Stefano, suona senza molta convinzione in una band in localini off di Roma. Il successo che tanto attendeva non è arrivato, la sua ragazza lo ha tradito. Decide che è il momento di concedersi una pausa andando a trovare la sua famiglia, a Rimini. Ben presto si accorge però che invece di venir consolato, si dovrà preoccupare degli altri: suo fratello Alberto sta mandando in bancarotta l'azienda di famiglia, la sorella ha abbandonato l'università per lavorare con i delfini dell'acquario, la madre ha un terribile segreto da confessargli....
Firenze del ‘400. Un notabile, un aristocratico, un padre di famiglia, un oste e un medico ingannano il tempo organizzando burle. Così, capita che le monache del convento trovino nella culla, al posto d’un orfanello, un nano di spiccata virilità, e che il figlio adolescente di uno dei cinque mattacchioni sia spedito a bottega da quello che si sa esser “buco”, cioè “sodomita”… Tutto per fugare il pensiero della morte, come faranno secoli dopo gli Amici Miei di Monicelli.
Salvo, accompagnato da sua moglie e dalla figlia, assieme al suo amico Valentino hanno dovuto lasciare Palermo perché entrambi hanno perso il lavoro e hanno deciso di tornare a Monforte, il loro paese natale, dove verranno accolti nella casa dei rispettivi genitori. Monforte è un piccolo paese dove i giovani se ne sono andati e sono rimasti tanti anziani che si godono in tranquillità la loro pensione. Salvo ha un’idea che gli sembra irresistibile: ospitare in casa i tanti parenti che vivono nel paese per avere in cambio accesso alle loro pensioni….
Jamie è una “cacciatrice di teste” newyorkese; convince Dylan, giovane art director di siti web, ad accettare un’offerta dalla prestigiosa rivista GQ e trasferirsi a New York. I due diventano amici e, uscendo entrambi da relazioni disastrose e sentendosi emotivamente indisponibili, decidono di condividere una serie di incontri sessuali senza coinvolgimento sentimentale. Ma sarà una promessa difficile da rispettare…
“Mi chiamo Phaim, ho 22 anni, sono 50% italiano, 50% bangla e 100% Torpignattara, il quartiere più multietnico di Roma”. Così si autodefinisce il protagonista all’inizio del film. La sua famiglia gode di un discreto benessere con un negozio che gestisce in proprio, lui lavora come guardia in un museo e quando è libero suona con degli amici in un complesso di musica multiculturale. Quindi tutto va bene tranne che per una cosa: vorrebbe tanto incontrare una ragazza con cui stare insieme ma sa anche bene che per la sua religione, quella islamica, bisogna praticare la castità prima del matrimonio...
Pietro è un medico chirurgo di successo devoto alla carriera, vive in una bella casa e si è lasciato alle spalle un matrimonio fallito e una figlia adolescente. Francesco, invece, non ha un soldo, lavora nel mondo del cinema come stuntman ed è un dongiovanni. Non sarebbero potuti essere così diversi, eppure sono fratelli, anche se antichi rancori li hanno divisi sino a cancellare il dialogo tra loro.
Subito dopo aver individuato i componenti di una banda di rapinatori tra i pescatori di tonni di un’isoletta del Sud Italia, un commissario di polizia registra l’inspiegabile sparizione del loro capobanda. S’insospettisce quando, andato a interrogare la giovane moglie Olivia di prima mattina, trova a farle compagnia Gilda, una nota prostituta del paese, e Crocetta, timida e scontrosa impiegata della tonnara. Mai queste tre donne erano state viste insieme. Come mai, proprio in concomitanza della sparizione del bandito, iniziano a fare sempre più spesso comunella? Ohibò, qui gatta ci cova.
Per lavoro Enrico Giusti convince dirigenti incompetenti e irresponsabili a dimettersi prima che mandino in rovina le imprese che gestiscono. Un giorno si trova costretto ad ospitare e aiutare la ex-fidanzata straniera di suo fratello. Intanto gli viene affidato il compito di impedire che due adolescenti, orfani di una coppia di imprenditori di alto livello, diventino dirigenti di un gruppo industriale d’importanza nazionale
Il film appare all'inizio poco definibile, in bilico fra una melanconica analisi sociologica di giovani in perenne stato di precariato prefallimentare, una commedia sulle nuove dinamiche familiari o un'analisi sull'evoluzione politica ed economica del Nord padano. L'andamento della storia pare inoltre non avere una evoluzione, puntellata com'è di brevi sketch che si susseguono apparentemente senza una direzione. Alla fine del film il giudizio è diverso: si è trattato di un film divertente che con uno stile molto originale, allusivo e delicato ha una sua morale da comunicare.
Lo spaccato di vita romana che ci viene presentato all'incipit del film è alquanto triste. Stefano si esibisce senza convinzione in locali di second'ordine; la rovinosa e ridicola caduta del cantante del gruppo che si è lanciato sul pubblico senza che nessuno lo sorreggesse, la scoperta del tradimento della sua ragazza e una notte passata a dormire in macchina segnano il livello più basso a cui ormai è giunto: non gli resta che rifugiarsi Rimini, a casa dei suoi a per cercare di ritrovare se stesso partendo
dalle radici. In un primo momento si atteggia a colui che viene dalla grande città, colui che si confronta con chi non si è mai affrancato da una realtà di provincia. "Non vi va di andare via? chiede inutilmente e ai tranquilli nipotini, ricordando le sue irrequietezze e la sua fuga giovanile. Ipotizza perfino, lui che é un uomo di mondo e sa vedere quello che quei provinciali non vedono o non osano dire, che sua sorella sia lesbica (ipotesi che si rivelerà senza fondamento). Stefano avrà rapidamente modo di cambiare atteggiamento: i suoi fratelli stanno passando momenti di incertezza esattamente come lui (Alberto, che ha sostituito il padre nella conduzione della fabbrica, ha finito per portarla sull'orlo del fallimento e inoltre sta per separarsi dalla moglie). Anche la madre trattiene un peccato di gioventù che vorrebbe ormai confessare . "Non era meglio quando ci dicevamo delle bugie?" esclama Stefano al momento della rivelazione, in una delle sequenze più spassose del film.
I tre fratelli sapranno gradualmente trovare un sostegno reciproco e un affiatamento quale non avevano conosciuto dal tempo in cui erano
ragazzi. Il pregio del film è proprio questo: far emergere valori morali senza nè essere moralista nè ingenuo, raccontandoci una storia quasi in punta di piedi, attraverso la forma di una comicità leggera e salutare. I problemi aziendali stanno per risolversi, la moglie di Alberto sta facendo gesti chiari di avvicinamento e Stefano riprende la chitarra con maggior convinzione e determinazione. La figura forse più affascinante è quella del padre: abbandonato il lavoro per motivi di salute, passa le giornate giocando a golf e pare essere colui al quale è meglio non raccontare niente per non venire impressionato. Sarà invece proprio lui che riprendendo contatti con le persone giuste saprà con discrezione rimettere le cose a posto, senza far pesare sui figli alcun giudizio negativo. In un incontro con Stefano gli consiglia, ora che le cose si stanno mettendo a posto, di tornare a fare quello per cui si sente portato: suonare. Stefano, gli dice "grazie!" e quando il padre gli chiede "per che cosa?" lui risponde "niente" E' difficile in effetti spiegare come quel padre con il solo esempio ha saputo essere la guida forte ma discreta della famiglia (ma anche per aver mantenuto per tanti anni un segreto che avrebbe turbato Stefano). Il salto che Stefano, nella sequenza finale simmetrica a quella iniziale, ritenterà sul pubblico venuto ad ascoltarlo, sarà il simbolo della fiducia che suo padre è riuscito a ridargli. Tutti bravi gli attori ma la comicità rarefatta della storia sembra ritagliata esattamente sulla mimica mobilissima di Mastrandrea.
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