MIO FRATELLO E’ FIGLIO UNICO
Valori Educativi
Il legami familiari sono più forti di qualsiasi contrasto politico e la famiglia resta l’unico valore duraturo
Pubblico
18+Una scena di incontro amoroso con nudità parziali.
La relazione di una donna matura con un giovane.
Ragazzi a letto in seminario che si masturbano
Giudizio Artistico
Sceneggiatura brillante ottimi tutti i protagonisti ma primo fra tutti Elio Germano
Cast & Crew
Regia
Daniele Luchetti
Sceneggiatura
Stefano Rulli
Sandro Petraglia
Daniele Luchetti
Our Review
Il film, sceneggiato da Rulli e Petraglia oltre che dallo stesso regista, vuole raccontarci i ragazzi degli anni '60 e '70 ma mentre gli altri due film del 2007 sono dei neo-romanzi rosa che cercano di arruffianarsi i giovani di oggi con quelli che appaiono essere gli interessi dominanti: il sesso, il calcio e tanta poca voglia di studiare, i due fratelli Accio e Manrico appaiono dei personaggi ben costruiti che inseguono, come tutti i ragazzi, una bella storia d'amore ma che non si chiudono nel privato e vedono la loro crescita personale come inscindibilmente legata al loro impegno sociale. Il primo, bravissimo a scuola, cerca un'idea-guida per la sua vita che lo coinvolga interamente (il seminario prima, l'adesione al MSI dopo); il secondo, operaio sindacalista, è sempre primo nei comizi e nei cortei, fino ad abbracciare negli anni '70, la lotta armata.
Luchetti guarda alle scelte estreme di quell'epoca con un'ironia giustificata dal tempo che è trascorso e prende in giro tutti, prima i fascisti (sai che vuol dire"eila eila alalà? niente; ma tutti gli andavamo dietro) poi i gruppuscoli extraparlamentari (con le loro assemblee e le interminabili discussioni che non approdavano a nulla) ma non si dimentica di parlarci del lato oscuro di quei movimenti: l'abitudine alla violenza, a picchiare e a incendiare sia a destra che a sinistra.
Il finale, facile e consolatorio, sembra quasi un atto di modestia per contenere il film nell'ambito della commedia che non vuole prendersi troppo sul serio. Sarebbe stato meglio invece rendere più manifesta la simbolica crescita di Accio che attraversa le tre ideologie dominanti del momento: la vocazione sacerdotale prima (che lascia non per contrasto di idee ma per l'impossibilità di impegnarsi in un voto di castità), l'estrema destra e l'estrema sinistra poi, abbandonate entrambe quando si accorge del fanatismo distruttivo che le pervade. In effetti il finale adombra l'approdo di Accio a una scoperta dei valori forti della dignità della persona e del calore dei legami familiari. La forza emotiva, il cuore pulsante della storia di questi due giovani è proprio il legame che essi sentono fra di loro e con la famiglia, che si pone sempre al di sopra di qualsiasi scelta di campo e resta intatto con il passare del tempo.
Questo film ha molti pregi: una sceneggiatura vivace, dialoghi calati nella realtà giovanile del tempo (chi, se non ha vissuto quegli anni, poteva far distinzione fra quei giovani che ancora portavano la canottiera e gli altri che non la usano più o parlare di "doppietta" quando si scalavano le marce nella Cinquecento?). Bravi tutti gli attori (il fatale Scamarcio, l'apprensiva ma decisa mamma Finocchiaro, Luca Zingaretti, il vetero-fascista che ancora odia gli americani) ma su tutti campeggia Elio Germano, una figura a tutto tondo di un giovane capace di slanci di generosità, spesso irruento e violento ma anche in grado di riflettere e riconoscere i propri errori, con una perenne irrequietezza tipica dell'adolescenza.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | mio fratello e' figlio unico |
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Etichetta | Non classificato |
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