ONE LIFE
Un tranquillo signore inglese ormai anziano ricorda come, nel 1939 riuscì a far espatriare in Inghilterra 669 bambini dalla Cecoslovacchia occupata dai nazisti. Una appassionante storia vera, che mostra come il bene possa risultare contagioso costruendo catene di solidarietà umana fra popoli diversi ma raccontato all’interno di una confezione scolastica che non innesca le emozioni che meriterebbe. Su Prime Video
Londra, 1988. Nicholas Winston, detto Nicky, è ormai anziano e vive con sua moglie in una bella casa fuori città. C’è un’insofferenza nel suo animo che non lo abbandona: il rimorso per qualcosa che aveva iniziato e che non aveva potuto portare a termine. Nel 1938 i tedeschi avevano occupato la regione cecoslovacca dei Sudeti (con la non opposizione di Francia e Inghilterra). Un evento che aveva provocato la migrazione di migliaia di profughi che avevano trovato rifugio a Praga. Si era creata una emergenza umanitaria che aveva toccato il cuore di Nicky, allora un agente di cambio britannico in visita nella capitale boema che si era già distinto in altre iniziative umanitarie. Aiutato da altri volontari inglesi (Doreen, Romola, Trevor ma soprattutto sua madre Babette) mette in piedi, fra mille difficoltà, il progetto Kindertransport con il quale riesce ad affidare a famiglie inglesi ragazzi e ragazze che lasciano Praga dopo un lungo viaggio in treno, quando ancora i tedeschi non avevano chiuso le frontiere. Purtroppo l’ultimo viaggio , il più consistente in termini di bambini, venne fermato dalle truppe tedesche, con grande dolore per Nicky. Ma nel 1988 il nostro protagonista, dopo non poche incertezze, decide di rendere pubblico quel progetto che aveva salvato 669 bambini. Il tutto culmina nella trasmissione televisiva That’s life , durante la quale Nicky si ritrova inaspettatamente circondato in sala, da molti di quei ragazzi, ora adulti, che aveva salvato….
Valori Educativi
Il film racconta una vera e bella storia: quella di un uomo ordinario che coltiva una solida fiducia nella possibilità di portare alla luce il bene che c’è in ognuno di noi. Un progetto umanitario che ha le sue radici negli ideali che una madre è riuscita a radicare nel suo figlio
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Ottima l’interpretazione di tutti i protagonisti ma il regista ha finito per appiattire un racconto che invece era potenzialmente carico di emozioni
Cast & Crew
Anthony Hopkins
Johnny Flynn
Helena Bonham Carter
Regia
James Hawes
Our Review
1938. Nicky si trova a Praga e dopo inutili telefonate per ottenere la lista di famiglie con bambini che potrebbero trovarsi in pericolo dopo l’occupazione nazista, finalmente viene ricevuto dal responsabile della comunità ebraica. Il rabbino domanda: “Lei è un ebreo? Lei ha una vita agiata, perché lo sta facendo?” La risposta è negativa: Nicky vuole trasferire in Inghilterra bambini di ogni fede, con l’impegno di riportarli alle loro famiglie quando il pericolo sarà cessato. La sua autodefinizione è lapidaria: “sono battezzato nella chiesa anglicana; io mi considero europeo, agnostico, socialista.” Alla fine il rabbino accetta di fornirgli la lista: “Io metto le loro vite nelle vostre mani. E una questione di fiducia”.
Si tratta di un colloquio che è baricentro per la comprensione della storia e del personaggio. Non ci sono motivazioni di affinità di popolo nelle intenzioni di Vicky, né motivazioni che scaturiscono da una forte fede religiosa ma una sensibilità, un’attenzione tutta umana verso chi ha bisogno di aiuto, acquisito da una madre eccezionale e dall’esperienza acquista in altre iniziative umanitarie.
E’ questo il “cuore caldo” del film ispirato a una storia vera che alterna lo sviluppo delle vicende avvenute nel 1938 con quelle che sono accadute nel 1988: nel primo lo sviluppo del progetto salva-bambini, nel secondo la presa di coscienza da parte del pubblico inglese, grazie alla trasmissione televisiva That’s Life, di quel gesto che salvò 669 bambini, molti dei quali in condizioni di conoscere finalmente e ringraziare il loro salvatore. Entrambe le narrazioni sono sostenute da un Vicky (Anthony Hopkins da anziano, Johnny Flynn da giovane) gentile, sensibile, modesto ma determinato solo quando bisogna operare per il bene. Ma la bellezza morale di questa storia si trova soprattutto in ciò che accadde nel 1936: un giovane agente di borsa ritiene importante portare in salvo il maggior numero possibile di ragazzi e ragazze dalla tenaglia nazista che stava per chiudersi; vediamo come venga ascoltato da tutti con tanta perplessità a Praga come a Londra ma poi, sostenuto dalla madre e dai colleghi inglesi che operavano a Praga riuscì a compiere, è il caso di dirlo, iun miracolo: ottenere il consenso dai genitori naturali, i visti di uscita dalla Cecoslovacchia, i visti di ingresso in Inghilterra, trovare dei genitori affidatari e, non da ultimo, i soldi necessari per questa complessa operazione. E’ indiscutibile il merito di Wicky di innescato una catena di generosità, di aver portato alla luce quella disposizione albene di cui ognuno è dotato.
Meno interessante la parte della storia che si svolge negli anni ’80: i suoi tentativi di render pubblico ciò che era accaduto, il suo venir scartato da varie società editrici, fino alla popolarità conquistata, quasi a sua insaputa, dall’intraprendenza di una trasmissione televisiva.
Efficace l’interpretazione (neanche a dirlo) di Anthony Hopkins nella parte di un Wicky anziano, discreto e riflessivo così come Johnny Flynn nella parte del Wicky giovane, più coraggioso e quasi incosciente nella sua caparbia convinzione che il bene può e deve essere rrealizzato. Un po’ sacrificata Helena Bonham Carter in una parte che avrebbe dovuto venir meglio valorizzata: quella della madre di Wicky. La regia, accurata nella ricostruzione di una Praga anni ’30, non è purtroppo capace, pur nella bellezza della storia in sé, di evitare un certo didascalismo e di costruire la giusta tensione nei momenti più drammatici.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Etichetta | FamilyVerde |
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Paese | U.K. |
Tipologia | |
Titolo Originale | One Life |
Tematiche (generale) | Antisemitismo Guerra |
Lluis Clavell
Storia incoraggiante particolarmente in questo periodo di guerre. Ottima interpretazione.
Storia incoraggiante particolarmente in questo periodo di guerre. Ottima interpretazione.