Proprio quando Wendy sta per lasciare la stanza dei bambini ed essere affidata ad una zia nella sua stanza si presenta Peter Pan, l’unico bambino che non crescerà mai. Con lui e con i fratelli John e Michael, Wendy vola sull’Isolachenoncè dove, tra incredibili meraviglie, si ritrova a fare da mamma ai Bambini Sperduti ma anche a combattere al fianco di Peter il terribile Capitan Unicino.

 Dal romanzo di Alexandre Dumas padre, un classico della letteratura d’avventura portato innumerevoli volte al cinema e in televisione, nasce un film che, mentre rispetta tutti i canoni del buon prodotto americano di intrattenimento (ricostruzione d’epoca sontuosa e accattivante, regia vivace affidata ad un professionista che può vantare nel suo curriculum titoli come Robin Hood principe dei ladri e Waterworld, interpreti di ottimo livello, tra cui spiccano Richard Harris nel ruolo dell’abate Faria e James Caviezel, già protagonista de La sottile linea rossa e futuro Gesù in Passion di Mel Gibson), si prende alcune libertà rispetto al testo di partenza e sceglie come segno distintivo una costante sottolineatura dell’elemento religioso, senza timore di parlare, oltre che del desiderio di vendetta, anche di Dio, di perdono e di Provvidenza.

Realizzare un adattamento della monumentale opera di J.R.R.Tolkien, un testo di oltre 1200 pagine ricchissimo di eventi e personaggi, di luoghi e di creature fantastiche, era un’idea circolata fin dall’uscita del romanzo, tanto è vero che l’autore, un po’ a corto di fondi, ne aveva venduto i diritti. Tuttavia la sfida implicita nel tentativo di dare corpo ad un immaginario tanto ampio e dettagliato (Tolkien descrive luoghi, usi, oggetti, lingue, edifici e specie viventi con una meticolosità certosina, che de resto corrisponde alla fanatica cura del particolare che è propria di tanti suoi adoranti lettori) era evidente e forse al di sopra delle possibilità del cinema anche di soli dieci anni fa.

Come dimostrano i dati del box office e le lunghe file di spettatori all’ingresso delle sale cinematografiche, Cast Away è sicuramente il film che più ha segnato il panorama cinematografico delle prime settimane del 2001. Oltre che per il successo di distribuzione, questo film merita una particolare attenzione perché la storia narrata, proseguendo la riflessione su un tema che sta particolarmente a cuore al regista, si impone come una di quelle metafore che in maniera piuttosto scoperta tentano di istituire dei riferimenti ideologici per l’orientamento dell’uomo americano in particolare e dunque occidentale in generale.

"They that go down to the sea on the ships": è la dedica apposta sul piedistallo della statua innalzata nella piazza principale di Gloucester, di fronte all'Oceano Atlantico, in memoria dei pescatori morti in mare. Questa statua appare nelle prime scene di questo film ma è anche presente nell'ultima sequenza di "Capitani coraggiosi" il bel film del '37 di Victor Flaming. In effetti gli abitanti di questo paesino del Massachussets sono gli eredi di una gloriosa ma spesso tragica tradizione, che risale alla prima metà del '600: quella di andar per mare dedicandosi alla pesca d'altura.

Siamo nella Tebe dell’antico Egitto (ricostruita, con grande impatto visivo, tutta in computer grafica). Nel palazzo reale si consuma un atroce episodio di sangue: il sommo sacerdote Imhotep (Arnold Vosloo) e la preferita del faraone Anck-Su-Namun (Patricia Velasquez) sono amanti.

1990Amore per la naturaWestern

BALLA COI LUPI

Kevin Costner ha ribaltato con questo film la mitologia western (i bianchi buoni contro i cattivi indiani) costruendo un’epica della natura, che privilegia l’amore per una vita che torna all’essenziale e osteggia tutto ciò che è progresso artificioso e violento. Una visione forse troppo utopistica ma efficace. Su Prime Video

El Mariachi è una leggenda vivente in Messico, il più veloce e infallibile pistolero, che lotta contro i cartelli della droga e i militari corrotti.

Probabilmente vi ricorderete di Peter Pan, il cartone animato della Walt Disney; ebbene, in questo film,  l'isola dei Caraibi dove è governatore il padre della bella Elisabeth ha esattamente la stessa forma dell' "isola che non c'è". Se siete stati a Disneyland ed avete visto l'attrazione omonima "I pirati dei Caraibi", vi accorgerete che la caverna dove è stato nascosto il tesoro, ha qualcosa di molto familiare.

Tre generazioni di una stessa famiglia si impegnano a salvare la fonte del benessere della loro comunità in una spedizione nel ventre della terra. Un racconto poco adatto ai più piccoli, per le complesse tematiche familiari presentate (figli disubbidienti, un ragazzo che manifesta inclinazioni omosessuali). In Sala
Arrivata alla sesta stagione con 65 episodi (di cui 5 previsti per il 2025), la Serie TV Cobra Kai, intrattiene adolescenti e adulti uniti dall’amore per lo sport da combattimento più famoso al mondo, il Karate. Complici, anche, i film anni ’80 a cui è ispirata: The Karate Kid. Disponibile su Netflix

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