PATTO CON IL DIAVOLO

2004105 min10+   Amicizia, Amore per i libri

Uno scrittore che non riuscendo a realizzare il sogno della sua vita, quello cioè di diventare uno scrittore famoso, si ritrova a siglare un patto con il diavolo. Tratto dal racconto The Devil and Daniel Webster di Stephen Vincent Benét: un’agile commedia con un messaggio importante: non esistono scorciatoie per la realizzazione personale. Disponibile su Amazon Prime e Youtube.

Jabez Stone non riesce ad imporre i suoi scritti che sono spesso scartati. Cerca in tutti i modi di avere un incontro con l’editore Daniel Webster che lo sprona a scrivere. Al punto di ritrovarsi senza un soldo e preso dalla disperazione, accetta di fare un patto con il diavolo che si presenta sotto le sembianze di una bellissima sconosciuta che gli offre ricchezza e fama in cambio della sua anima. Ovviamente il patto non appaga le sue aspettative: c’è il successo, ma manca la felicità. È allora che si rende conto che l’aver venduto l’anima al diavolo non è servito. Inizia, quindi, a cercare il modo di liberarsi da quel patto con l’aiuto proprio di Webster…


Valori Educativi



L’importanza di custodire i rapporti di amicizia. Il duro lavoro che fa conquistare la vera felicità e il successo meritato.

Pubblico

10+

Nel film ci sono velate allusioni sessuali accompagnate da atteggiamenti seducenti del diavolo e di alcune delle donne con le quali, all’apice del successo, il protagonista s’intrattiene. Azioni crudeli compiute dal diavolo

Giudizio Artistico



Una commedia con nomi importanti del panorama cinematografico internazionale. Regge il confronto con altri film famosi in cui c’è di mezzo il diavolo sebbene si differenzi proprio per la leggerezza della sceneggiatura e per il fatto che offra un messaggio molto chiaro.

Cast & Crew

Regia

Sceneggiatura

Peter Dexter

Sceneggiatura

Bill Condon

Sceneggiatura

Nancy Cassaro

Sceneggiatura

Our Review

Il film è ispirato al breve racconto The Devil and Daniel Webster di Stephen Vincent Benét e, inevitabilmente, richiama alla mente il racconto famoso del Dottor Faust mentre la frase che fa da perno a tutta la storia è: «Ricordati, figliolo: non esiste scorciatoia per la felicità» (apre e chiude il film, nella prima e nell’ultima scena).

Diciamo subito che la commedia ha il suo centro nell’impegnato discorso finale di Daniel Webster, interpretato da un significativo Anthony Hopkins: è qui che si mette a tema il libero arbitrio di ogni essere umano, quello che può spingere a sbagliare e a compiere scelte errate per perseguire ciò che tutti rincorrono: la felicità. Ci si convince che ci possa essere una scorciatoia – quella che è richiamata nel titolo originale (in inglese) Shortcut to Happiness (Scorciatoia per la felicità) – ma come viene dimostrato nel film, non è così.

Il personaggio principale anela al successo confondendolo con la felicità: suo malgrado dovrà prendere coscienza che sono due cose ben diverse e che, purtroppo, la prima può, tante volte, sacrificare la seconda.

Non esiste, quindi, una scorciatoia per raggiungere la felicità e se si pensa di poterlo fare, allora, bisogna mettere in conto la sofferenza che ne viene soprattutto in termini di rapporti umani e di amicizia: il nostro Jabez, personaggio principale di tutta la vicenda, sacrificherà tutti gli affetti più cari per la sua carriera. Il protagonista arriva al punto di perdere del tutto ogni sensibilità pensando che con i soldi possa sistemare tutto e avere tutto. La perdita di sensibilità diventa, per un gioco perverso del demonio, il titolo del suo primo successo letterario: Perdita di sensibilità (loss of feeling) che altro non è che l’inversione del titolo di uno dei suoi migliori amici che, invece, aveva scritto il testo Sensazione di perdita (feeling of loss).

Il processo finale, nella parte in cui l’editore Webster interroga Jabez Stone, aiuta a far prendere coscienza di come, in realtà, ciò che manca veramente al protagonista sia una sincera forma di amore. Si arriva al punto di vendere l’anima al diavolo perché non solo non si ama nessuno ma perché si ama se stessi al di sopra di ogni altra persona. Da parte sua, nel chimerico processo, il diavolo mostra, invece, come fosse stato accontentato il signor Stone nell’ottenimento del successo e, per tale ragione, pretende la sua anima. Il signor Webster, invece, nelle vesti di avvocato della difesa, fa notare come il suo assistito abbia rincorso un sogno per tutta la vita e come quel sogno si sia tramutato in un’ossessione. E tutto questo può accadere non perché il diavolo abbia dei poteri propri (Dio glieli ha tolti, lo ha scacciato dal Paradiso) ma perché gli stessi uomini gliene offrono la possibilità perché il diavolo cerca affannosamente l’unica cosa che non ha: il libero arbitrio.

L’uomo, con il libero arbitrio, può fare le scelte giuste e quelle sbagliate ed è per questo che, con il libero arbitrio e con le scelte giuste, ogni uomo – ogni scrittore – può avere qualcosa da raccontare: senza un’anima non c’è nulla da dire. Ed è per questo che l’ottimo Hopkins, fa notare come il successo può avere significato solo se, chi lo persegue, ha un’anima capace di raccontare qualcosa della propria vita perché uno scrittore «senza anima non può scrivere… non qualcosa di significativo, certamente non la verità».

Chiudo segnalando un particolare per me alquanto inquietante: sul taschino della camicia del portinaio dello stabile dove lavora l’editore Daniel è riportato, in bella mostra, il numero per eccellenza della Bestia dell’Apocalisse: il 666. Non si conosce il motivo di tale scelta ma, a mio avviso, è quanto meno poco elegante.

27/07/2023

Autore: Enzo Vitale

Details of Movie

Etichetta
Paese  USA
Tipologia
Titolo Originale Shortcut to Happiness
Tematiche (generale)
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