ANORA
Lei è una escort che lavora in un locale notturno, lui un giovane viziato e pusillanime. Poi lui chiede di sposarla. Un Pretty Woman amaro e disincantato. In sala
New York, Brooklin. Anora lavora come escort in un club privé dove intrattiene i clienti e, quando richiesto, li porta ai piani superiori dove ci sono le camere da letto. Una sera viene invitata a prendersi cura del giovane Vanja perché lui è un russo e lei conosce abbastanza bene quella lingua. I loro rapporti continuano anche fuori del locale: Vanja la invita nella lussuosa villa del padre e, non contento, le chiede di passare un’intera settimana con lui pagandola profumatamente. In quella settimana è incluso anche un viaggio a Las Vegas dove il ragazzo le chiede di sposarlo. Dapprima incredula, Anora accetta e si recano in uno dei tanti uffici disponibili a Las Vegas per una rapida cerimonia. I giovani tornano a New York ma la notizia del loro matrimonio arriva presto alle orecchie della madre e del ricco padre russo che decidono di prendere il loro aereo privato per raggiungerli: il matrimonio deve essere annullato. Nel frattempo, danno ordine al loro faccendiere di New York e a due loro e uomini-gorilla di recarsi subito alla loro villa perché non facciano fuggire i due giovani. Al loro arrivo Anora reagisce con violenza ma viene bloccata dai due energumeni mentre Vanja riesce a fuggire…
Sean Baker
Sean Baker
Valori Educativi
Partendo da una situazione degradata o da un potere economico arrogante o da un atteggiamento viziato e pusillanime, non c’è alcuna evoluzione al meglio
Pubblico
18+Frequenti scene con nudità femminili e incontri amorosi con nudità. Uso continuo di alcool e di droga
Giudizio Artistico
Superba interpretazione di Mikey Madison. Il regista Sean Baker è efficace nelle singole scene ma manca l’unità del tutto e si mostra ripetitivo soprattutto nella parte centrale allungando le sequenze più del necessario. Vincitore di 5 Oscar 2025
Cast & Crew
Regia
Sean Baker
Sceneggiatura
Sean Baker
Our Review

Diciamo subito che Mikey Madison Interpreta alla perfezione la parte di Anora. È lei che solleva la qualità artistica di questo film e ben meritato è il suo Oscar 2025 come miglior protagonista femminile. All’inizio del film, lei è un corpo. Un corpo in vendita più un sorriso, quel tanto che serve per invogliare il suo cliente a spendere ancora e ancora. Poi inizia una lenta trasformazione. Il giovane Vanja dopo aver speso con lei una notte, un giorno, e poi un’intera settimana, chiede di sposarla. Ecco, ci siamo, si entusiasma a questo punto lo spettatore: ecco il nuovo Pretty Woman (a parte la bellissima canzone)! E invece no.
Dov’è finito il formidabile intuito femminile? Possibile che Anora non si accorga di trovarsi non di fronte a un brillante ma inflessibile imprenditore, com’era Richard Gere nel film del 1990 ma piuttosto davanti a un vermicello che sa solo spendere senza ritegno i soldi del papà, ubriacarsi e passare il tempo a giocare con i videogame?
Con questa situazione così instabile e poco convincente, inizia il capitolo due del racconto, quando arrivano due gorilla armeni che hanno il compito di bloccarli. In questo secondo tempo (lungo, troppo lungo) non è più la giovane coppia la protagonista ma i due gorilla e il faccendiere che hanno il compito di far ridere lo spettatore con le loro sbadataggini e ingenuità. Cambia anche il genere: ci troviamo di fronte a un frenetico screwball: una corsa notturna fra tanti locali di intrattenimento alla ricerca del fuggitivo Ivan. Perché questo cambiamento di tono? Sembrerebbe quasi che il regista abbia voluto fare una narcisistica esibizione dei suoi talenti.
Nel terzo atto ecco i nuovi, terzi, protagonisti: i genitori di Ivan che con la sfrontata arroganza della loro ricchezza si sentono in diritto di imporre la loro volontà all’insulso Ivan e alla fragile Anora.
Ma alla fine ci sarà la sospirata redenzione? Vedremo lei e lui ormai uniti felici come in Pretty Woman? Siamo vicini al sacrificio per amore com’era accaduto in La signora delle camelie (poi ripreso anche in La vita che vorrei)? Si domanda ancora lo spettatore. Ormai conosciamo il disincantato realismo di questa storia: lei invita ancora Ivan a comportarsi da adulto responsabile ma è tutto inutile. Lei ha preso atto di una dolorosa verità: quel suo fresco marito è solo un infantile pusillanime. Lei è di nuovo sola. Ci fermiamo qui per non fare spoiler.
Si va al cinema per cercare un piacevole intrattenimento ma anche il messaggio che il film trasmette con la sua storia, con i suoi personaggi è importante. Quando si esce dalla sala dopo aver visto questo film si ha un gusto amaro in bocca. È un film che possiamo definire statico, non c’è una evoluzione nei personaggi ma piuttosto un meccanico scontro di forze contrapposte.
Il regista, che sembra mostrare una particolare attenzione per le storie delle sex workers come era già accaduto in Un sogno chiamato Florida, è bravo nel muoversi all’interno dei tre atti, così diversi fra loro ma ama troppo sottolineare e ripetere finendo per totalizzare 139 minuti e quindi stancare, soprattutto nella parte centrale, lo spettatore. La storia è priva di uno sviluppo armonico complessivo, si muove a singhiozzo ma nonostante tutto viene salvata perché c’è il personaggio di Anora. Solo Anora è viva, ha un cuore pulsa ma nei modi di un animale sensibile: passa dall’istinto di sfruttare il desiderio sessuale degli uomini all’istinto di difesa adottato di volta in volta secondo le circostanze. Non ha nient’altro a disposizione in un mondo di potenti che la sovrastano. Ovviamente non riveliamo il finale ma Anora ha solo una piccola, piccola consolazione, come si consola un cucciolo di cane che ha bisogno di affetto
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Paese | USA |
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Tipologia | Film |
Tematiche-dettaglio | Prostituzione |
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