KRAMER CONTRO KRAMER

Il successo di questo film è stato notevole: nel 1979 è stato il film con maggiori incassi e l’anno successivo ha vinto ben 5 Oscar.

Sarà interessante scoprire perché è piaciuto sia al pubblico che ai critici e cercare di comprendere qual è il messaggio sotteso che traspare da questo film.

Che sia un film ottimamente realizzato non ci sono dubbi: in nessun momento scivola nel romantico, nel patetico ma il susseguirsi degli eventi procede con ritmi serrati, quasi nella prospettiva di Ted, che mostra di affrontare con piglio deciso ogni evento imprevisto, dal prendersi cura di suo figlio, cosa che non aveva mai fatto, al trovare un nuovo lavoro in sole 24 ore. Le interpretazioni di Dustin Hoffman e di Meryl Streep sono eccezionali proprio perché essenziali alla parte: nessuno dei due cerca lo “spazio” per una scena madre. La lettura dello spettatore risulta così facilitata: Ted è un manager, anche nella vita privata, che non si scoraggia mai e cerca, volta per volta qual è la soluzione giusta al problema che ha di fronte; Joanna è tormentata, ha una insicurezza di fondo che rende difficile in ogni decisione.

Tutta la storia ruota solo intorno alla famiglia Kramer (di fatto si tratta di un divorzio) ma cos’è che ha affascinato tanto il pubblico? In che modo si è immedesimato in questa storia? Ovviamente nessuno potrà saperlo con certezza ma è indubbio che il tema del prendersi cura del piccolo Billy gioca un ruolo essenziale. Ted e Billy, rimasti da soli senza la mamma, riusciranno a intendersi? È questa la parte migliore, il cuore pulsante del film, dove le continue schermaglie iniziali fra padre e figlio alla fine portano a maturare una forte intesa reciproca e un grande affetto fra l’uomo grande e quello piccolo. Non manca una scena “malandrina” ,dove dobbiamo assistere (senza dettagli) a un bimbo che geme perché gli stanno mettendo dei punti alla guancia ferita mentre Ted lo tiene per mano. Si tratta comunque del racconto di una separazione: il film vuole indicare che le esigenze degli adulti debbono prevalere su quelle dei figli? È significativa la scena che si svolge in un parco dove si sono recati Ted e l’amica Margaret. Ted gli pone delle domande sul suo recente divorzio: “Quant’è che tu e Charlie avete rotto? “. “Un anno e mezzo”.  “Così tanto? Pensi che ti risposerai?”. “No.” “Mai nella vita?”. “No, no”. “Perché?”.  “Non so, forse sarà diverso quando non hai i bambini.  Anche se Charlie e io non viviamo più insieme, anche se Charlie dovesse risposarsi, è mio marito ed è ancora il padre dei miei bambini. L’affare che: finché morte non ci separi, forse è proprio vera”.

Si tratta di una dichiarazione forte e risoluta sul valore del matrimonio, in particolare nella sua funzione di generazione e cura dei figli. Un dialogo che è un modo di costruire un manifesto teorico intorno a ciò che vediamo nelle immagini: la “conversione a padre” di Ted e anche il finale, che non riveliamo, ribadisce il valore assoluto che ogni genitore deve inseguire: fare prima di tutto ciò che è il meglio per il figlio e la sua crescita.

Resta da commentare il personaggio di Joanna, interpretato da Meryl Streep. Si racconta che l’attrice, ingaggiata come protagonista femminile del film, fosse contraria a rappresentare quel tipo di personaggio, così tormentato e così poco in linea con le emergenti  idee femministe. Si tratta indubbiamente di un personaggio  secondario rispetto a quello di Ted, un personaggio fragile ma che poi si riscatta pienamente nel finale.