Merito sopratutto della protagonista, Déborah François, del suo sorriso radioso ma anche delle sue impennate di orgoglio e mentre attende pazientemente che il suo pigmalione le presti attenzione, combatte con decisione le sue gare di velocità fino all’ultimo tasto. 

La figura di Louis (Romain Duris) è più complessa: sopravvissuto alla guerra in un modo non troppo onorevole, incapace di decidersi a dichiararsi a Marye (Bérénice Bejo), la donna che a quel tempo amava, pensa che il suo destino sia sempre quello di farsi da parte, ora che anche Rose ha trovato il successo. Il film, com’è prevedibile, saprà portare Louis a scoprire quali sono i veri valori su cui costruire la propria felicità e quella degli altri.

Il titolo originale del film è Populaire, il nome di una delle prime macchine per scrivere portatili  della marca Japy, in concorrenza con la famosa Valentine Olivetti. Il film riesce a ricostruire sullo sfondo una squarcio della nostra recente storia industriale: nella sequenza finale si accenna all’arrivo della pallina, il brevetto IBM che avrebbe soppiantato i tradizionali martelletti, in concorrenza con la margherita di caratteri della Olivetti. Ma anche questa è storia passaata: nel 1981 arrivò il Personal Computer.

Il film presenta una scena sensuale alquanto sbilanciata rispetto al resto del racconto. Diversamente il film sarebbe stato adatto per tutti.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Populaire
Paese FRANCIA
Etichetta
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