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BELFAST

202297 min10+   , Amore e FamigliaAmore per i figli, Matrimonio

Kenneth Branagh ricorda quando, a 9 anni, viveva a Belfast ed era iniziata la rivolta Nordirlandese. Un racconto visto con gli occhi di un bambino che beneficia dell’affetto dei genitori e dei nonni e dell’esempio di due coppie che si amano Su SKY

Belfast, 1969. Buddy ha nove anni e sta giocando con altri ragazzi e ragazze nella stradina del quartiere cattolico dove vive quando, improvvisamente, irrompono lealisti protestanti e iniziano a distruggere e incendiare tutto ciò che trovano. È l’inizio dei Troubles . Sua madre e suo padre non capiscono: sono protestanti ma sono sempre stati buoni amici dei loro vicini cattolici e vivono da sempre in quel quartiere assieme ai nonni e agli zii. Il padre lavora in Inghilterra e ritorna a casa ogni due settimane ma adesso cercherà di tornare più spesso. La vita quotidiana sembra riprendere il suo corso ma la situazione non è affatto tranquilla: il padre di Buddy è invitato a scegliere, perché un protestante non può restare neutrale e la coppia inizia a pensare che sia meglio lasciare Belfast…


Valori Educativi



Il tema dominante è quello degli affetti familiari (fra coniugi, con i figli, con i nonni) sul quale Kenneth Branagh non ha fatto letteratura, ma ci ha messo il suo cuore

Pubblico

10+

Qualche scena violenta, senza però dettagli cruenti, potrebbe impressionare i più piccoli

Giudizio Artistico



Kenneth Branagh (regista, sceneggiatore, produttore) ha confezionato una partecipata sceneggiatura che punta soprattutto ai dialoghi, una regia ormai da vero esperto e un’ottima musica. Candidato a 7 premi Oscar

Cast & Crew

Our Review

(L to R) Judi Dench as “Granny”, Jude Hill as “Buddy” and Ciarán Hinds as “Pop” in director Kenneth Branagh’s BELFAST, a Focus Features release. Credit : Rob Youngson / Focus Features

Kenneth Branagh ha realizzato un film in memoria della sua giovinezza a Belfast e ha voluto rendere omaggio alla sua gente. La madre (Caitríona Balfe) il padre (Jamie Dornan), il nonno (Ciarán Hinds) sono tutti interpretati da attori irlandesi.  Un popolo destinato a emigrare, come dice un personaggio del film e come pensano seriamente di fare il papà e la mamma di Bunny. Tutto il film si svolge all’interno di  una angusta stradina del quartiere operaio di Belfast, dove tutti  si conoscono e i ragazzi giocano insieme per strada. Quella stessa strada è stata ora barricata dai suoi abitanti dopo il saccheggio attuato dai lealisti e una guardia volontaria controlla chi entra e chi esce. Sono queste le prime sequenze del film che sembrano, nella loro drammatica violenza, volerci preparare a rivisitare i tristi tempi dei Troubles (1969 -1998) dove morirono tanti cattolici e tanti protestanti. In realtà non è così; quei tempi e quelle violenze restano sullo sfondo mentre la storia che prevale è quella del ragazzo e della sua famiglia, il tutto visto ad altezza di bambino. Buddy ha nove anni e cerca di capire. Cerca di capire dove stiano le differenze fra cattolici e protestanti (sicuramente la confessione, cosi dopo che ci si è pentiti, pensa Buddy,  si può ritornare a fare quello che si vuole), cerca di capire perché la sua amica Moira lo invita a partecipare al saccheggio di un supermercato cattolico, ma soprattutto deve cercare di capire se la sua compagna Catherine ha già un ragazzo che le piace. I film vive proprio delle piccole cose di ogni giorno e dell’affetto che fluisce fra i componenti della famiglia. Il nonno ha con Buddy sempre la parola giusta (oltre a controllargli i compiti) per aiutarlo nei suoi problemi di cuore. “Cosa vuoi fare da grande? -chiede il nonno- voglio fare il calciatore e sposare Catherine”. Il nonno è anche un grande filosofo. Di fronte alla sofferenza che potrebbe arrecare al figlio la partenza da Belfast, riesce anche a citare il poeta William Butler Yeats (ovviamente irlandese): “La troppo lunga rinuncia rende di pietra il cuore”. I numerosi colloqui a due sono la cosa più bella del film perché lasciano trapelare un’intesa di coppia consolidata nel tempo Il nonno ricorda alla nonna i tempi nei quali non c’erano i soldi per le calze e lei se le dipingeva addosso; papà e mamma discutono a fondo sulla decisone di lasciare Belfast  e si mettono entrambi con il cuore in mano, cercando di capire come si sentiranno a lasciare quei luoghi e quegli affetti  sui quali hanno potuto contare finora. Non manca qualche dichiarazione più teorica sul tema della famiglia. Al nipote rattristato di fronte all’ipotesi della partenza la nonna è pronta a dirgli: “Tu sai chi sei: tutta la famiglia si prende cura di te e dovunque tu andrai questa sarà sempre la verità: il saperlo ti darà sicurezza”.

(L to R) Caitriona Balfe stars as “Ma” and Jamie Dornan stars as “Pa” in director Kenneth Branagh’s BELFAST, a Focus Features release. Credit : Rob Youngson / Focus Features

Ovviamente qualche spettatore potrebbe restare  contrariato per la poca rilevanza data al conflitto nordirlandese che sconvolse quella regione per trent’anni ma le vicende narrate sono ricostruite  con un filtro potente: il setaccio della memoria ha appannato  i ricordi più cruenti (una  scena drammatica che coinvolse suo padre viene trasformata, nella memoria del piccolo ora cresciuto, in una scena da film western) ma ciò che sono rimasti nel cuore di Buddy-Kenneth sono soprattutto i volti sorridenti dei suoi genitori, dei suoi nonni e la lezione di amore che ha ricevuto da loro. Un lezione che Branagh simboleggia con un ballo: nonno e nonna si alzano dalla sedia per ballare al suono di una canzoncina del tempo in ricordo dei loro primi incontri mentre la mamma e il papà  ballano e cantano felici al suono di Everlasting Love . E’ questa, forse, l’immagine simbolo di tutto il film: come avevamo visto anche in Baaria dove Giuseppe Tornatore sviluppava il racconto autobiografico della sua giovinezza, la madre viene rivista come fonte sorgiva di bellezza e di dolcezza.

Kenneth ha fatto questo film che potrebbe essere anche poco realistico in riferimento a quei tempi storici ma è  estremamente vero in quel suo cuore di figlio e di nipote che ci ha concesso di scoprire.  

Il film ha ben sette candidature all’Oscar. Ottima la sceneggiatura, virtuosa la regia (movimenti convulsi della macchina durate i tumulti, riprese dal basso in occasione di un funerale) ma chi è impagabile è Jude Hill, nella parte del piccolo Buddy.

Autore

Autore: Franco Olearo

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Etichetta
Paese UK
Pubblico
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Tipologia
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