QUO VADIS BABY?
Giorgia, quarantenne single, vive fotografando i tradimenti di mogli o mariti bolognesi presso l'agenzia investigativa di suo padre. Una mattina riceve da un amico un pacco pieno di videocassette di conversazioni solitarie di sua sorella Ada, partita per Roma per cercar di diventare attrice e morta suicida sedici anni prima. Giorgia, dapprima riluttante e contro il parere del padre che non vuole tornare a rivivere un passato che entrambi dovrebbero solo dimenticare, inizia una indagine per scoprire cosa realmente era accaduto quella notte...
Valori Educativi
Rapporti familiari tesi e non risolti. Grigie vite solitarie che si sono rassegnate a vivere senza un orizzonte di speranza
Pubblico
18+Un rapporto amoroso esplicito con nudità integrale. Turpiloquio pesante. Uso di spinelli e di molto alcool.
Giudizio Artistico
Gabriele Salvatores si è concesso una parentesi di libertà sperimentale con qualcosa che non è esattamente un noir né un melodramma ma un elogio al cinema per il cinema
Cast & Crew
Regia
Gabriele Salvatores
Our Review
" Quo vadis, baby?" E' la domanda che Marlon Brando rivolge a Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi ed è anche la frase chiave che consente a Giorgia di scoprire il misterioso uomo che sua sorella ha conosciuto prima di morire. Giorgia ha incontri occasionali con un professore universitario di nome Andrea e discutendo sulla morte di sua sorella, è curiosa di sapere se lui crede in una nostra vita ultraterrena. Andrea risponde negativamente: l'unica cosa certa è che un giorno dovremo morire e non sappiamo neanche quando.
"La nostra condizione quindi è peggiore dei replicanti di Blade Runner (che come è noto morivano secondo una data preimpostata). Ho riportato questi due esempi per sottolineare l'alto tasso di cinefilia necessario per seguire l'ultimo lavoro di Gabriele Salvatores dopo il bellissimo Io non ho paura. L'elevato substrato intellettuale che sottende la storia è il vero male che affligge questo film, non certo il tanto sottolineato approccio sperimentale adottato per la sua realizzazione (le riprese sono effettuate con la tecnica digitale; la protagonista principale, una cantante, è al suo esordio cinematografico. Sono due elementi che al contrario hanno dato un buon sostegno al film).
Si tratta di una malattia che colpisce in particolare il personaggio di Ada, sorella di Giorgia, che non vediamo mai recitare dal vivo ma sempre attraverso il filtro di un registrato VHS e che si esprime con le battute tipiche di uno sceneggiatore in vena di fare un po' di letteratura. Un altro difetto del racconto è il suo oscillare fra noir e melodramma, senza che l'atmosfera dell'uno prenda la prevalenza sull'altro. E' noir quando assiemea Giorgia scopriamo progressivamente pezzi di verità sugli ultimi giorni di sua sorella, ma manca la volontà del regista di coinvolgere lo spettatore in un gioco di graduale e rigoroso rilascio degli indizi; le rilevazioni sono ondivaghe e buona parte del mistero resta non svelato. Ha i toni del melodramma quando ci accorgiamo che per conoscere la verità sulla morte della sorella dobbiamo scavare lontano, nei drammatici rapporti fra i suoi genitori; manca però il classico momento catartico di questo genere, il confronto/scontro fra i componenti della famiglia, che è reso volutamente sottotono, attraverso le inquadrature tagliate di una telecamera nascosta.
tempo di parlare dei pregi del film: ben resa è l'ambientazione in una Bologna fatta di cupi porticati perennemente sotto la pioggia e di stanze disordinate tipiche di chi è abituato a vivere da solo: se in Io non ho paura si restava quasi accecati dall'oro dei campi di grano sotto il sole estivo, quasi una promozione di qualche pellicola a colori, la resa quasi monocromatica tipica della tecnica digitale ben rende l'ambientazione densa di cupo mistero delle notti bolognesi, una esplicita rievocazione della Dusseldorf del film "M" di Fritz Lang. Ben costruito è il personaggio di Giorgia da parte di Angela Baraldi: una insolita quarantenne single, ruvida nei modi, disordinata nell'aspetto, non bella, abituata a passare le sue serate con il conforto di una bottiglia e qualche spinello. Se è capace ancora di appassionarsi alla dolorosa vicenda di sua sorella, il suo cuore si è indurito nell'attendere un amore che non è mai arrivato: gli inviti occasionali che lei riceve e i rapporti fugaci che vengono consumati subito dopo sono visti come un modo diverso per passare una serata; domani tornerà ad essere un giorno simile ai mille già passati. Se il film è pieno di riferimenti ai classici del cinema (per "M" di Fritz Lang ce ne viene addirittura proposta una ampia sintesi da un Salvatores con vocazione didattica), paradossalmente i riferimenti che vengono alla mente sono altri: il personaggio di Giorgia è molto vicino a Maggie, la ragazza di Million Dollar Baby, che nasconde la sua femminilità dietro una ruvida scorza e scarica la sua tensione riempiendo di pugni un sacco da box (Giorgia è coinvolta in una scena molto simile ) e le sequenze in esterni di Bologna, sempre buie e piovose ricordano l'Hong Kong descritta da Wong Kar-Wai in In the mood for love.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | QUO VADIS BABY? |
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Paese | Italia |
Etichetta | Non classificato |
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