MAGNIFICA PRESENZA
Il giovane catanese Pietro Ponte è “salito” a Roma per fare l’attore. Intanto si accontenta di infornare cornetti la notte. Trova ad un prezzo abbordabile un vecchio appartamento in una tranquilla zona di Roma ma questa risulta popolata da misteriose presenze: dei fantasmi che chiedono a Pietro di aiutarli e liberarli finalmente dalla prigione del tempo privo di tempo nel quale sono rinchiusi..
Ferzan Ozpetek conferma la sua bravura nel costruire storie pieni di suggestioni, formalmente ineccepibili. Questa volta però c’è molto compiacimento intellettualistico e il film resta senza un messaggio portante
FANDANGO E FAROS FILM CON RAI CINEMA
Ferzan Özpetek
Federica Pontremoli
Valori Educativi
Il film è fatto di languide suggestioni dove non ci sono valori espressi, se non la forza consolatoria dell’amicizia e la nostalgia del calore familiare
Pubblico
14+Per la presenza di un personaggio che si prostituisce
Giudizio Artistico
Elegante, curato, intellettualmente evoluto, formalmente ineccepibile. È l’ennesimo giro a vuoto di un percorso intellettualistico
Cast & Crew
Produzione
FANDANGO E FAROS FILM CON RAI CINEMA
Regia
Ferzan Özpetek
Our Review
Cosa dire del nuovo film di Ferzan Özpetek “Magnifica presenza”?
A leggere quanto si è scritto c’è da rimanere intimoriti. Sono stati scomodati cineasti di ieri e di oggi, del calibro di Fellini, Buñuel, Almodóvar. E il teatro metafisico di Pirandello (“Sei personaggi in cerca di autore”), quello meno metafisico di Eduardo (“Questi fantasmi”), e la drammaticità esistenziale dell’americano Tennessee Williams (“Un tram chiamato desiderio”).
Noi preferiamo rimanere con i piedi in terra, e ci sforziamo di fissare più modestamente quello che di concreto si vede e non quello a cui di grandioso potrebbe eventualmente rimandare. “Magnifica presenza” è un film davvero poco italiano.
Elegante, curato, intellettualmente evoluto, formalmente ineccepibile. La storia raccontata è per nulla facile da maneggiare, poiché come recita il film protagonisti sono appunto i fantasmi.
Il giovane catanese Pietro Ponte (Elio Germano) è “salito” a Roma per fare l’attore. Intanto si accontenta di infornare cornetti la notte. Trova ad un prezzo abbordabile un vecchio appartamento in una tranquilla e fin troppo borghese zona di Roma, la parte vecchia di Monteverde. Si dedica anima e corpo a restaurare l’appartamento. Ha bisogno di una dimora che gli assomigli, nella quale fare finalmente i conti con se stesso e la propria identità sessuale. In ogni film di Ferzan Özpetek che si rispetti, l’omosessualità maschile è l’asse portante, sulla quale tutto ruota. Quindi Pietro è l’ennesimo gay del repertorio di celluloide, tanto per non distaccarsi dalla dominante tematica del regista-esteta, cantore dell’omosessualità. Ma il ragazzo è un gay ancora confuso, solitario, educato, lavoratore, rispettoso, che ha vissuto una sola notte d’amore con un uomo, e ci ha capito davvero poco.
Ovviamente nel corso del film, come d’abitudine, altri gay appaiono. Appaiono però di sfuggita e rappresentano più che altro figure metafisiche. In una specie di sogno a metà strada tra l’onirismo del Fellini di “Otto e ½” e gli incubi sanguinari in maschera del Kubrick di “Eyes Wide Shut”, Özpetek disegna il ritratto di un grande sapiente, o veggente, signore del passato e del futuro, incarnato da Maurizio Coruzzi, al quale è stata tolta la maschera di Platinette. In “Magnifica presenza” Özpetek intende soffermarsi sul labile confine esistente tra realtà e fantasia, nella vita come sul palcoscenico artistico.
Pietro si trova a vivere proprio questa dimensione bipolare, giacché l’appartamento che per la prima volta nella vita gli fa assapo
rare libertà e felicità, è abitato da una compagnia di fantasmi, attori rimasti bloccati nel tempo del 1943. In quell’anno una compagnia di teatranti è misteriosamente scomparsa. Fantasmi di un tempo antico, pettinati, vestiti e truccati come una commedia teatrale di Vittorio De Sica (“Una dozzina di rose scarlatte”) o una sofisticata commedia americana con Katharine Hepburn. E i fantasmi chiedono a Pietro di aiutarli, e liberarli finalmente dalla prigione del tempo privo di tempo nel quale sono rinchiusi.
Quindi “Magnifica presenza” è anche un viaggio nella memoria storica (il fascismo e l’antifascismo), nel mistero della recitazione elevata a gran teatro della vita, dove vanno in scena il bello o l’orribile delle passioni umane.
Altre (troppe!) strade si intrecciano nel film. Non è facile seguirle tutte, poiché in “Magnifica presenza” il tempo va e viene. Ci sono momenti davvero divertenti di comicità; momenti di grande emozione; momenti di odiosa cattiveria. Un inquietante ruolo (quanto splendido nella recitazione) è affidato ad Anna Proclemer, il cui volto ancora è capace di attrarre e spaventare.
Il commento musicale, poi, è una specialità di Özpetek, quanto mai sofisticato. In conclusione, a chi piace nei film non capire niente del significato, con un finale ambiguo, troverà in “Magnifica presenza” l’opera perfetta.
A nostro avviso è l’ennesimo giro a vuoto di un percorso intellettualistico e omosessualista che accompagna il cinema italiano verso una processo di ulteriore disumanizzazione, del quale non si avverte nessun bisogno.
Autore: Claudio Siniscalchi
Details of Movie
Titolo Originale | Magnifica presenza |
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Paese | ITALIA |
Etichetta | Non classificato |
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