SULLE ALI DELLA SPERANZA

Come può capitare in alcuni casi la traduzione del titolo in lingua italiana tradisce il centro del film che, invece, nella lingua originale è molto più chiaro: “On a Wing and a Prayer” che, tradotto letteralmente, suonerebbe qualcosa del tipo “Su di un’ala e una preghiera”.

Cosa sia una preghiera è chiaro a tutti: il punto è che qui si fa riferimento anche ad un’ala. Ergo, c’è qualcosa che si regge su di un’ala e grazie ad una preghiera… e con questo, credetemi, non faccio spoiler, ma che abbiamo a che fare con il volo, questo sì (in effetti lo si capisce anche dal titolo).

Non vi è dubbio che il film parta in modo alquanto lento e, vi dirò, per primi 10, forse 15 minuti, la tentazione di staccare c’è stata. Probabilmente, però, è solo un modo per trasmettere a chi guarda tutta quella normalità che può apparire, in alcuni casi, come estremamente noiosa.

Invece, il gancio arriva improvviso e tiene attaccati allo schermo fino alla fine: attenzione a non perdersi i titoli di coda, dove, con immagini originali, si vedono e si sentono i protagonisti di quella che è una storia vera, drammatica e con un finale che qui, ovviamente, per ragioni di spoiler evitiamo di riportare.

È interessante, nella storia, vedere come in alcuni casi la Provvidenza (ci leggo, in questo caso, un intervento straordinario di questa esimia sconosciuta che alcuni preferiscono chiamare fortuna) entri in gioco e metta insieme destini del tutto distanti fra di loro ed è capace, addirittura, di incrociare le loro storie. In tale senso, nel film, si vede come colui che è il principale aiuto per risolvere la drammatica situazione sia proprio qualcuno che ha subito lo stesso identico dramma; si ritrova, infatti, davanti ad una scelta: disinteressarci oppure dare un senso al male che lui aveva subito in modo da poter essere d’aiuto a qualcun altro evitandogli lo stesso identico disastro.

Indubbiamente il film, con le scene finali accompagnata dalla mielosa colonna sonora finale (Hallelujah interpretata da Lucy Thomas) palesa i toni trionfalistici tipici americani, ma li concediamo ad un film che, tutto sommato, è capace anche di strappare qualche lacrima ai cuori più predisposti.

Interessante anche che il tutto avvenga nel giorno di Pasqua, immagine e ricordo di una Risurrezione che non è solo qualcosa di fisico, carnale, ma anche spirituale, dal buio di una fede che sembrava persa e che, invece, è capace di dare senso anche alla morte del fratello: toccante, infatti, la scena in cui il fratello è presente in aereo e gli faccia notare, come, in quella occasione «Grazie a Dio sei cresciuto».

In definitiva, un film che consigliamo, senza pretese eccessive, che trasmette sentimenti belli e non scontati per chi ha desiderio di vedere qualcosa che racconta fatti di vita, sicuramente straordinari, ma senza dubbio reali.