IL NIBBIO

202592 minTutto   GuerraRapimento

Avvenuta esattamente venti anni fa, il racconto  della morte di Nicola Calipari, che riuscì a liberare la giornalista  Giuliana Sgrena nella Baghdad del 2005

Il 4 febbraio del 2005 Giuliana Sgrena, giornalista di Il Manifesto, si trova a Baghdad per effettuare alcune interviste ai profughi di Falluja che si erano rifugiati nella moschea di al-Mustafa. All’uscita della moschea, l’auto dove viaggia la giornalista viene bloccata da un commando terroristico e rapita.
La notizia ha grande impatto in Italia e il SISMI, nella persona del suo Direttore generale Nicolò Pollari affida a Nicola Calipari, capo delle operazioni all’estero, l’incarico di trovare una soluzione per liberare la giornalista.  Il suo programma prevede la ricerca di canali che possano avvicinarlo ai rapitori, scartando l’ipotesi di un recupero della prigioniera con la violenza. Salutata la moglie e i suoi due figli, Nicola si reca a Baghdad e inizia la sua indagine che procede per tentativi e alcuni fallimenti ma riesce progressivamente a trovare i contatti giusti. Non mancano operazioni di disturbo da parte chi invece avrebbe dovuto aiutarlo: un suo collega avvia in modo indipendente un nuovo canale tramite la Croce Rossa Internazionale mentre gli americani che occupano il territorio irakeno, cercano la pista, più spettacolare, di un assalto militare che poi fallisce. Intanto Giuliana Sgrena resta reclusa in un appartamento senza poter scrivere né leggere finché viene invitata ad essere ripresa con una telecamera: la liberazione sembra imminente…


Valori Educativi



Non solo l’eroismo ma l’umanità di Nicola Calipari, il suo desiderio di mediare evitando spargimenti di sangue, emerge con chiarezza

Pubblico

Tutti

Giudizio Artistico



Claudio Santamaria costruisce una superba interpretazione del protagonista e Sandro Petraglia manifesta tutta la sua matura esperienza di sceneggiatore nel modulare le sequenze di azione con l’intimità della vita privata

Cast & Crew

Our Review

Mi reco a vedere Il Nibbio nell’unico orario della giornata dove la multisala vicino a me proietta il film. La sala è molto piccola e noi spettatori siamo non più di una ventina. È questo l’interesse di pubblico che ha suscitato la storia, a venti anni dalla sua tragica morte, degli ultimi mesi di vita della medaglia d’oro al valor militare Nicola Calipari. Una triste constatazione (spero che quando il film andrà in streaming avrà più successo) perché Nicola non va ammirato solo per quel singolo, generoso gesto di coprire la giornalista Sgrena dai colpi della mitragliatrice ma è anche una bellissima testimonianza di un uomo carico di umanità che ha vissuto, nel suo difficile mestiere, alla ricerca di soluzioni non violente e concilianti. Anche l’amore e l’attenzione che ha mostrato verso la moglie e i figli non si contrappone al suo lavoro come una realtà a sé ma è parte della costruzione di una umanità integrale (e diciamolo pure, una umanità tutta italiana): la vita in famiglia fornisce energia e calore per affrontare un lavoro difficile ma necessario mentre il suo lavoro, di ritorno, diventa un esempio edificante per suoi figli.

Fin dal suo esordio, il film si vuole presentare nelle vesti di una ricostruzione rigorosa: le sequenze che si susseguono vengono indicate con la loro data, ogni volta che si presenta un nuovo personaggio veniamo a sapere, tramite didascalia, il suo nome. Partecipiamo con abbondanza di dettagli allo sviluppo di questo originalissimo mestiere dove si procede per tentativi, nell’attesa che uno dei personaggi misteriosi che vengono contattati finisca per parlare e dare informazioni utili. Assistiamo  al suo impegno calmo ma insistente di convincere delle persone a parlare o a collaborare come nel caso di giornalisti italiani che potrebbero aiutarlo a fornire una certa prospettiva di ciò che sta accadendo. Si tratta della paziente costruzione di una tela di ragno che contrasta, polemicamente, con la baldanzosa irruzione di squadre speciali degli Stati Uniti che sfondano porte alla ricerca dell’ostaggio ma poi fanno un buco nell’acqua. Il film beneficia di un Claudio Santamaria pienamente impersonato nella parte e dell’esperta sceneggiatura di Sandro Petraglia (La meglio gioventù, Romanzo di una strage, Le chiavi di casa, Anni felici, La ragazza del lago). La sapiente alternanza di scene concitate e drammatiche con la serenità della vita all’interno delle mura domestiche; la moglie che con il suo sorriso gli dà la forza per andare in battaglia con un cuore sereno; le dispute con la figlia maggiorenne che vuole la sua libertà ma in cuor suo ammira grandemente il padre:  tutto è il  frutto di un mestiere di scrittura consolidato da una lunga esperienza.

Il tema della responsabilità della morte di Calipari è presentato nella sua cruda realtà, senza polemiche di parte. Il mitragliere americano spara a quella macchina che sta passando per la Route Irish nel buio della notte (mancano solo 45 minuti all’aeroporto che avrebbe riportato la Sgrena in Italia), uccidendo Calipari e ferendo la Sgrena assieme al funzionario al volante. Le due commissioni di inchiesta, quella italiana e quella americana sono arrivate a conclusioni opposte portando l’indagine sulla responsabilità dell’accaduto a un nulla di fatto.
Si tratta di un’amara conclusione ma al di là della specifica responsabilità per quello specifico atto, il film lascia trasparire il “fastidio” delle forze degli Stati Uniti dislocate in Iraq per questa iniziativa italiana che toglieva loro la gloria di esser riusciti loro a liberare la giornalista.

Autore

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Etichetta
Paese ITALIA
Tipologia
Valori Educativi 9
Tematiche (generale)
Tematiche-dettaglio
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