JUNO (Franco Olearo)
Juno è una ragazza di 16 anni che si accorge di essere rimasta incinta. Il suo ragazzo, Paulie si mostra totalmente impreparato ad affrontare la situazione e lei si avvia a prendere la decisione più ovvia: abortire. Entrata in un clinica specializzata in aborti rapidi, si accorge, in modo molto naturale e spontaneo che c'è un'altra soluzione: far nascere il bambino e darlo in adozione. Presa la decisione, non tutto sarà così facile nei nove mesi che seguono....
Juno è una ragazza di 16 anni che si accorge di essere rimasta incinta. Il suo ragazzo, Paulie si mostra totalmente impreparato ad affrontare la situazione e lei si avvia a prendere la decisione più ovvia: abortire. Ma poi una naturale saggezza la prterà a considerare l’adozione come soluzione più giusta
Jason Reitman
Diablo Cody
Valori Educativi
E’ notevole il modo naturale e spontaneo (non “condizionato”) con cui una ragazza di 16 anni scopre che è brutto abortire ed è bello far nascere il proprio figlio
Pubblico
14+Linguaggio a volte crudo ed esplicito
Giudizio Artistico
Ottima sceneggiatura (premio Oscar), ottima la protagonista Ellen Page, bravo il regista
Cast & Crew
Regia
Jason Reitman
Sceneggiatura
Diablo Cody
Our Review
Natalia Aspesi in un articolo apparso su La Repubblica del 6 marzo 2008 dal titolo “Giù le mani da Juno”, se la prende contro ogni sfruttamento a fini ideologici, in senso anti-abortista del film. Fa notare infatti che nel racconto non compaiono “vescovi, predicatori o profittatori politici”. Natalia ha perfettamente ragione: per commuoversi davanti a una testolina che fa capolino dallo schermo dell’ecografia, per desiderare che alla fine “egli sia” non è necessario essere vescovi, predicatori o profittatori politici o esser condizionati dalla loro “malefica” influenza; ma basta molto di meno: è sufficiente :essere nati un po’ di anni prima di quel bambino, visto che siamo venuti al mondo esattamente come lui; basta far parte della grande famiglia umana e desiderare che altri riescano a raggiungerci. Quello che non è chiaro alla Aspesi è che chi è pro life, è sinceramente contento che un altro bambino “ce l’abbia fatta”, qualunque sia state le motivazioni per una tale decisione e le motivazioni di Juno vanno benissimo. E’ l’antico atteggiamento della madre vera che di fronte alla decisione del re Salomone di tagliare in due il bambino conteso, afferma che piuttosto che vederlo morire preferisce che il bambino venga affidato all’altra donna..
Nei nove mesi di gestazione Juno entra progressivamente nel mondo degli adulti ma la cosa non le piace affatto: quel positivo atteggiamento verso gli altri e il resto del mondo che aveva determinato la decisione di non abortire rischia di venir gravemente compromesso: lo recupererà di nuovo ma con una consapevolezza più matura.
Le sue stesse basi familiari erano già fragili (abbandonata da sua madre quando era ancora piccola e mai più rivista, vive con il padre che ha sposato un’altra donna ) ma se la forza della giovinezza le aveva consentito di stendere come un velo sul passato, ora però la situazione è diversa: come madre, anche se solo per nove mesi, desidera il meglio per suo figlio. Grande è la delusione quando scopre che la coppia che aveva scelto per l’adozione sta per separarsi .”Voglio che siate perfetti, non voglio che siate incasinati come tutte le altre famiglie” protesta Juno.
“Mi domando se due persone possono stare insieme per sempre” domanda al padre, in un momento di tranquilla intimità in casa. La sua però non è una domanda, è una riflessione: superata la delusione iniziale, ha capito che la vita è un tendere e il fatto che certe cose siano difficili da raggiungere non vuol dire smettere desiderarle e di sperare.
Per Natalia Aspesi il film è “espressione dell’immensa libertà della donna di poter liberamente essere madre o no”. Anche questo è vero (tutti noi siamo liberi nell’animo davanti alle nostre scelte) ma ciò di cui si discute non è una decisione indifferente ma polarizzata: la scelta in una direzione è una sconfitta, nell’altra è una vittoria per il figlio, per la madre, per la società.
Il film, da questo punto di vista, non manifesta nessuna neutralità: nella sequenza finale, nella gioia della madre adottiva, nel piacere di Juno di tornare dal suo ragazzo per riprendere a crescere insieme si svela la speranza della sceneggiatrice , proprio grazie a gesti come quello di Juno, di poter costruire, pur partendo da una società così vistosamente disgregata, un mondo di affetti più forti.
Juno dimostra ancora una volta come un film è sempre frutto di un lavoro di equipe: brava Diablo Cody (premio Oscar 2008) ma il successo non sarebbe stato pieno senza l’interpretazione della canadese Ellen Paige: verosimile sedicenne con le sue passioni per il Jazz e i film splatter (ma quando comunica al suo ragazzo di essere incinta, un lampo le passa sugli occhi, desiderosa di voler bucare quel volto di ragazzino ebete per riuscire a catturare i suoi sentimenti più profondi). Bravo anche il regista, che tanto ha contribuito a costruire un mondo di adolescenti colto nel lento passare delle stagioni in una tranquilla cittadina di provincia (ma quando Juno ferma la macchina sul ciglio della strada per rompere in un pianto disperato dopo la notizia della prossima separazione della coppia scelta per l’adozione , il paesaggio assume l’aspetto di una squallida periferia tagliata da un treno che passa sferragliando).
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | JUNO |
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Paese | USA |
Etichetta | FamilyOro |
Tematiche-dettaglio | Adozione |
Tematiche (generale) | Rispetto della vita |
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