UNA GRAN VOGLIA DI VIVERE

202397 minuti14+   Crisi Matrimoniale

La storia di una famiglia, una giovane coppia con un figlio, e di come si possa affrontare la vita aprendosi a cambiamenti non facili da attuare per paura dell’ignoto. Darsi delle possibilità che aiutino a far fiorire la gran voglia di vivere che abbiamo dentro. Disponibile su Amazon Prime.

Un colpo di fulmine, di quelli da romanzi rosa, spinge, dopo un bacio da 70 euro da tassametro e una passione travolgente, Marco e Anna in una storia di amore che si corona con la nascita di Tommaso. Arriva, però, una crisi aizzata dalla volontà di Anna di trasferirsi a Ibiza e dalla proposta di lavoro ricevuta da Marco di essere responsabile di un progetto della sua azienda nella sede di Amsterdam. La presenza del figlio però, li costringe ad un viaggio in Norvegia che diventa sia l’occasione per rinnamorarsi (nonostante le tentazioni di tradimento) sia l’opportunità di mettere a fuoco verità non facili da condividere. Purtroppo però…


Valori Educativi



La storia di una coppia che vive di un amore che non ha saputo crescere, che si è fermato al palpito oscillante del primo innamoramento in cerca di luoghi romantici nei quali continuare ad alimentarsi, invece di trasformarsi in amore-progetto dove i due non sono più due ma parti di un’unica entità: quella famiglia che si sono impegnati a realizzare e che cresce giorno dopo giorno come quel bambino che è il frutto del loro stesso amore

Pubblico

14+

Una scena di sesso e un nudo integrale maschile. L’uso e la coltivazione di cannabis come qualcosa di normale. La possibilità che si possa ricorrere all’aborto. L’accettazione acritica della possibilità che ci possano essere diverse modalità di esser coppia secondo una visione liquida attualmente diffusa.

Giudizio Artistico



I primi minuti servono a fare da cornice al film. Poi la maggior parte delle scene si sviluppa durante il viaggio in Norvegia. Belle le inquadrature dei fiordi norvegesi che fanno da sfondo al viaggio. La scena dell’orso non è molto curata da un punto di tecnico. Il protagonista femminile appare debole nella costruzione, così oscillante fra desideri incompiuti e repentini cambiamenti di umore.

Cast & Crew

Our Review

Nei corsi per nubendi, sovente, vien fuori una domanda, un pochino provocatoria: «Secondo voi, l’amore può finire?». I romantici, ovviamente, si affrettano a dire di no. I pragmatici rispondono di sì…

E questa domanda, possiamo dire, è un po’ il leitmotive di Una gran voglia di vivere.

Dopo i primi minuti – un vortice temporale che passa dal colpo di fulmine alla coppia che da qualche anno è assieme con un figlio – scatta la “domanda-terremoto” capace di far tremare il più stabile dei rapporti: «Mi ami ancora?». È la domanda di Anna a Marco. Anna si è resa conto che qualcosa si sta spegnendo. Quel coinvolgimento inziale che li ha accompagnati fino a quel momento sta sparendo… o forse non c’è già più.

E lei, preoccupata, insiste nel chiedere qualcosa che rianimi il loro rapporto.

Ma il “precisino” Marco, come un po’ tutti gli uomini, non è capace di leggere tra le righe di una monotonia diventata asfissiante per la sua compagna.

Non è dato di capire se i due siano sposati o solamente convivano. È certo che stanno assieme, che hanno degli obblighi comuni, che Marco si prende cura di Anna e del piccolo Tommaso e lo fa con amore. Sebbene sia il solo a lavorare in casa mai traspare che ciò sia un peso, nonostante si viva in un tempo che ha fatto dell’autonomia (anche lavorativa) un must.

Il film misurandosi con le diverse risposte alla domanda «l’amore finisce?» trova risposte che, a piccoli passi, accompagnano verso il finale, quasi una correzione della rotta verso ciò che è davvero importante.

Si passa dalla risposta iniziale dell’amico immaturo avvocato che, magari in un momento di lucidità, afferma che se finisce è perché non siamo stati capaci di custodirlo e accompagnarlo, alla risposta della strana combriccola – non ci sentiamo di definirla famiglia nonostante la liquidità dei rapporti tacitamente accolta ai giorni nostri – incontrata sul traghetto che naviga fra i fiordi norvegesi: «Nessuna donna è giusta se sei sbagliato. Il nostro compito è imparare ad amare»… per poi sentenziare con una coltellata ad ogni speranza di rappacificazione: «Meglio un divorzio felice che un matrimonio triste».

Ma sarà vero?

Probabilmente, se entrambi hanno un sano desiderio di cambiamento, la tristezza momentanea potrà mutarsi, nel tempo, in quella felicità che non è mai idilliaca ma ci mette nella condizione di vivere una vita riuscita.

Certo, Fabio Volo non è nuovo a queste indagini in quel “mondo dell’ignoto” che è il rapporto uomo-donna: un mondo sempre ricco e difficile da delimitare. Accetta benevolo il colpo di fulmine per poi massacrare una speranza che – come dice il proverbio – dovrebbe essere ultima a morire. Infatti, la speranza, lungo il film, troppe volte è messa a tappeto dall’imperdonabile legge di Murphy secondo cui quando le cose iniziano ad andare male sembra debbano necessariamente finire peggio. E così, dopo l’ennesima volta in cui l’incomprensione non permette una civile forma di dialogo, Marco si ritrova trattenuto dalla polizia dopo essere stato abbandonato da Anna e Tommaso.

E tutto questo perché?… per la difficoltà a parlarsi come si dovrebbe fare tra persone mature, evitando che le “rabbie” del momento offuschino la mente e lascino le scelte nelle mani di un cuore che è sempre il più fallibile dei consiglieri umani.

Il film fa vedere quanto possa essere difficile accettare sé stessi nelle cangianti fasi della vita, provocando drammi esistenziali che si ripercuotono anche su chi è accanto.

Ma è chi ci sta più vicino che, però, ci fa vedere la realtà da un altro punto di vista: è proprio quando il piccolo Tommaso capisce ciò che sta per accadere tra i suoi genitori che tutto è visto da un altro punto di vista, forse quello vero, non filtrato da sentimenti incapaci di reggere al dramma dell’esistenza.

La superficialità nei rapporti di coppia non può mai giovare ad una coppia che decide di non condividersi tutto. E il tempo, che intanto ha logorato i rapporti e spinto a dimenticare le piccole importanti attenzioni per chi abbiamo accanto «ma come si fa a continuare ad amarsi?» ci si chiede, è l’unico che permette un viaggio – metafora del film – dentro e fuori di noi, costringendoci a scelte vere fino ad arrivare al punto che magari ha ragione l’altro perché qualsiasi cosa si può fare bene insieme.

Quindi: l’amore può finire?… beh, dipende da quanto si è disposti a mettersi in discussione.

Autore: Enzo Vitale

Details of Movie

Etichetta
Paese ITALIA
Tipologia
Tematiche-dettaglio
Autore Enzo Vitale
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Users Reviews

  1. mariastella

    Importante, nella recensione, è l’accento che si pone sul modo di pensare ed agire del genere maschile. Spesso gli uomini sono portati ad essere daltonici, non ponendo attenzione al mondo multicolore delle donne. Esse, come un prisma, vengono attraversate dalla luce che entra solo bianca, ma ne esce con una miriade di colori perché in realtà è così composta. Grazie all’autore della recensione, questa sfaccettatura insita nell’animo delle donne viene ben messa in evidenza-

    10.0 rating

    Importante, nella recensione, è l’accento che si pone sul modo di pensare ed agire del genere maschile. Spesso gli uomini sono portati ad essere daltonici, non ponendo attenzione al mondo multicolore delle donne. Esse, come un prisma, vengono attraversate dalla luce che entra solo bianca, ma ne esce con una miriade di colori perché in realtà è così composta. Grazie all’autore della recensione, questa sfaccettatura insita nell’animo delle donne viene ben messa in evidenza-

  2. Maria T.

    L’amore può finire?
    Secondo me si…. dipende dalla persona che hai accanto. Se la moglie/marito è indifferente ai disagi che vive il proprio/la propria partner, allora il rischio che finisca è molto alto. È importante vigilare sui bisogni di chi ci sta accanto. Il matrimonio è anche e soprattutto questo…. Vivere per l’altro!
    Bellissima recensione!!

    10.0 rating

    L’amore può finire?
    Secondo me si…. dipende dalla persona che hai accanto. Se la moglie/marito è indifferente ai disagi che vive il proprio/la propria partner, allora il rischio che finisca è molto alto. È importante vigilare sui bisogni di chi ci sta accanto. Il matrimonio è anche e soprattutto questo…. Vivere per l’altro!
    Bellissima recensione!!

  3. Terry

    L’ errore più grande che un uomo possa fare è quello di considerare il matrimonio un punto di arrivo. Dare tutto per scontato è tipico dell’uomo. Il matrimonio è, invece, un punto di partenza, e in quanto ciò è importante prendersene cura giorno dopo giorno. Affinché non si cada nella monotonia, è importante alimentare il rapporto attraverso il dialogo reciproco, la continua condivisione. Al centro della coppia non deve mai mancare il “NOI”. L’amore è un donarsi ogni giorno all’altro, occorre mettere da parte ogni forma di egoismo.
    E Marco, il protagonista del film, è il prototipo di tutti gli uomini, che, come afferma l’autore nella sua recensione, non è capace di leggere tra le righe di una monotonia diventata asfissiante per la sua compagna.

    10.0 rating

    L’ errore più grande che un uomo possa fare è quello di considerare il matrimonio un punto di arrivo. Dare tutto per scontato è tipico dell’uomo. Il matrimonio è, invece, un punto di partenza, e in quanto ciò è importante prendersene cura giorno dopo giorno. Affinché non si cada nella monotonia, è importante alimentare il rapporto attraverso il dialogo reciproco, la continua condivisione. Al centro della coppia non deve mai mancare il “NOI”. L’amore è un donarsi ogni giorno all’altro, occorre mettere da parte ogni forma di egoismo.
    E Marco, il protagonista del film, è il prototipo di tutti gli uomini, che, come afferma l’autore nella sua recensione, non è capace di leggere tra le righe di una monotonia diventata asfissiante per la sua compagna.

  4. VINCENZO

    La recensione , mi colpisce fin dall’inizio. Quando Enzo Vitale risponde alla sua stessa domanda , esordendo che l”amore finisce, per i romantici no,, per i pragmatici sì. Troppo facile dividere le categorie in due. Forse l’errore dell’uomo è spesso di confondere l’amore con l’innamoramento. Perché come dice Enzo Vitale solo chi è disposto a mettersi in discussione puo riuscire a tenere solido un amore. E lo si può fare solo dopo la fase dell’innamoramento.

    8.0 rating

    La recensione , mi colpisce fin dall’inizio. Quando Enzo Vitale risponde alla sua stessa domanda , esordendo che l”amore finisce, per i romantici no,, per i pragmatici sì. Troppo facile dividere le categorie in due. Forse l’errore dell’uomo è spesso di confondere l’amore con l’innamoramento. Perché come dice Enzo Vitale solo chi è disposto a mettersi in discussione puo riuscire a tenere solido un amore. E lo si può fare solo dopo la fase dell’innamoramento.

  5. ROSSELLA

    Bella la recensione di Enzo Vitale. E da sentimentalista posso solo condividere quello detto che la superficialità nei rapporti di coppia non può mai giovare ad una coppia che decide di non condividersi tutto. La riuscita di un Amore dipende da noi.

    10.0 rating

    Bella la recensione di Enzo Vitale. E da sentimentalista posso solo condividere quello detto che la superficialità nei rapporti di coppia non può mai giovare ad una coppia che decide di non condividersi tutto. La riuscita di un Amore dipende da noi.

  6. Piera

    Il rapporto di coppia ha sicuramente bisogno di essere alimentato altrimenti rischia di morire. È importante non dare nulla per scontato cercando di non far mancare al compagno/a quelle attenzioni necessarie che creano complicità e consolidano la relazione. Bisogna riuscire a mettersi in discussione riconoscendo le proprie mancanze – se ci sono – e rimediare.
    Bravo l’autore che analizzando le difficoltà che può vivere una coppia spinge alla riflessione e a porsi degli interrogativi.

    10.0 rating

    Il rapporto di coppia ha sicuramente bisogno di essere alimentato altrimenti rischia di morire. È importante non dare nulla per scontato cercando di non far mancare al compagno/a quelle attenzioni necessarie che creano complicità e consolidano la relazione. Bisogna riuscire a mettersi in discussione riconoscendo le proprie mancanze – se ci sono – e rimediare.
    Bravo l’autore che analizzando le difficoltà che può vivere una coppia spinge alla riflessione e a porsi degli interrogativi.