NAPOLEON (Franco Olearo)
Un film colossal che ha l’ambizione di raccontare tutta la vita di Napoleone ma il risultato si riduce a essere una collezione di battaglie e di eventi, senza riuscire a trovare una emozione unificante in grado di far breccia nel cuore del pubblico. La modesta personalità di Napoleone risulta non coerente con gli sconvolgimenti che stavano generando una nuova Europa. In Sala
La rivoluzione francese è al culmine. Nell’ottobre del 1783 la regina Maria Antonietta viene ghigliottinata. Nello stesso anno il ventiquattrenne ufficiale Napoleone Buonaparte ha il suo vistoso successo militare, liberando Tolone dalla flotta inglese e diventando generale di brigata. Dopo la caduta di Robespierre e la fine del terrore, viene invitato da Barras a reprimere l’insurrezione realista davanti alla chiesa di san Rocco, (1795): incarico che porta a compimento con particolare ferocia prendendo a cannonate i manifestanti. Conosce la vedova Giuseppina de Beauharnais e se ne innamora perdutamente. La sposa nel 1796. Ritroviamo Napoleone durante la sua spedizione in Egitto nel 1978 (il film salta completamente la campagna d’Italia) ma ritorna precipitosamente in patria quando viene a saper che Giuseppina lo stava tradendo. Con l’aiuto di suo fratello Luciano, il 19 brumaio del 1799, attua un colpo di stato costringendo il consiglio dei Cinquecento a nominarlo Primo Console. Nel 1804 viene proclamato imperatore dei francesi, ponendo lui stesso la corona sulla sua testa e la corona di regina a Giuseppina. Dopo un fallito tentativo di portare dalla sua parte l’imperatore russo, sconfigge ad Austerlitz la coalizione austro-russa nel 1805. Non avendo eredi da Giuseppina, organizza, con suo dispiacere, il divorzio per poi sposare Maria Luisa d’Austria. Riesce così ad avere un figlio, che porta a Giuseppina per farlo conoscere alla donna che non ha mai smesso di amare. Il film si sposta in Russia (1812) e descrive la rovinosa ritirata delle truppe francesi. Esiliato all’isola d’Elba, sbarca di nuovo in Francia nel marzo 1815 riuscendo di nuovo a compattare le sue truppe. Si a trovare Giuseppina ma scopre che è morta. di Nel giugno del 1815 si scontra con la coalizione capeggiata da Wellington perdendo. Esiliato a sant’Elena, morirà nel 1821 dicendo; “Francia, esercito, Giuseppina”.
Ridley Scott
David Scarpa
Valori Educativi
Una ricostruzione soprattutto artistica (molte scene sono ispirate a quadri famosi) delle vicende del grande condottiero che ha un valore istruttivo come ricostruzione di eventi storici, molto meno nel presentarci la personalità di Napoleone
Pubblico
10+Vistose ferite inflitte a dei cavalli potrebbero impressionare i più piccoli. Sbrigativi incontri amorosi senza nudità
Giudizio Artistico
Scene di battaglia eccezionali per il loro realismo. Le modeste doti umane del Napoleone che ci viene rappresentato risultano incoerenti rispetto all’eccezionalità delle sue gesta
Cast & Crew
Regia
Ridley Scott
Sceneggiatura
David Scarpa
Our Review
Lo abbiamo già visto in altri suoi film (Il gladiatore, Le crociate, Robin Hood, Black Hawck Down): Ridley Scott, nelle vesti di regista è bravissimo nelle scene di battaglia (ma in questo film anche nella sontuosa ricostruzione dell’incoronazione a imperatore a Notre Dame). In questo Napoleon sembra voler superare se stesso: nell’arco delle due ore e mezza del film, assistiamo a tre grandiose battaglie: la presa del forte di Tolone, Austerlitz e Waterloo nonché alcuni scontri durante la campagna di Russia. Attento agli aspetti più coreografici (da Austerlitz sotto una tempesta di neve, con il ghiaccio che si spacca all’arrivo di ogni granata, fino alla pioggia che copre di fango il campo della battaglia di Waterloo) ci mostra effetti (sicuramente con il beneficio della computer grafica) mai visti in precedenza, come i cavalli che, colpiti da una granata, cadono rovinosamente a terra insieme al proprio cavaliere o l’effetto devastante sugli uomini dei colpi dii cannone. Occorre anche ricordare che Scott, a parte l’attenzione sempre riposta nella costruzione di impressionanti battaglie, si è sempre preso molta libertà nella ricostruzione storia e nella definizione dei personaggi. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un Napoleone totalmente differente dalla coreografia tradizionale. Si tratta di una scelta che difficilmente potrà venir apprezzata nella sua originalità perché il Napoleone che veniamo a conoscere va in collisione con la struttura del resto del racconto. Un Napoleone impacciato che si lascia guidare nelle sue scelte politiche prima da Barras e poi da Talleyrand; un Napoleone emotivo che estrae spesso il fazzoletto dal taschino, incapace di controllare le sue commozioni. Il culmine dell’incoerenza si ha quando, fuggito dall’Elba, si trova di fronte alle sue truppe che sono state mandate ad arrestarlo. Viene saltato a piè pari il famoso gesto di esporre il petto invitando i soldati a sparare al loro imperatore: lo ascoltiamo invece mentre si limita a dire che è contento i tornare in patria e il grido delle truppe: “viva l’imperatore!” non trova una giustificazione logica, anche perché l’intero film è privo di scene che ricostruiscano i rapporti diretti che negli anni si erano formati fra il generale e le sue truppe. Ugualmente imbarazzante la storia d’amore fra Napoleone e Giuseppina de Beauharnais: le intenzioni sono quello di mostrare un intenso amore che supera ogni avversità o scelta dolorosa (come quella del divorzio) ma dalle sequenze che ci vengono mostrate appare un Napoleone impacciato e goffo, di poche parole che ama fare anche giochini puerili con la sua donna verso la quale, più che un’intesa profonda e affettiva, sembra avere una focosità da amante frettoloso. Si ha il sospetto che sia lo stesso regista a non amare il protagonista (nella parte finale rifulge il personaggio del suo avversario Wellington) e non abbia avuto voglia di attribuirgli nessuna virtù: ne quella di genio della guerra né di abile diplomatico né della sua capacità di concepire una nuova Europa.
In conclusione si può sospettare che Ridley Scott abbia peccato di egocentrismo, dando per scontato che il pubblico avrebbe apprezzato le sue estrose rivisitazioni della storia. A ciò va aggiunta l’ambizione di coprire in un film tutta la vita di Napoleone (il serial che seguirà su Disney+ sarà di 4 ore), da piccolo ufficiale alla sua morte. Il risultato finale è un bignamino dei principali eventi della sua vita (ma manca la campagna d’Italia!) senza che il tutto resti unito dal legante di un’emozione comune o dalla storia di un personaggio che si trasformi nel tempo.
Autore: Franco Olearo
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