THE UNDOING – LE VERITA’ NON DETTE
Jonathan e Grace formano una famiglia ricca e felice. Vivono in un duplex nell’Upper East di Manhattan, svolgono con competenza e successo le loro professioni (lui è oncologo pediatrico, lei è psicoterapeuta), partecipano agli eventi mondani della società che conta. La vita di coppia è piena di momenti di affettuosa serenità e hanno il piacere di prendersi cura del giudizioso Henry, il figlio tredicenne che frequenta l’esclusiva Reardon School. Franklin, il padre di Grace, non ha mai avuto simpatie per il genero ma ha finito per accettarlo per amore della figlia. Grace partecipa a una riunione di madri della Reardon per organizzare un pranzo di beneficenza a favore della scuola e in quell’occasione incontra Elena Alves una giovane pittrice ma, appena le due donne possono parlarsi da sole, le appare in uno stato di vistosa apprensione. Il giorno dopo Grace viene a sapere che Elena è stata brutalmente assassinata e che suo marito Jonathan si è reso irreperibile…
Una tranquilla coppia dell’alta società newyorchese viene sconvolta da un omicidio e il principale l’accusato è proprio il marito che aveva una relazione con la donna uccisa. Un thriller pan-psicologico con difetti di narrazione dove mentire o non dire è la norma e nessuno è quello che appare. Su SKY
Susanne Bier
David E. Kelley
Valori Educativi
Il carico da 11 che viene dato al potere interpretativo della psicologia finisce per far vedere l’uomo come un meccanismo mosso dalle sue pulsioni, condizionato dalle esperienze passate, incapace di porsi in modo oggettivo di fronte alla realtà per decidere, semplicemente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Pubblico
18+Linguaggio crudo. Una nudità femminile integrale, una scena di violenza protetta dalla penombra. Due pre-adolescenti sono costretti ad assistere e conoscere realtà troppo dolorose per loro
Giudizio Artistico
Se Nicole Kidman è perfetta nella parte di signora dell’alta società, se bravo è anche Donald Sutherland, non si può dire lo stesso di Hugh Grant ingaggiato in un personaggio ambiguo che non gli si addice. La sceneggiatura ha degli snodi che prevedono rapporti fra i protagonisti, difficilmente giustificabili. Molto suggestiva l’ambientazione a Manhattan
Cast & Crew
Regia
Susanne Bier
Sceneggiatura
David E. Kelley
Our Review
Animati quindi da rispettosa referenza, iniziamo a vedere le puntate di questo thriller. Le riprese di New York, all’alba, al tramonto (quando accadono gli eventi-chiave) sono bellissime, abbinate a un po’ di promozione: Grace e il padre si incontrano spesso al Met e il serial non disdegna un po’ di product displacement: ogni tanto fa capolino il nome di qualche locale, fra i quali spunta un italianissimo Barbaresco. Nicole Kidman con il suo stile elegante, i modi raffinati da figlia viziata e coccolata, è perfetta per questa ambientazione. Le sue camminate veloci per le notti di New York, con il cappotto lungo all’ultima moda, i riccioluti capelli leonini, sono l’immagine-simbolo che più resta impressa di questo serial.
“Ci sono solo degli indizi, non ci sono testimoni diretti”: evidenzia l’avvocato della difesa e allora l’unico strumento di indagine è guardare in faccia le persone, resta la psicologia, usata a piene mani.
Grace stessa è una psicoterapeuta e la vediamo, in un paio di sedute di lavoro, dire ai suoi pazienti qual’ è quel meccanismo che lavora nel loro subconscio e che li spinge ad avere comportamenti che essi non osano ammettere. Ogni comportamento ha la sua definizione psicologica: per l’attrazione di Elena verso Jonathan si dirà che si tratta della sindrome dell’ “adorazione dell’eroe”, perché lui ha salvato suo figlio dal cancro; lo stesso avvocato d’ufficio inventa una sigla: TPT (trauma post tradimento) che darebbe ragione del comportamento di Grace. La dedizione speciale che rivela Jonathan nel suo lavoro di oncologo infantile è dettata, come scopriremo dopo, dal suo desiderio riparare a un errore commesso in gioventù e se Franklin il padre di Grace, non ha stima di Jonathan, è perché vede in lui gli stessi errori che ha commesso in gioventù. Sembra quasi che, più importante dello scoprire se è Jonathan l’assassino, sia capire se è uno psicopatico o un sociopatico. Resta pertanto sconsolante l’antropologia che sottende il racconto: l’uomo come un meccanismo mosso dalle sue pulsioni, condizionato dalle esperienze vissute, incapace di porsi in modo oggettivo di fronte alla realtà per decidere, semplicemente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Se è Nicole Kidman a guidarci in questo mondo del dubbio e dell’incerto, anche gli altri attori sono tutti molto bravi ma una menzione speciale va fatta per Noma Dumezweni nella parte dell’avvocato Franklin, per la sua capacità di dare forma al suo impegno risoluto per disseminare dubbi sulle poche certezze di cui si dispone nel processo. Purtroppo non possiamo dire lo stesso per Hugh Grant che ha dovuto abbandonare il suo simpatico personaggio, goffo e impacciato, dotato di sottile ironia inglese per impegnarsi in una parte talmente doppia da risultare indecifrabile. Riguardo allo sviluppo della storia, non tutti gli snodi sono lineari e qualche comportamento è poco giustificabile.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | The Ungoing |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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