L’Alveare, il laboratorio segreto dell’Umbrella Corporation, dove un terribile virus aveva trasformato i morti in zombie, viene aperto e l’epidemia si diffonde per Racoon City. Mentre i dirigenti della potente società vengono messi in salvo, la città ormai infetta viene sigillata. Alice, sopravvissuta al primo scontro e resa più forte da misteriosi esperimenti genetici, viene liberata dal laboratorio e deve affrontare nuovi orrori, aiutata questa volta da una poliziotta dai metodi molto spicci.
Un commando di terroristi nordcoreani attacca e quasi rade al suolo la Casa Bianca, prende in ostaggio il Presidente e il suo staff e si asserraglia in un bunker sotterraneo, da dove pianifica un olocausto nucleare. Tutto facile per i cattivi? No, perché non hanno fatto i conti con una guardia del corpo del Presidente, dai drammatici trascorsi, che non aspettava che un’occasione simile per vincere i sensi di colpa e ristabilire l’onore perduto.
Ultima opera di Quentin Tarantino (Pulp Fiction, Jackie Brown), Kill Bill racconta la storia della vendetta di una donna. L'odio scorre nelle immagini e la violenza diventa l'unica arma e risorsa per sconfiggere il dolore.
In Afghanistan il comando americano decide, nonostante gli alti rischi evidenziati dal suo sofisticato sistema di rilevazione, di bombardare un villaggio credendo di eliminare un terrorista e causando invece una strage che scatena immediate rappresaglie nel mondo musulmano. Tre giorni dopo in America, Jerry Shaw, un giovane senza prospettive vissuto sempre all’ombra del fratello gemello di successo, e Rachel, mamma single che ha appena imbarcato il figlioletto su un treno in partenza per Washington, vengono catapultati da un misteriosa voce femminile in un intrigo molto più grande di loro…
James Bond esce malconcio dalla sua ultima missione ad Istanbul; la mano gli trema è non ha più l'elasticità di un tempo ma la stessa MI6, l'unità antispionaggio a cui appartiene, è sotto attacco e "M" è minacciata di morte. Decide quindi di rientrare nei ranghi perché la patria chiama..
Max, che di mestiere fa il taxista, ma sogna di possedere una compagnia di limousine, nella stessa notte carica sulla sua macchina prima un’affascinante procuratore distrettuale e poi uno spietato killer che ha l’incarico di eliminare i cinque testimoni chiave di un processo contro il cartello della droga. E il mite Max si troverà coinvolto suo malgrado in un gioco molto pericoloso
Louis Simo, investigatore in bolletta alle prese con un divorzio tutt’altro che amichevole, viene coinvolto nelle indagini sulla morte di Gorge Reeves, attore in declino famoso per aver interpretato Superman in una serie televisiva. Mentre cerca di barcamenarsi tra creditori e personaggi pericolosi che non vogliono che la verità venga a galla, Louis fa luce sul doloroso dramma di Reeves e sul mondo corrotto e affascinante in cui aveva vissuto.
A Dorchester, quartiere degradato di Boston, sparisce Amanda McCready, bimba di quattro anni figlia di una tossica. Siccome le ricerche della polizia guidate dal capitano Jack Doyle (Morgan Freeman) e portate avanti dal detective Remy Bressant (Ed Harris) non danno nessun esito, gli zii della piccola decidono di rivolgersi a Patrick Kenzie (Casey Affleck) e Angie Gennaro (Michelle Monhagan), detective privati che ben conoscono la zona in cui è accaduto il fatto.
Le indagini porteranno i due, conviventi e innamorati, a scoprire una verità incredibile e a scontrarsi con un dilemma in grado di lacerare la coppia.
Sono passati più di cent'anni dalla prima proiezione dei fratelli Lumière e non sono pochi i registi che sono cresciuti totalmente imbevuti di cultura cinematografica, non mancando mai di riferirsi, nelle loro opere, ai loro autori preferiti. Questin Tarantino è un caso a parte. La sua passione cinefila assume toni ossessivi. In Kill Bill Volume 2 sono evidenti i richiami a Il buono, il brutto , il cattivo (1966) di Sergio Leone, Il Postino Suona Sempre due Volte (quello con Lana Turner del '46), Non aprite quella porta (1974) , tutto il cinema di Hong Kong, le gangster story di serie B e tanti altri ancora. La sua costruzione riesce comunque ad essere originale ma é come se, fin da bambino, avesse imparato ad esprimersi unicamente attraverso parole assimilate durante una indigestione pantagruelica di film. I suoi personaggi non hanno profondità, non certo per imperfezione della sceneggiatura ma perché sono caratterizzati come degli eroi da fumetto. Il volto di Uma Thurman (la sposa): una maschera di fango e di sangue; la glaciale Daryl Hannah (Elle) con la banda nera sull'occhio ed i biondi capelli al vento; il controllato David Corradine (Bill), pronto a colpire con precisione. Sono tutti personaggi che si imprimono nella mente dello spettatore. La capacità di Quentin di costruire sequenze è eccezionale; pur essendo la saga di Kill Bill un film di genere, la storia non è semplice collante in attesa del prossimo combattimento ma eccelle invece proprio nel costruire l'atmosfera che prelude allo scontro. Elle (Daryl Hannah ) è andata a trovare Budd (Michael Madsen nella sua roulotte. Ha portato una valigia piena di contanti, necessari per comprare una spada imbattibile che Budd è in grado di vendergli.. Parlano tranquillamente come se si trattasse di una visita di cortesia; Bubb si mette persino a preparare un cocktail di frutta. L'atmosfera è troppo calma. Qualcosa sta per succedere. La cinepresa riprende i dettagli del frullatore che si avvia, che si spegne, del cocktail che viene versato nei bicchieri. Perché questi dettagli? Da dove scatterà l'imprevisto? Si domanda lo spettatore. Se ci trovassimo all'interno della logica ferrea di un film di Alfred Hitchcock , non avremmo dubbi: se viene inquadrato un particolare, sicuramente questo servirà al racconto. Ma Quentin gioca con lo spettatore, si diverte a sviarlo. Poi la sorpresa arriva, ma non da dove ce la potevamo immaginare.. Anche nella parte finale, quando "la sposa" e Bill scoprono di essere genitori di una deliziosa bambina e sono tranquillamente seduti nel salotto a prendere un drink come qualsiai famiglia borghese, noi temiamo che non ci sarà concesso alcun lieto fine.
Non ci sono buoni o cattivi in questo film, ma tutti sono killer che provano compiacimento nel rischio e nell'uccidere. Perfino la piccola figlia della sposa, (in questa famiglia Addams volta in drammatico) promette bene, uccidendo un pesciolino rosso per puro dispetto. Tarantino ci sta inviando un messaggio cinico, di completa sfiducia nella bontà 'umana?. Non lo credo. Ci sta propinando un elogio della vendetta negando la categoria del perdono? Niente di più avulso dai suoi interessi. Tarantino non è immorale nel senso che non ha nessuna filosofia da trasmetterci sulla decadenza del genere umano come invece accade, ad esempio, ne Leinvasioni barbariche (2003); la sua opera è fuori da ogni riferimento alla realtà, è un cinema che si nutre di cinema. E' invece immorale perché è diseducativo, proprio quando ci trasporta in un mondo che non c'è ed in questo mondo gioca con la violenza attingendo la vis ludica dai nostri istinti più nascosti, come quella bambina che schiaccia il pesciolino rosso che si dimena fuori dall'acqua.
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