THE SON
Un adolescente si trova in uno stato di profonda depressione e ha impulsi al suicidio. Il padre e la madre, divorziati da anni, si affannano a trovare per il figlio una via di uscita, oscillando fra affetto e rigore. Un film con un’ottima sceneggiatura ma non adatto per le persone più sensibili a causa di uno sviluppo altamente angoscioso. Su Amazon Prime
Peter, un manager affermato di New York, vive con la sua seconda moglie Beth e il loro neonato Theodore. Suona alla porta Kate, la sua precedente moglie che racconta, allarmata, cosa ha scoperto: Nicholas, il loro figlio ormai diciassettenne, da mesi non va a scuola e si rifiuta di spiegare cosa fa tutto il giorno fuori casa. Peter promette di parlare con il ragazzo. Il loro incontro non consente al padre di scoprire cosa realmente sia successo (forse una delusione d’amore?) ma si accorge del profondo stato depressivo che opprime il figlio e nota dei tagli che Nicholas si è fatto sul braccio. Peter decide di assecondare la richiesta del figlio di accoglierlo in casa sua. Beth accetta a malincuore e la situazione sembra migliorare con l’iscrizione di Nicholas a una nuova scuola e con la frequentazione di uno psicologo ma dopo qualche tempo Peter scopre che il figlio è andato a scuola solo per il primo giorno e poi non si è più visto…
Valori Educativi
La profonda depressione di un adolescente costituisce un tema importante e va sicuramente trattato attraverso un film. L’elevata incapacità, da parte degli adulti, di riuscire a gestire la situazione, l’alone di mistero che avvolge il comportamento del giovane, lasciano spazio al dubbio che l’opera sia stata costruita per il piacere artistico di costruire un racconto ad alta drammaticità, piuttosto che offrire al pubblico uno strumento utile per approfondire questa importante tematica
Pubblico
14+La depressione di un adolescente (e l’impulso al suicidio) costituisce un tema particolarmente sensibile e conviene che non venga visto, da parte di giovani o di adulti, che ritengono di poterne restare negativamente suggestionati
Giudizio Artistico
Ottima sceneggiatura, candidatura all’ Oscar per Hugh Jackman; l’impostazione teatrale della regia non riduce ma risalta la drammaticità del racconto
Cast & Crew
Regia
Florian Zeller
Our Review
Diciamo subito che questo film non è per tutti. Non nel senso che occorre una certa età per vederlo (certo, anche quello) ma perché, per certi genitori, può costituire un’acuta sofferenza ritrovarsi di fronte a dolorose esperienze del passato o ancora presenti. La depressione di un adolescente è un buco nero che trascina lui e i suoi genitori che percepiscono molto bene la sofferenza del figlio ma si accorgono anche, angosciati, che il loro amore non è sufficiente, che qualcosa si è frapposto fra loro e non sanno come comportarsi. Un tema sicuramente importante, raccontato con grande maestria da Florian Zeller che aveva già portato la stessa opera in teatro (completando la trilogia di The Father e The Mother ). Ma l’attenzione dello spettatore non è diretta, diversamente da come ci si potrebbe aspettare, a cercare di scoprire l’origine e la cura del male del ragazzo (non sapremo mai perché nel passato Nicholas aveva saltato la scuola e aveva girovagato per la città); si pone piuttosto in soggettiva dei genitori, nel loro tragico pendolare fra il desiderio di vedere il figlio felice perché lo hanno assecondato nei suoi desideri e il dovere di irrigidirsi in un atteggiamento severo perché ciò (forse) corrisponde al suo vero bene.
Il massimo della tensione si ha in una delle sequenze finali, mirabilmente scritta e realizzata, dove, alla presenza di Nicholas, i suoi genitori discutono con lo psichiatra che si sta prendendo cura del ragazzo. Il dottore insiste: il ragazzo va internato altrimenti cercherà di nuovo di uccidersi. Nicholas implora, disperato, i suoi genitori di riprenderlo in casa perché per lui la clinica è un inferno. I genitori restano a lungo muti perché la decisione è troppo sofferta.
Le difficili scelte, i rimorsi riguardo a certi fatti del passato, sono le emozioni ricorrenti in questo film, senza che queste riescano a trovare un punto di atterraggio. Peter viene accusato dal figlio per aver divorziato da sua madre e aver costruito una nuova famiglia; lo stesso Peter teme di comportarsi come suo padre (un incisivo cameo di Anthony Hopkins), che ha sempre criticato per aver dato troppa priorità al lavoro, trascurando la famiglia. Si accorge anche (Peter è un ambizioso manager di successo) di affrontare il problema che riguarda suo figlio applicando una fredda razionalità, mentre si trova di fronte al magma fluido dei sentimenti e delle emozioni.
Lo sviluppo del film risente della sua impostazione teatrale (ambienti chiusi, lunghi dialoghi, primissimi piani di volti pensierosi, ..) ma la sceneggiatura è ottima, così come la regia. Resta qualche forzatura nello sviluppo del racconto (perché Peter teneva in bagno un fucile da caccia?).
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Etichetta | Non classificato |
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Paese | USA FRANCIA U.K. |
Tipologia | Film |
Titolo Originale | The Son |
Tematiche (generale) | Adolescenti Malattie mentali |
Tematiche-dettaglio | Depressione |
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