BARBAROSSA

2009139'10+  

In una foresta vicino Milano, dopo l'anno 1100. Il piccolo Alberto da Giussano, figlio di fabbro, si allena a tirare con l'arco mentre è in corso una battuta al cinghiale. Un cavaliere è stato disarcionato e sta per essere caricato dall'animale. Alberto scocca rapido la freccia e salva il cavaliere: questi altri non è che Federico I di Hohenstaufen, detto il Barbarossa che riconoscente gli regala un suo pugnale. Alberto intanto cresce e si innamora di una sua amica di infanzia, Eleonora, che ha fama di avere doti di veggente perché è stata risparmiata da un fulmine. Alberto avrà modo di incontrare  nuovamente l'imperatore durante l'assedio di Milano che comportò la completa distruzione della città.  Conscio del fatto che la sconfitta è stata causata dalle divisioni fra i comuni italiani, Alberto organizza la compagnia della morte: giovani di varie città della Lombardia pronti a ribellarsi al giogo tedesco...

Valori Educativi



Il film è una ricostruzione sufficientemente attendibile del periodo delle lotte fra l’impero e i comuni italiani

Pubblico

10+ Scene di battaglia con alcuni dettagli splatter

Giudizio Artistico



Cast & Crew

Our Review

C'era una volta il film storico italiano: Scipone l'Africano (1937), Giuliano de Medici (1940), La corona di ferro (1941), I due Foscari (1942), Pia de' Tolomei (1941)  La cena delle beffe (1941), Il re d'Inghilterra non paga (1941), solo per citarne alcuni.

Dopo la guerra, se trascuriamo il filone dei film mitologici  degli anni '60 di puro intrattenimento  e senza ambizioni storiche   e pochi serial televisivi  come l'ottimo Marco Polo, la storia d'Italia antica e medioevale non è stata più rivisitata, forse nel timore che opere di questo genere possano venir scambiate per film di regime;  resta ormai solo History Channel a sfornare documentari sull'impero romano e sui fasti del nostro Rinascimento.
Ben vengano quindi film come questo che rievocano la gloriosa epoca dei comuni italiani (in queste pagine non sono di alcun interesse le motivazioni politiche che possono aver portato a realizzare questo film).
C'era anche la curiosità di vedere se questo prodotto italiano avrebbe abbracciato la nuova, nefasta tendenza dei film storici inaugurata da Ridley Scott  con Il gladiatore e Le crociate. Si tratta di film altamente spettacolari, secondo lo stile del regista americano, ma il contenuto è di pura fantasia, senza alcuna preoccupazione per la realtà storica. Le crociate in particolare sono state solo un pretesto per trasferirci  l'ideologia dell'autore, che vede nella religione l'origine di tutti i mali del Medio Oriente.

Venendo alBarbarossa, il film abbraccia un lungo arco di tempo che va dalla prima calata di Federico del 1154 a quella successiva che causò la distruzione di Milano nel 1160  e infine l'ultima del 1176 dove le truppe imperiali vennero sconfitte nella battaglia di  Legnano.  Bisogna dare atto a Enzo Martinelli, sia pur nell'ambito di un racconto romanzato, di aver rispettato sufficientemente la storia, anche se l'esser stati costretti a compattare tutto il materiale a disposizione in due ore e venti, ha fatto assumere al  film la veste di un bignamino in pellicola (è già pronta una versione più completa per il piccolo schermo).
Gli elementi essenziali ci sono tutti, anche se spesso appena accennati: l'astio dei comuni limitrofi nei confronti di Milano, che causò la prima discesa di Barbarossa; le difficoltà dell'imperatore nei confronti di suo cugino Enrico il Leone, l'incoronazione a imperatore a Roma da parte del papa Adriano IV (ma non si fa alcun accenno ad  Arnaldo da Brescia) , il giuramento di Pontida, il contributo determinante dell'Università di Bologna nel definire i diritti dell'imperatore. Per nulla trattata è invece l'importanza che ebbe Innocenzo III  nel supportare la  Lega Lombarda.

L'autore è riuscito a ben tratteggiare alcune figure femminili: Kasia Smutniak sta diventando sempre più brava ed espressiva (anche se è costretta in questo caso a fare spesso l'indemoniata) mentre  Cècile Cassel tratteggia  la giovane moglie di Federico, Beatrice di Borgogna, decisa quanto basta per assecondare le ambizioni universali del marito.

Rutger Hauger è appena adeguato nelle sue vesti di Federico I, ma ciò è dovuto a un difetto di sceneggiatura; Federico  ebbe una chiara visione del suo ruolo di imperatore universale  il cui destino gli era stato assegnato da Dio. Ben poco traspare di questa visione nel personaggio impersonato da Hauger, che vediamo spesso limitarsi a giocare di rimessa nei confronti delle intemperanze dei milanesi o lasciarsi  influenzare da i suoi consiglieri.

Detto questo, temo che abbiamo esaurito gli aspetti positivi del film: sicuramente è stato profuso molto impegno e molti soldi  nella realizzazione delle battaglie e nelle scene dell'assedio di Milano, ma il risultato è più enfatico che suggestivo; Milano sembra ricevere una quantità impressionante di palle infuocate, quasi si trattasse di un bombardamento aereo; la colonna musicale è  assordante e fastidiosa e nella battaglia di Legnano il regista cerca  di aumentare la tensione con una buona dose di immagini splatter.
I due personaggi chiave, Raz Degan (Alberto da Giussano) e Murray Abraham (il cattivo siniscalco di Milano) sono bloccati in una tipizzazione eccessiva dei loro personaggi il primo continua come un ossesso a  gridare "libertà!" , mentre il secondo è molto, molto cattivo.

E' mancata la capacità di sviluppare una bella e appassionante storia personale sullo sfondo degli avvenimenti storici.

Speriamo  che il filone del film storico italiano non si fermi a questo tentativo; lo stesso modesto livello della computer grafica adottata sta a dimostrare che  c'è bisogno di molti  altri film di questo tipo per acquisire l'esperienza necessaria per raggiungere il livello di altri paesi europei.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale BARBAROSSA
Paese Italia
Etichetta
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