HERE
Robert Zemeckis sperimenta una nuova tecnica narrativa (inquadratura fissa, tempo che passa) ma la novità finisce per soffocare il piacere del racconto. In Sala
In pochi metri quadrati di terreno assistiamo al passaggio di secoli. Per primi vediamo i dinosauri, poi interviene l’era glaciale. I nativi iniziano a cacciare in quello che ormai è diventato un bosco. Arriviamo alla guerra di indipendenza americana, poi al tempo dello schiavismo ma alla fine, verso il 1900, viene costruita una casa. Vari proprietari si alternano ma in particolare c’è un giovane, Richard, figlio di un reduce della Seconda Guerra Mondiale, che finisce per mettere incinta Margaret, la sua ragazza. Una volta sposati, lui rinuncia alle sue incerte aspirazioni artistiche per diventare un colletto bianco e, non hanno altro modo per vivere che abitare nella casa dei genitori di lui. Il tempo passa, la loro figlia è ormai laureata e Margaret si lamenta che in tutto quel tempo non sono mai riusciti a trasferirsi in una casa come lei l’avrebbe desiderata….
Valori Educativi
Nelle generazioni che si alternano nello stesso appartamento si manifestano vari affetti familiari: amore per i figli, cura degli anziani ma è presente anche una crisi coniugale
Pubblico
10+Un personaggio è affetto da alcoolismo. Allusioni sessuali
Giudizio Artistico
Ottime ricostruzioni in 3D, efficace impiego dell’Intelligenza artificiale ma la sceneggiatura fornisce dialoghi non brillanti e la condizione di vivere sempre in una stessa stanza limita l’interpretazione dei protagonisti
Cast & Crew
Regia
Robert Zemeckis
Our Review
Robert Zemeckis è incorreggibile. Se a ogni film non sperimenta una nuova tecnologia non è contento. In Forrest Gump abbiamo assistito ad attori reali che vengono inseriti all’interno di filmati che riguardavano importanti eventi della storia americana; in Polar Express, La leggenda di Beowulf e A Christmas Carol il regista ha utilizzato a fondo la tecnica dell’image capture che consente a un attore reale di venir inserito in un contesto di computer grafica. Ora è il tempo dell’intelligenza artificiale e grazie ad essa possiamo vedere in Here il trascorrere degli anni sul volto dell’immancabile Tom Hanks: da giovanissimo, a uomo maturo, a persona anziana. Il potere attrattivo del nuovo ha sedotto il regista anche in un altro aspetto: è rimasto affascinato dall’idea che è stata impiegata nella graphic novel Here di Richard McGuire: all’interno della stessa stanza di una anonima abitazione si avvicendano anni, secoli, uomini e donne che nascono e muoiono.
Il regista sa molto bene che la curiosità che può attirare inizialmente è effimera: lo spettatore subito dopo vuole cogliere il messaggio di fondo, vuole emozionarsi.
È questo l’aspetto più delicato del film. Nel succedersi delle generazioni che passano durante il trascorrere del tempo ritroviamo un elemento caratteristico, un po’ melanconico, della narrazione di Zemeckis. Basterebbe ricordare il protagonista di Forrest Gump che rivive trent’anni di storia americana ma anche il giovane Marty di Ritorno al futuro (1,2,3) che si sposta avanti e indietro nel tempo per inseguire le vicende della sua famiglia.
Proprio nella famiglia-baricentro della narrazione, costituita dai coniugi interpretati da Tom Hanks e Robin Wright riusciamo
a cogliere lo sviluppo degli affetti familiari: dall’attenzione verso i figli che crescono alla cura per i genitori anziani ma anche i difficili rapporti fra marito e moglie. Quindi il messaggio c’è ma è troppo poco. Nel resto del film assistiamo a rapide cartoline sul tempo passato (un amore fra due nativi ai tempi dei primi coloni, la felicità, ai tempi della guerra d’indipendenza per la resa degli inglesi, afroamericani su una carretta ai tempi dello schiavismo). Mentre il tempo passa entriamo nell’intimità di altre coppie che hanno abitato quella casa: un inventore di poltrone pieghevoli che cerca di piazzare sul mercato il suo prodotto; un padre afroamericano che cerca di spiegare al figlio come tenersi lontano dalla violenza dei poliziotti. Si tratta di pillole narrative che disperdono, frammentano piuttosto che unire. Soprattutto nella parte centrale del film, quando il regista non sviluppa la storia trainante ma insiste con la curiosità del tempo che trascorre all’interno di pochi metri quadrati, lo spettatore rischia di annoiarsi. Occorre aggiungere che il contesto chiuso spinge gli attori a una recitazione teatrale e l’obiettivo dell’inquadratura fissa non è immune da forzature, come la celebrazione di un matrimonio in quella stessa stanza e a porre il letto di una persona anziana malata in quello stesso ambiente.
Autore:
Details of Movie
Paese | USA |
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Tipologia | Film |
Tematiche (generale) | Amore e Famiglia |
Tematiche-dettaglio | La Cura degli Anziani |
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