MOOD INDIGO – LA SCHIUMA DEI GIORNI

2013125 min14+  

Parigi. Il facoltoso Colin incontra a una festa la graziosa Chloé, se ne innamora e – incoraggiato dall’amico intellettuale Chick e dal cuoco Nicolas – le chiede di sposarlo. Colin e Chloé convolano a nozze ma durante la luna di miele la donna contrae una grave malattia respiratoria per combattere la quale urgono cure mediche costosissime. Colin dà fondo a tutte le sue sostanze per salvare la moglie ma la loro vita s’immiserisce. L’uomo svolge lavori assurdi e umiliantissimi per pagare terapie che si rivelano inutili. Il mondo diventa grigio e infine nero finché, per ultima, muore anche la speranza.

Trasposizione cinematografica da parte dell’autore di L’arte del Sogno, del cupo e surreale romanzo di Boris Vian. Un esercizio di stile un po’ vuoto  in cui la storia è solo un pretesto


Valori Educativi



La narrazione, orientata verso questo cupo dissolvimento, non dice niente di vero sull’amore e sulla bellezza

Pubblico

14+

Cenni di nudo

Giudizio Artistico



Sembra di assistere a un esercizio di stile un po’ vuoto in cui la storia è solo un pretesto

Cast & Crew

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“Sono solo due le cose che contano – scrisse Boris Vian nella prefazione del suo romanzo L’écume des jours (1947) –: l’amore, in tutte le sue forme, con belle ragazze, e la musica di New Orleans e di Duke Ellington. Tutto il resto è da buttare via perché è brutto”. Scrittore surrealista, poeta, drammaturgo, jazzista e trombettista, animatore culturale, poliedrico e provocatore, nella Parigi degli anni Quaranta e Cinquanta, Boris Vian è il tipo di autore letterario che era lecito aspettarsi finisse nelle mani del visionario regista Michel Gondry. Raymond Queneau definì il romanzo di Vian “la più struggente storia d’amore moderna mai scritta” e lo struggimento è senz’altro nelle corde di Gondry, ben sintonizzato su quella frequenza color indaco (“Mood Indigo”, titolo dell’edizione inglese del romanzo), già esplorata in opere quali Se mi lasci ti cancello e L’arte del sogno. Il risultato? Può considerarsi perfetto per quei cinefili secondo cui è impossibile annoiarsi in una sala cinematografica e insoddisfacente per tutti gli altri.

Non che il regista-sceneggiatore non si dimostri adattissimo a trasporre in immagini le bizzarre trovate dello scrittore (come il “pianocktail”, strumento musicale che prepara cocktail scegliendo gli ingredienti in base agli accordi suonati) e a riempire ogni inquadratura di accattivanti invenzioni con l’uso di effetti speciali artigianali (con l’impressione, però, alla lunga, di stare assistendo più che a un film, a una serie ininterrotta d’ingegnosi spot televisivi). Né si può dire che Gondry non riesca ad afferrare alla gola lo spettatore, intenzionalmente, in tutta la seconda parte dell’opera, stringendo e progressivamente gli ambienti addosso ai personaggi, sporcando le immagini e sbiadendo infine il film in un bianco e nero sempre più cupo in un crescendo di angoscia.

Neanche si può affermare che non siano indovinate le bordate contro l’intellettualismo francese (Jean-Paul Sartre ne fa le spese, più di ogni altro, in una grottesca parodia) e l’industria delle armi (ma ne esce a pezzi anche la chiesa, c’era da scommetterci, descritta come una consorteria di aguzzini). L’impressione, però, più che a una struggente storia d’amore, è di assistere a un esercizio di stile un po’ vuoto (paradossalmente, in un film che riempie di particolari ogni scena fino all’inverosimile) in cui la storia è davvero solo un pretesto. La narrazione, orientata verso questo cupo dissolvimento, non dice quindi niente di vero sull’amore e sulla bellezza (neanche quella del jazz e delle donne, che secondo Vian incarnavano l’uno e l’altra), ascrivendoli alla categoria dell’effimero. Daniel Pennac ha definito L’écume des jours un romanzo da leggere più volte nel corso degli anni: “a diciotto anni prevale la griglia interpretativa della passione amorosa, a quaranta quella della critica sociale, a sessanta quella del pessimismo e della tragedia che tutto annulla”. Insomma, tanto genio, Monsieur Gondry, cui prodest?

Autore: Raffaele Chiarulli

Details of Movie

Titolo Originale Mood Indigo
Paese Francia Belgio
Etichetta
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