QUELLO CHE SO SULL’AMORE

2011100 min14+  

George, ex calciatore scozzese di successo, per colpa dei suoi tradimenti ha perso la moglie Stacie e il figlio Lewis. Dopo aver cercato fortuna in Canada ed essere andato in bancarotta si trasferisce in Virginia dove vive l’ex moglie con il figlio, con cui è deciso a recuperare un rapporto. Per questa ragione accetta di diventare l’allenatore della squadra di calcio del bambino, ma questo suo nuovo ruolo attira l’attenzione delle mogli e madri benestanti ma insoddisfatte della provincia…

Il terzo film americano di Muccino è una commedia di “rimatrimonio”  che esalta la forza coesiva della famiglia con una regia professionale e protagonisti simpatici ma con alcune carenze nella tenuta narrativa


Valori Educativi



Il film evidenzia bene quella legge naturale secondo la quale una volta che si è costituita una famiglia con un uomo, una donna e il loro figlio, si stabilisce un legame che è difficile da spezzare a dispetto delle debolezze dei singoli

Pubblico

14+

Qualche scena sensuale e di nudo parziale. Alcune mamme risutlano troppo disinvolte nella ricerca di passatempi extraconiugali

Giudizio Artistico



Muccino conferma la sua professionalità come regista ma convince assai meno nella tenuta narrativa, a dispetto della simpatia del protagonista e dei comprimari

Cast & Crew

Our Review

Il calcio in America se lo filano praticamente solo durante i Mondiali oppure quando si parla di Beckham e della sua famiglia glamour, ma in compenso questo sport ha avuto abbastanza successo tra i pargoli perché l’espressione soccer mom abbia finito per identificare le mamme del ceto medio con mariti ricchi a sufficienza perché loro possano dedicarsi a tempo pieno alle attività dei figli.

La tipologia abbonda nel suburbio americano dove si trasferisce George Dryer, ex calciatore scozzese ormai in declino (la carriera è stata stroncata da un incidente e gli investimenti immobiliari in Canada che dovevano garantirgli una pensione dorata sono falliti), con un passato da sciupafemmine che gli ha rovinato il matrimonio con la bella Stacie e gli ha fatto perdere di vista il figlio Lewis.

George, complice il fallimento economico, ha però deciso di cambiare e si impegna apertamente a riconquistare l’affetto del bambino (e un po’ meno apertamente quello della madre) fino ad accettare, in attesa di trovare un lavoro “vero” come commentatore televisivo,  di fare l’allenatore alla squadretta di calcio del figlio.

Da qui in poi le signore di cui sopra cominciano a buttarglisi addosso come mosche sul miele e anche a un uomo benintenzionato come George riesce difficile dire di no pure se il suo cuore batte ancora evidentemente per la moglie, che sfortunatamente sta per accasarsi di nuovo con un uomo ben più affidabile di lui,

Così tra un allenamento con i ragazzini (e ragazzine, in Usa il calcio infantile è unisex), un provino per la televisione, un giro in Ferrari e una festa elegante, George si trova fin troppo spesso con una donna tra le lenzuola (a volte senza nemmeno sapere in anticipo che la troverà lì). Pure se ha un passato da rubacuori, però, George ha davvero deciso di cambiare e ha pure i suoi standard morali. Così quando si trova nel letto la consorte del ricco Carl King, che entusiasta del nuovo mister gli ha pure prestato la sua Ferrari, dice un bel no. Il che ovviamente non gli impedirà di finire comunque nei guai…

Il terzo film americano di Muccino, nelle intenzioni del regista, come da titolo italiano, è il tentativo di raccontare la faticosa conquista della maturità da parte di un ex Peter Pan (di quelli che abbondano, per intenderci, nei film italiani di Muccino) in cerca di riscatto e di responsabilità, ma ancora un po’ arrugginito nel gestirle.

L’intenzione è buona e il cast, nutrito e di prestigio per una piccola commedia romantica (ma non ditelo a Muccino, che non vuole sentirla chiamare così, anche se a ben guardare si infila di diritto nel ricco e americanissimo filone di “commedie di rimatrimonio”), testimonia dell’interesse che il regista italiano ha riscosso in America con le sue prove precedenti.

Paradossalmente, però, lontano dalle sue prove drammatiche dalle due parti dell’Oceano, questo Muccino emotivo e “familiare” (le donne della provincia americana, anche quelle assatanate, non urlano come quelle de L’ultimo bacio e compagnia e più che di sesso sono a caccia di comprensione, compagnia e consolazione) convince assai meno se non nella regia, sempre professionale, certo nella tenuta narrativa, complice una sceneggiatura un po’ prevedibile.

Il regista, da dichiarazioni, avrebbe voluto un finale meno “happy” e più aperto di quello uscito al cinema e per una volta anche gli appassionati del lieto fine non gli possono dare del tutto torto: a volte il difficile cammino verso l’età adulta passa anche attraverso il riconoscimento di occasioni perdute e il sacrificio.

Qui, invece, complice una storia sul cui finale il pubblico è fin troppo certo fin dal primo minuto, c’è il rischio che, calcio a parte, si abbia l’impressione di trovarsi in una pellicola degli anni Ottanta, con il suo disperato ottimismo e una linearità di scrittura che finisce per essere più che prevedibile, difetti che solo in parte la simpatia del protagonista e dei comprimari e i lodevoli intenti iniziali riescono a ovviare. 

Autore: Laura Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale Playing for Keeps
Paese USA ITALIA
Etichetta
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