SOUND OF FREEDOM – IL CANTO DELLA LIBERTA’

Dopo il successo di Unplanned, la Federica Picchi Roncali & Dominus Production riescono a portare in Italia il successo dell’estate americana 2023 (anteprima nazionale, in sala, a Roma, il 28 gennaio, nelle sale dal 19 febbraio). Il tema è scottante: la tratta dei bambini a scopo sessuale. E a tematiche per nulla banali sono abituati coloro che hanno assunto l’onere di portare su schermo un film che fa parlare ancor prima di uscire nelle sale: Mel Gibson come produzione, Alejandro Monteverde per la regia (già conosciuto per Little Boy e Bella), la produzione di Eduardo Verástegui (Bella, Cristiada), Jim Cavaziel (il Gesù di The Passion) nel ruolo dell’agente Tim Ballard, fondatore di Operation Underground Railroad, l’organizzazione creata nel 2013 che ha come missione la lotta contro il traffico di minori.

Non pochi hanno già detto che si tratta di uno dei film più discussi del momento, non solo per la tematica trattata, ma soprattutto per la modalità utilizzata per presentarla: pur essendo un film crudo (per l’oggetto) non scade mai nell’esagerazione cinematografica. Ti fa pensare ma senza turbare con scene poco delicate.

La storia, che è ispirata a Tim Ballard (che si vede costretto ad agire sotto copertura e senza protezione), risulta anche una denuncia, indirettamente, ad un sistema che, in alcuni casi, non sembra voler fare tutto per difendere i più poveri: “i figli di Dio” di cui, ad un certo punto, nel film, si dice chiaramente che «non sono in vendita» (che poi, questa, è anche la motivazione che spinge il protagonista della storia ad agire).

Ma non solo! Ci sono anche motivazioni personali. Da una parte il fatto che la visione dei materiali soggetti a sequestro nel corso delle indagini segnano profondamente chi se ne occupa ancor più che averli vistimorti ammazzati sotto i propri occhi, e dall’altra (con le parole dello stesso protagonista che parla alla moglie): «Immagina di entrare ora nella stanza di nostra figlia e trovare il letto vuoto. Cosa faremmo?». Ed ogni genitore può solo immaginare che dramma si ritroverebbe a vivere.

Il film che ha indubbiamente un valore documentale perché ispirato ad una storia vera e perché mostra, nelle scene iniziali, la brutalità con cui sono sequestrati i piccoli bimbi destinati al mercato del sesso trasuda di elementi di fede. Si tratta di un  film che rientra nel filone americano dei Christian movies ma che ha un interesse e una rilevanza  universali. Non nascondiamo, al proposito come sia di forte impatto la scena della citazione evangelica di san Luca, «è meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli» (Lc 17,2), chiara solo ai conoscitori del Vangelo. Oppure un’altra scena in cui sono pur pronunciate parole assai significative: «quando Dio ti dice di fare qualcosa non puoi esitare» e che richiamano alla mentre il lavoro portato avanti in Italia da decenni dal sacerdote siciliano, don Fortunato Di Noto, con la sua Associazione Meter che mira a contrastare la pedopornografia on line.

Agghiaccianti, nei titoli di coda, sono i dati del fenomeno denunciato: un incremento del traffico di foto pedopornografiche del 5000 (cinquemila) per cento in soli 5 anni, con un guadagno di molto superiore al traffico di stupefacenti, considerato che «lo stesso bambino lo puoi vendere 5 o 6 volte al giorno» mentre una dose di droga la vendi una sola volta.

Ultima nota: la storia dell’agente Ballard ha avuto il pregio di spingere il Congresso Americano ad approvare una legge che favorisca la cooperazione internazionale per contrastare il traffico di umani che è un business di circa 150 miliardi di dollari all’anno e che vede negli USA il principale paese di destinazione e consumatore di tali nefandezze, senza considerare che provoca molti più schiavi di quando la stessa schiavitù era considerata legale in U.S.A.

Che altro dire? Accomodatevi a vederlo, perché il renderci conto di certe inimmaginabili realtà ci aiuta a pensare e a prendere coscienza di realtà che non meritano la nostra disattenzione.